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sabato 31 gennaio 2009

IMPRESA CAGLIARI A TORINO


La sconfitta di Udine non era un raffreddore stagionale. La Juventus è malata e la conferma arriva dall'Olimpico di Torino dove il Cagliari batte 3-2 i bianconeri costretti al secondo ko in quattro giorni. Al vantaggio di Biondini al 16' avevano risposto prima Sissoko e poi Nedved, ma nella ripresa si compie il 'miracolo' rossoblu. Prima Jeda (al 54'), poi Matri (minuto 77) puniscono la Juve e regalano al Cagliari la quarta vittoria consecutiva.


Juventus-Cagliari 2-3

SHOW AL SAN PAOLO:FINISCE 2-2

E' un match equilibrato quello che al San Paolo consegna un punto a testa a partenopei e friulani: è 2-2. I primi veloci e frizzanti, i secondi sempre presenti e precisi. A concretizzare le speranze degli azzurri sono Lavezzi e Hamsik al 24' e 27' del primo tempo. A riagganciare e rialzare l'orgoglio di Udine, sempre nella prima frazione, il rigore di Di Natale al 32' e una prodezza in girata di Quagliarella al 45'.


Napoli-Udinese 2-2

BARI A + 4

Nel 23° turno del campionato di serie B allunga il Bari in vetta (in attesa del posticipo Mantova-Livorno). I pugliesi rimontano e battono il Frosinone 2-1 e approfittano della caduta del Brescia (3-2 a Treviso). Colpo del Grosseto a Piacenza; i toscani raggiungono il quarto posto, dove ci sono anche il Sassuolo (0-0 a Pisa) e il Parma (3-1 all'AlbinoLeffe). Vittorie per Empoli, Triestina, Cittadella e Ascoli.
BARI-FROSINONE 2-1
Partita nervosa al San Nicola. Che alla fine vede trionfare i padroni di casa, in rimonta. In vantaggio, infatti, ci va il Frosinone con un colpo di testa in tuffo dell'ex di turno, Cavalli. Il figliol prodigo Lanzafame, però, rimedia quasi subito su assist di Barreto. Caputo, infine, completa il sorpasso con un destro sporco, forse deviato. Conte salta di gioia in panchina e scappa a +4 sulle seconde. In attesa di Mantova-Livorno.



TREVISO-BRESCIA 3-2
Sorpresa, sorpresissima. Il Treviso, anche qui in rimonta, mette k.o. gli uomini di Sonetti al culmine di una settimana torrida per entrambe le squadre. I veneti avevano già cacciato l'allenatore, salvo poi riconfermarlo: il Brescia si è visto squalificare capitan Possanzini per la nota vicenda. Zigoni, in tutto questo, segna l'1-0 dopo 30 secondi. Due gol in cinque giorni per il figlio d'arte. Taddei e Rispoli ribaltano la situazione nel primo tempo. Sembra spianata, la strada; e invece Gissi, con una sberla da fuori, e Musetti fanno urlare il Tenni.
PARMA-ALBINOLEFFE 3-1
Non c'è Cristiano Lucarelli, ma ci sono il fratello e Paloschi. Loro sono due degli autori dei gol gialloblù. In mezzo un match rognoso contro il solito ben disposto AlbinoLeffe. Nell'ordine: sponda di Troest per Paloschi ed è 1-0, ma pareggia Madonna con una sassata da 25 metri (male Pavarini). Budel, pur beccato dal pubblico, riporta avanti il Parma; e Lucarelli (Alessandro) chiude i conti di testa su corner.
PIACENZA-GROSSETO 2-3
Come sprecare in due minuti il (buon) lavoro di una partita intera. Intera e un po' folle, a dire il vero. Piacenza avanti con Riccio e raggiunto da una punizione di Cordova che rimbalza sul palo e poi sul polpaccio del portiere Cassano. Ancora Riccio segna il 2-1, poi Rickler si fa espellere e il Piacenza si ritrova in dieci a fine primo tempo. La vittoria sembra a portata di mano, e invece nel finale si sveglia il Grosseto. Due svarioni della difesa emiliana e altrettanti gol di Pichlmann e Sansovini. Toscani quarti, Piacenza che deve riflettere su un'altra rimonta subita dopo quella di Cittadella.
EMPOLI-VICENZA 2-0
La sveglia arriva nella ripresa. Pozzi e Corvia decidono di mettere le marce alte e per i veneti non c'è scampo. A dire il vero una manina la dà il portiere ospite, Fortin, mancando l'uscita su un calcio d'angolo e permettendo a Pozzi di segnare l'1-0. La vittoria è ossigeno puro per l'Empoli, che non vinceva dal 6 dicembre. Allora, però, era in testa alla classifica e non ai margini della zona playoff.
PISA-SASSUOLO 0-0
Qui, pochissime emozioni. Il pareggio muove la classifica di entrambe le squadre. Piccolo dettaglio, gli emiliani non sono più quarti da soli, ma in compagnia anche di Parma e Grosseto. Finalmente un punto, dopo quattro sconfitte in fila, per il Pisa.
AVELLINO-TRIESTINA 1-2
In zona playoff plana anche la Triestina, che passa d'autorità al Partenio. Granoche non segna, ma è un pericolo costante. Un suo tiro finisce sul palo prima che Tabbiani ribadisca in rete l'1-0. Princivalli con un sinistro dalla distanza piazza un pugno che sembra da k.o. Col cuore ci provano i padroni di casa: Pecorari di testa accorcia, ma è tutto inutile. E l'Avellino si ritrova terz'ultimo.
SALERNITANA-CITTADELLA 1-2
Vittoria e sorpasso in classifica, ma questo è il meno. Perché il crollo della Salernitana, che chiude in nove, è soprattutto mentale. L'arbitro ci mette del suo, assegnando due rigori (di cui uno almeno dubbio) al Cittadella; ma la crisi dei campani, con di nuovo Castori in panchina, è acclarata. Iori è l'autore dei due gol veneti. In mezzo, il pari di Pestrin con la complicità del portiere Pierobon.
ASCOLI-ANCONA 2-0
Quattro punti tolti in settimana, per via della penalizzazione, tre recuperati subito nel derby. L'Ascoli continua la sua risalita e aggancia l'Avellino al terz'ultimo posto. Pratica risolta nel primo tempo con i gol di Soncin e Belingheri.

LA 22.MA GIORNATA DI A SU TVCALCIO


Sabato 31 Gennaio
Napoli-Udinese h 18.15 (hlts disponibili dalle 22)
Juventus-Cagliari h 20.45 (live)

Domenica 1 Febbraio*
Atalanta-Catania h 15.15
Bologna-Fiorentina
Chievo-Sampdoria
Genoa-Palermo
Inter-Torino (hlts disponibili dalle 18.45)
Reggina-Roma
Siena-Lecce
Lazio-Milan h 20.45 (live)

* domenica 1 Febbraio resta confermato l'appuntamento live del posticipo mentre per il pomeriggio verrà scelta una gara o diretta gol.

JUVE IN POLE PER FLOCCARI


Sergio Floccari sulle tracce di Bobo Vieri e Filippo Inzaghi: attaccanti lanciati nel grande calcio dall'Atalanta e diventati poi grandi con la maglia della Juventus. I bianconeri hanno effettuato un sondaggio presso il club bergamasco per la punta calabrese, su cui, da tempo, c'è anche la Roma. Improbabile, ad ogni modo, che un'eventuale operazione si compia in questa sessione di mercato anche nel caso in cui Iaquinta passi allo Zenit.

LAMPARD:"SONO RIMASTO PER NON FUGGIRE DAL MIO DOLORE"


"Lasciare Londra non era la risposta": arrivano forti e chiare le spiegazioni che l'Inter aspettava da quest'estate, da quando Frank Lampard sfuggì ai nerazzurri d'un soffio a trattative quasi fatte. Il giocatore del Chelsea era immerso in un dramma familiare, la morte della madre Pat, un dolore da cui tentò di fuggire approdando all'Italia. Poi la marcia indietro: "se fossi andato via sarebbe stato per le ragioni sbagliate, per mia madre", spiega oggi.


"La mia non è stata una mancanza di rispetto nei confronti dell'Inter - racconta Lampard al 'Daily Mail' - è un grande club e tutti sanno cosa penso di Mourinho": a Milano avrebbe ritrovato il suo vecchio mentore Josè Mourinho ma ha preferito rinnovare l'impegno con Chelsea per lottare, non scappare dai suoi fantasmi. Oggi, con più calma e lucidità, ammette a se stesso e al mondo del calcio ciò che ha vissuto in quei mesi terribili. "Ho giocato le ultime settimane della scorsa stagione come se fossi col pilota automatico - racconta - Per questo in estate ho cercato di andare via. Non riuscivo ad accettare l'idea di giocare col Chelsea senza alzare lo sguardo e vedere mia madre sugli spalti".

Dura da accettare l'assenza della figura materna, che al calcio lo aveva iniziato e nella carriera sempre sostenuto."Anche adesso la sua assenza è un grande vuoto nella mia vita, difficile da gestire - continua - C'erano tante cose che eravamo soliti fare insieme, come andare da Harrods per un tè, andare in certi ristoranti: così all'improvviso c'erano negozi in cui non riuscivo più a entrare, tutte delle cose da cui dovevo allontanarmi. Ho pensato: 'non posso vivere cosi', devo lasciare Londra". Ecco allora le voci di mercato che lo volevano in arrivo all'Inter, prima che tutto saltasse: "Ho capito che non sarebbe stata la risposta giusta ai miei problemi".

venerdì 30 gennaio 2009

MANNINI E POSSANZINI "FANNO RITARDARE" A E B DI 15 MINUTI


Sabato e domenica i campionati di serie A e B partiranno con quindici minuti di ritardo. Lo hanno deciso in un vertice il presidente federale Giancarlo Abete, il numero 1 della Lega calcio Antonio Matarrese e il presidente dell'Aic (Associazione italiana calciatori) Sergio Campana. La decisione è stata presa in segno di solidarietà per i giocatori Davide Possanzini e Daniele Mannini, squalificati per un anno dal Tas per essersi presentati in ritardo a un test antidoping dopo la gara con il Chievo del dicembre 2007, quando entrambi indossavano la maglia del Brescia.

ZENIT,IAQUINTA RESTA A TORINO!


Vincenzo Iaquinta resterà a Torino. Claudio Ranieri, infatti, ha posto il suo veto al trasferimento dell'attaccante della Juve allo Zenit San Pietroburgo. La trattativa tra i due club era ben avviata, e anche il giocatore sembrava quasi convinto di trasferirsi in Russia, ma alla fine è arrivato il "no" del tecnico. Ranieri, evidentemente, non si fida del recupero di Trezeguet e della solidità di Giovinco.




Che lo stop sia arrivato dopo lo scivolone di Udine, forse non è un caso. Fuori Alex Del Piero e con un Amauri dalle polveri bagnate, Ranieri si è accorto che l'attacco ha bisogno di essere rinforzato e non certo indebolito.

David Trezeguet è tornato tra gli arruolati, ma ci vorrà del tempo prima che ritrovi la migliore condizione, mentre Sebastian Giovinco domenica ha fallito nonostante abbia giocato nel ruolo a lui più congegnale.

Così Ranieri ha chiesto, e ottenuto, che la società fermasse la trattativa con lo Zenit per Iaquinta. In ballo c'erano una decina di milioni di euro (non noccioline) e lo stesso giocatore, poco convinto dal trasferimento, sembrava pronto ad accettare la ricca offerta dei russi.

Invece è arrivato il "niet" per l'ex udinese, che potrà così continuare a inseguire il suo traguardo: "Voglio vincere con la Juve".

BECKS:NIENTE UEFA E ADDIO PIU' VICINO


"Altre notizie non ci interessano, David tornerà da noi il 9 marzo". Bruce Arena, allenatore dei Los Angeles Galaxy, spazzia via così le voci su una possibile permanenza di Beckham al Milan. E se questo non bastasse ai più scettici, ecco anche il secondo indizio che fa la prova. Il Milan sabato consegnerà la lista dei convocati Uefa: e su questa non figura Beckham. Difficile quindi che Becks resti in rossonero.




In queste settimane si sono spese molte parole sul futuro del centrocampista. Conteso secondo i media inglesi e non solo da Galaxy e Milan, ogni minima occasione era buona a darlo per certo con una o con l'altra maglia.

Ora però i dubbi sembrano essersi sciolti. Da una parte c'è l'allenatore della squadra di David che parla senza esitazione del 9 marzo come data del rientro del giocatore in squadra.

Dall'altra il Milan che nella lista dei convocati per la Coppa Uefa non mette dentro il nome dell'inglese.
Insomma due indizi che sembrano provare, ormai con quasi certezza che David lascerà Milano. Quindi i tifosi sono avvertiti: delizie come il gol rifilato al Genoa, resteranno chicche da ricordare quando si penserà ai que troppo pochi mesi passati da Beckham a Milano.

NESSUNA INCHIESTA SUL CAMPIONATO 2007/08


La bomba fatta esplodere da "Il Giornale" sullo scudetto 2008 dell'Inter è stata smentita da fonti giudiziarie, secondo cui non c'è nessuna inchiesta della procura di Milano su partite perse appositamente dai nerazzurri nel camopionato scorso al fine di rivitalizzare le scommesse in modo da arrivare allo scudetto solo all'ultima giornata. Intanto, dall'Inter, non commentano al momento la notizia.

giovedì 29 gennaio 2009

BUFFON:"NULLA E' PERDUTO"


Due gol subiti, buon compleanno Buffon. I regali di Quagliarella e Di Natale non sono piaciuti al portiere della Juventus. Il mercoledì di campionato ha rovinato i piani bianconeri, che cercavano l'aggancio all'Inter e si ritrovano dopo la sconfitta ad Udine a meno sei.

INEVITABILE - "Purtroppo non è stato il compleanno che speravo- dice Buffon sul suo sito- Per la prima volta da quando sono alla Juve sono uscito dal Friuli con una sconfitta. Purtroppo doveva succedere, è normale avere una battuta d'arresto dopo una lunga serie di risultati positivi. Il risultato di Udine non pregiudica comunque il nostro campionato. Sabato ci attende la partita con il Cagliari, la squadra più in forma del momento: se riusciamo a vincere tutto tornerà alla normalità e avremo le stesse possibilità di riuscire nell'impresa finale. Soprattutto adesso che stiamo tornando al completo"

MANNINI SQUALIFICATO PER UN ANNO


Daniele Mannini (ex Brescia, oggi al Napoli) e Davide Possanzini (Brescia) sono stati squalificati dal Tas per essersi presentati in ritardo ad un test antidoping dopo la partita della squadra lombarda col Chievo del primo dicembre 2007. La decisione arriva dopo il ricorso della Wada, agenzia mondiale antidoping, contro la sentenza del Tribunale nazionale antidoping del Coni, che aveva condannato i due calciatori a 15 giorni di squalifica.

Avendo già quella breve sospensione, la squalifica di Mannini e Possanzini si concluderà il 14 gennaio 2010.

SANTON CONQUISTA TUTTI


Diciott'anni appena compiuti, ma un'autorevolezza sul campo tale da conquistare elogi unanimi dalla critica, dopo sole due partite da titolare in campionato. Davide Santon è la nuova rivelazione dell'Inter di Mourinho. Dalla Primavera alla Serie A, un salto tanto grande quanto vincente. Da terzino destro, ruolo nel quale Santon 'nasce' calcisticamente, a efficace risorsa sulla fascia opposta, per esigenze di Mou, che se lo 'coccola'.

Per il tecnico portoghese Santon è affettuosamente 'Il bambino', per gli editorialisti - vedi prima pagina del Corriere dello Sport - è un futuro azzurro, riflessione certamente azzeccata, soprattutto se l'Inter riuscirà davvero a farne un grande terzino sinistro, ruolo nel quale la Nazionale avrà presto bisogno di nuovi e talentuosi innesti, vista l'attuale scarsità di scelte.

E Mourinho è da tempo che si muove in questa direzione, per fini nerazzurri, questo è ovvio, tanto da aver chiesto qualche tempo fa al tecnico della Primavera interista, Esposito, di abituare il giovane Davide a giocare a sinistra, in vista di un rapido inserimento in prima squadra.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: per la Gazzetta dello Sport Santon a Catania merita 7, per il Corriere della Sera addirittura 7,5. E sono solo esempi. Santon e Balotelli, 'gemelli diversi' di una Primavera nerazzurra diventata grande, ma forse cresciuta con un atteggiamento mentale opposto. Tanto amici quanto diversi nell'affrontare l'approccio al calcio che conta, umile e coi piedi per terra l'uno, smanioso di emergere anche lontano da Appiano l'altro.

INTER CHE ALLUNGO!

Hlts 21.ma giornata

Catania-Inter 0-2



Udinese-Juventus 2-1



Milan-Genoa 1-1



Atalanta-Bologna 0-1



Cagliari-Siena 1-0



Chievo-Lecce 1-1



Fiorentina-Napoli 2-1



Roma-Palermo 2-1



Sampdoria-Lazio 3-1



Torino-Reggina 0-0

mercoledì 28 gennaio 2009

SERIE A SU TV CALCIO


MER 28 GEN H 20.30 una partita di Serie A (live)


GIO 29 GEN tutti gli hlts della 21^giornata di Serie A

MERCOLEDI' DA CAMPIONI

di M.Lestingi


La 21.ma giornata del campionato di Serie A affronta come tema principale la rincorsa della Juve nei confronti della capolista Inter.
La squadra di Ranieri,nell'insidiosa trasferta di Udine,farà a meno di Del Piero(non convocato) ma si affiderà ad Amauri,che molto probabilmente farà coppia con la Formica atomica Giovinco;in panchina l'ex di turno Vincenzo Iaquinta. Sorrisi dei supporters bianconeri per il celere ritorno di Trezeguet:per il francese si prospettavano tempi più lunghi di recupero e un ritorno in campo per l'andata di Champions col Chelsea ed invece Re David sarà panchina. Non è da escludere un rodaggio in campo per alcuni minuti.

Trasferta ugualmente difficile per i campioni d'Italia dell'Inter in quel di Catania:i siciliani in casa sono una squadra tremendamente tosta,che sa erigere bene le proprie mura difensive. Il compito di abbatterle sarà destinato all'onnipresente Ibra e a uno tra Cruz e Crespo,con il "Giardiniere" favorito su Valdanito. Confermata per Adriano la squalifica di tre giornate per il pugno rifilato a Gastaldello durante Inter-Sampdoria.
Tiene banco in casa Inter la questione Balotelli:secondo alcune indiscrezioni,il giocatore avrebbe rifiutato la convocazione e se ne sarebbe tornato a casa. Questa mossa avrebbe mandato su tutte le furie sia il tecnico Mourinho che Massimo Moratti e a questo punto non si escludono interventi sul mercato. Sul giocatore si sono mossi parecchi club inglesi,tra i quali il West Ham. In Italia si parla di un clamoroso scambio alla pari con Tommaso Rocchi.

A San Siro va in scena il big match Milan-Genoa nel quale si affrontano la terza e la quarta della classe.Scenderanno sul prato di San Siro:Abbiati in porta,difesa a quattro formata da Zambrotta,Favalli,Maldini e Jankulovski,a centrocampo Pirlo, Ambrosini e lo Spice Boy Beckham,che avrà sei giorni per decidere se il suo futuro sarà a stelle strisce o a tinte rossonere. Seedorf e Kakà saranno a supporto dell'unico terminale offensivo Pato.
Gasperini punta tutto sulla classe e concretezza di Thiago Motta,sui numeri di Jankovic e sull'istinto sotto rete del Principe Milito.

Il programma del turno infrasettimanale è completato da:Atalanta-Bologna,Cagliari-Siena,Chievo-Lecce,Fiorentina-Napoli,Roma-Palermo,Sampdoria-Lazio e Torino-Reggina.


M.Lestingi

martedì 27 gennaio 2009

CAOS PANUCCI MA TORNA TOTTI


La Roma va. Rimonta strepitosa. Dall'inferno a tre pun ti dalla zona Champions. Ma a Trigoria, alla vigilia della gara contro il Palermo, tiene banco ancora la questione Panucci. Ed è stato duro Luciano Spalletti nei confronti del difensore che domenica scorsa ha rinunciato ad andare in panchina e ha chiesto di essere ceduto. "Panucci resta o va via? Questo non lo so, devo prendere atto della volontà del calciatore di non volere essere a disposizione e d'accordo con la società non verrà convocato. Sono uno aperto a qualsiasi tipo di dialogo con tutti quelli che lo vogliono. Panucci ci ha mancato di rispetto. Christian il rispetto lo riconosce solo dandogli sempre la maglia da titolare. Il rispetto è quello che ha tolto lui a me non accettando una mia decisione e anche alla squadra. In quella stessa panchina c'erano Totti, Aquilani e Perotta, questa sì che è mancanza di rispetto". Intanto sale l'ipotesi estero per il difensore. "E' molto probabile, da domani potrò essere più preciso in merito - ha detto Oscar Damiani, l'agente del terzino -. Se va in Francia? È una pista che stiamo battendo".
TOTTI SUBITO - Meglio pensare al campionato e alla squadra di Ballardini. E alla grande rimonta. "Facile fare sogni ambiziosi - ha spiegato Spalletti -, ma bisogna sempre scontrarsi con il ricordo che abbiamo vissuto insieme; da domenica a domenica può cambiare tutto. Dobbiamo rimanere attenti e applicati. Totti? Giocherà dall'inizio. Se sarà al 100%, sono già contento che si senta e abbia di esserci". L'avversario di domani sera è il Palermo di Davide Ballardini che Spalletti non ha mai battuto. "Non faccio caso alle statistiche e ai numeri, avrò un motivo in più per dare un contributo alla squadra. Lui è bravo, lo ha dimostrato al Cagliari e lo sta ripetendo a Palermo. Ci sono anche altri allenatori come Giampaolo e Allegri e questo è bello. Il Palermo ha entusiasmo e ha bravi calciatori, qualcuno lo conosco bene. Fanno bene ad avere ambizioni visto che hanno un presidente molto ambizioso", ha detto Spalletti.
GLI ARBITRI - L'allenatore giallorosso è poi tornato sulle ultime polemiche arbitrali che hanno visto anche la stessa società giallorossa alzare la voce. "Mi sembra già che ci sia troppa carne al fuoco, meglio non metterne altra. Io posso rafforzare ciò che ha detto Collina ovvero che nella confusione non cresce mai il talento. È difficilissimo che qualcuno così possa dimostrare le sue qualità, meno confusione si crea e più questi arbitri giovani e bravi avranno la possibilità di crescere come succede per i calciatori e qualsiasi professione. Non bisogna farsi innervosire dalle loro scelte, un arbitro può sbagliare, anche se è diverso sbagliare una decisione oppure come per i calciatori sbagliare un gesto tecnico".

NIENTE CATANIA PER MARIO BALOTELLI


Dopo l'esclusione contro la Sampdoria, una nuova bocciattura per Mario Balotelli, escluso dall'elenco dei convocati per Catania. Ancora una volta SuperMario non è stato chiamato, ma se sabato la scelta è arrivata per "motivi tecnici", stavolta si tratta di una decisione legata a "motivi disciplinari". Intanto, in attesa della decisione della Disciplinare sul ricorso contro la squalifica di Adriano, il brasiliano è stato convocato.



"Balotelli non è convocato per scelta disciplinare. L'unica cosa che posso dire a nome della società è che Mario è un giocatore dell'Inter e rimarrà all'Inter, non è sul mercato". Queste le poche parole spese da Giuseppe Barese, vice allenatore dei nerazzurri che mercoledì a Catania siederà in panchina al posto dello squalificato Mourinho, per spiegare l'ennesima bocciatura di Balotelli.

Adriano, invece, malgrado le tre giornate di squalifica, fa parte del gruppo. C'è ottimismo in casa nter sul ricoso fatto contro la squalfica, come spiega lo stesso Baresi: "E' convocato perché aspettiamo il ricorso. Penso che tre giornate sono tante, ha dato un pugno cercando di divincolarsi dalla presa di Gastaldello".
Infine, su Walter Zenga ora allenatore del Catania, ma suo ex compagno ha detto: "Da allenatore è più riflessivo, sta lavorando molto bene, ha personalità e può aspirare a raggiungere altri traguardi".

CARRIZO NELL'OCCHIO DEL CICLONE


Clima rovente alla Lazio alla vigilia della gara contro la Samp a Genova. Stando a quanto trapelato, il portiere Carrizo potrebbe non finire nemmeno in panchina perché la società avrebbe intenzione di cederlo subito. L'improvviso addio dell'argentino sarebbe la diretta conseguenza di un'accesa discussione avuta con gli altri compagni dopo la sconfitta contro il Cagliari domenica. Al suo posto dovrebbe arrivare a ore Fontana.




La bomba è scoppiata, come detto, domenica. Usciti malconci dalla gara contro il Cagliari, persa malamente per 4-1, alcuni giocatori della Lazio avrebbero notato un Carrizo stranamente allegro negli spogliatoi. O, quanto meno, non esattamente affranto per il brutto risultato. Questo avrebbe scatenato il putiferio e sarebbero volate parole grosse tra l'argentino e una buona parte del resto della squadra. La questione avrebbe irritato particolarmente anche Delio Rossi e sarebbe poi arrivata alle orecchie di Lotito.

Di qui la presa di posizione forte della società e la decisione, pare certa, di mettere sul mercato il portiere e di sostituirlo immediatamente. Al momento non ci sono comunicazioni ufficiali da parte della Lazio, anche se, in conferenza stampa, il tecnico Delio Rossi ha praticamente chiarito che a Genova scenderà in campo Muslera, ovvero il secondo di Carrizo. Non basta: stando a radiomercato, nelle prossime ore dovrebbe firmare per i biancocelesti, Alberto Fontana, svincolatosi con il Palermo e, quindi, in arrivo a costo zero.

domenica 25 gennaio 2009

LA ROMA ESPUGNA IL SAN PAOLO:3-0

In un San Paolo per la prima volta al completo in questa stagione il Napoli incappa nella prima sconfitta casalinga, battuto per 3-0 da una Roma ancora orfana di Totti ma non per questo in gramaglie. Anzi, la squadra di Spalletti tiene in pugno le redini della gara dall'inizio alla fine, e solo nel primo quarto d'ora il Napoli riesce ad impensierire davvero gli avversari e a far credere che possa trattarsi di una gara equilibrata. Ma dal vantaggio in poi (anche se sulla posizione di Mexes sussistono seri dubbi di fuorigioco), ossia dal 18' del primo tempo, il Napoli colleziona due sole limpide occasioni da rete. I giallorossi salgono così a tre soli punti dalla zona Champions, superando in un balzo Lazio e Fiorentina ed agganciando il Napoli stesso, stoppato dopo 18 risultati utili casalinghi consecutivi. Con l'ultimo k.o. al san Paolo che porta comunque la firma della Roma.
MEXES IN GOL - Se gli undici del Napoli sono quelli previsti (con Hamsik fuori per squalifica, come anche mercoledì), nella Roma (senza Cicinho appiedato dal giudice) dei tre dati per rientranti alla vigilia in realtà in campo dal 1' si presenta il solo Doni, con Totti in panca e Panucci in tribuna. Se Brighi vince il ballottaggio con Perrotta, in campo ci sono dunque Cassetti in difesa e Vucinic davanti. Entrambe le contendenti partono a razzo, da subito la gara si annuncia vibrante e combattuta. Al 6' il Napoli trova anche il gol, ma Zalayeta prima di battere Doni si aggiusta il pallone prima con una spalla e poi con una mano: giusta la segnalazione del guardalinee Romagnoli, che avvisa Morganti dell'irregolarità della rete. Dunque è 0-0, con Zalayeta che scampa anche l'ammonizione.
RADDOPPIO ROMA - Al 16' Brighi chiama Gianello a un intervento (in angolo) degno di nota, due minuti più tardi Mexes, in sospetta posizione di fuorigioco, realizza l'1-0 deviando di testa una punizione di Pizarro. Al 28' Doni devia in angolo una punizione velenosa di Lavezzi (che per il resto ha vivacizzato la manovra senza però rendersi mai pericoloso), ma al 32' è ancora la Roma a passare, ancora sugli sviluppi di un calcio da fermo. Mannini regala agli avversari un calcio d'angolo con uno sciagurato retropassaggio, Juan salta più in alto di tutti e infila il 2-0 per la Roma. L'ultima occasione del primo tempo è ancora per la Roma, con Baptista che manda a lato a tu per tu con Gianello su splendido assist di Vucinic.
TRIS DI VUCINIC - La ripresa si apre con Bogliacino (per Pazienza) e Aquilani (Pizarro lamenta dolore a un inguine) in campo. Ma non cambia la musica, con la Roma che fa la partita e scarica sui padroni di casa tutto il peso della sua pressione offensiva. I partenopei faticano ma non rinunciano a controbattere, pur senza riuscire a creare pericoli. Così al 5' è Vucinic a trovare il suo tredicesimo gol stagionale (è lui il capocannoniere giallorosso), sfruttando un errore di Santacroce e un appoggio di Aquilani. Al 14' il Napoli si fa vivo con una bella acrobazia di Zalayeta, che impegna Doni di destro. Sarà il suo ultimo squillo, poi Reja gioca la carta Denis. Al 24' anche Spalletti inventa un'alternanza in attacco, richiamando Vucinic e spendendo Menez. Ma la gara pare aver già offerto il meglio di sé, col Napoli che ancora arranca in avanti ma nella smorfia di Lavezzi condensa tutta la sua delusione.

SEEDORF+ KAKA(2)'+BECKS E IL MILAN VOLA

L'uomo del giorno? Kakà. Avevate qualche dubbio? Il brasiliano chiude la sua settimana di passione con una prestazione strepitosa. Ricardo innesca il gol del pareggio di Seedorf dopo il vantaggio su rigore di Di Vaio; porta in vantaggio i rossoneri sempre dal dischetto e sigla il 3-1 con un sinistro antologico da fuori area. Tutto nel primo tempo, in cui il Bologna, sul 2-1 per i rossoneri, perde Mudingayi per doppia ammonizione. La ripresa è pura accademia, ma premia l'ottima prestazione di David Beckham che si concede il suo primo gol in rossonero, tra l'altro di ottima fattura. Il Milan, quindi, fa sentire il suo fiato su Inter e Juve e si candida come terza incomoda del campionato.
ECCO SENDEROS - Sinisa Mihajlovic vede rossonero e va in fibrillazione. Dopo lo scherzetto dell'andata (in panchina c'era Arrigoni), l'ex secondo di Roberto Mancini amerebbe dare un altro dispiacere ai rossoneri. Un ghigno maligno sulle 400 panchine di Carlo Ancelotti. Ma l'allenatore del Bologna deve accontentarsi di un posto in tribuna dopo la squalifica. Antenucci esegue gli ordini. Il Bologna propone il suo consolidato 4-3-2-1, ma con una variazione: Adailton al posto dell'influenzato Mingazzini. Nel Milan novità in difesa dove fa il suo esordio dal pirmo minuto Philippe Senderos. Clarence Seedorf vince il ballottaggio con Ronaldinho. Anche perché in coppia con Kakà accende tutte le lucine del Milan. Infine conferma per David Beckham. Perché più ordinato di Flamini e tecnicamente indiscutibile. E poi Pato, 7 gol nelle ultime 5 partite.
BEL BOLOGNA - Il Kakà2 condiziona il primo tempo della gara. Ovviamente solo nel bene. Che il Bologna sia una squadra quadrata e diligente lo si capisce chiaramente. Forte di due cursori incisivi come Amoroso e Valiani, capaci di puntare la difesa e mettere sempre Di Vaio nella condizione di fare del male, la squadra rossoblù interpreta nel migliore dei modi la partita, almeno fino a quando le è concesso di farlo. Volpi fa bruciare le mani ad Abbiati, ma il mix esplosivo di classe del Milan porta Seedorf a sfiorare la traversa.
TAGLIAVENTO - Gli emiliani puntano su pressing e velocità, quelle che poi gli permettono di passare in vantaggio. Al 9' Maldini e Senderos pressano in area Amoroso. Tagliavento esagera un po' e dice rigore e Di Vaio trasforma. La rete mette ancora in mostra le pecche difensive dei rossoneri. Senderos sbaglia a ripetizione e per il reparto arretrato tutto si complica. Il Milan sa però reagire. Kakà sale in cattedra trascinando letteralmente la squadra. Al 13' è suo il bolide che obbliga Antonioli alla corta respinta su cui si avventa Seedorf pronto a ribadire in rete. Il brio dei brasiliani, il piglio tecnico di Beckham e Pirlo allargano il gap in campo e al 17', quando Zambrotta subisce l'entrata muscolare di Bombardini, il divario si dilata. Colpevole Tagliavento che concede ancora un rigore dubbio. Lo batte Kakà: botta centrale ed è il 2-1.
NON SOLO KAKA' - Il Bologna non soffre certo di vittimismo; si tira su le maniche e cerca di ristabilire le distanze, regalando però praterie al contropiede del Milan. Così, quando Pato innesca la quarta, Mudingayi non può che stenderlo. Già ammonito, il belga chiude in anticipo la gara, spianando la strada al Milan che va ancora in gol. Rete da antologia. A cominciare dal colpo di tacco di Pato per Kakà che dal limite fulmina Antonioli con un sinistro geometrico e imparabile. Il 3-1 non tocca le corde di Di Vaio che innesca un duello personale con Abbiati, ma le sue prodezze vengono neutralizzate con identica bravura dal portiere rossonero. Il sipario sulla gara scende definitivamente al 15' della ripresa quando Seedorf schizza via in contropiede e saggiamante lascia a destra per Beckham. L'inglese inquadra il primo palo e infila perfettamente. E' il sigillo sulla prova impeccabile del centrocampista: interprete da basso profilo e umile, ma tatticamente perfetto. Andarsene da Milano sarà davvero dura.

MORATTI DIFENDE MOU:"ATTACCHI INDECENTI"


Massimo Moratti nega le voci di scricchiolii nell'Inter, sposando la linea di Josè Mourinho: "Può fare quel che ritiene più giusto - ha detto durante una riunione dei coordinatori dell'Inter Club - e i risultati sono con lui. In questi giorni ha subito degli attacchi indecenti da parte di certi giornali e di alcuni nostalgici". Una battuta su Balotelli, ancora non convocato: "Ho fiducia sia in lui sia nel nostro tecnico. Li lascio lavorare".

"Mourinho - ha proseguito il presidente Moratti - non è abituato all'Italia e a certi attacchi che subisce l'Inter. Io invece sì. Se comunque si parla di pressione non credo che lui senta quella della Juventus per il primo posto". Da una polemica all'altra, il numero uno nerazzurro ribatte così alle lamentele della Roma per l'arbitraggio di Orsato nella gara di Coppa Italia: "Ho trovato strana la reazione della dottoressa Sensi, perchè a fine partita i dirigenti giallorossi non hanno detto niente. Forse lei, vedendo la gara in tv, avrà avuto più spunti..."

Il numero uno nerazzurro approva anche la decisione di Mourinho di portare in tribunale chi ha divulgato alcune notizie riguardo il suo pensiero sugli scudetti dell'Inter, che secondo le indiscrezioni non sarebbero stati meritati: "Si è rivolto agli avvocati per far capire che lui quelle parole non le ha mai dette. E' il suo modo di mettere in chiaro le cose. Fa parte del suo carattere reagire così e io lo accetto".

Massimo Moratti tranquillizza dunque i tifosi nerazzurri: "Considero il ko di Bergamo una gara in meno nel campionato, perchè lì non siamo proprio scesi in campo, ma non ci sono spifferi nello spogliatoio. Non devo rassicurare nessuno perchè i nostri supporters sono sufficientemente intelligenti per capire che c'è il clima giusto tra squadra, tecnico e proprietà".

MILAN SENZA EMERSON,ARIA D'ADDIO?

L'esclusione di Emerson dalla lista dei convocati rossoneri per Bologna, ufficialmente per scelta tecnica, diventa un piccolo mistero. Il brasiliano, cui Ancelotti ha preferito Cardacio, è stato al centro di una polemica legata ad alcune dichiarazioni ad As, poi smentite, sul futuro madridista di Kakà e Pato. La società potrebbe quindi averlo "punito" per questo. L'altra ipotesi è legata al mercato: Emerson sembra infatti vicino al Portsmouth.

SCELTA TECNICA
Ma andiamo con ordine. Le parole di Ancelotti, quindi. Il tecnico rossonero ha spiegato, in conferenza stampa, di non aver convocato Emerson per scelta tecnica. Il che, in linea teorica, non dovrebbe fare una piega. Il problema, si fa per dire, è che al posto del brasiliano sul pullman per Bologna c'è Cardacio. Uno, cioè, su cui la società punterà anche, ma che per il momento di spazio ne ha trovato pochissimo. Perché quindi non portarsi dietro Emerson?

PORTMOUTH NEL FUTURO
La risposta si potrebbe trovare negli sviluppi di mercato delle ultime ore. Il brasiliano è finito nel mirino del Portsmouth e la trattativa sarebbe già in stato piuttosto avanzato. Proprio nei prossimi giorni, i Pompey dovrebbero sferrare l'attacco decisivo per portare Emerson in Premier. Questo, con la benedizione del giocatore la cui imminente partenza spiegherebbe quindi l'esclusione dai convocati del Milan a Bologna e la decisione di Ancelotti di puntare su Cardacio. Non basta: la cessione - sia pure in prestito - di Emerson aprirebbe una "voragine" a centrocampo che il Milan potrebbe poi riempire trattenendo Beckham. Che a Milanello stiano lavorando a questo colpo di mercato? Ancelotti, sulla questione, ha preferito non sbilanciarsi spiegando che l'inglese gli piace ma che "per il futuro deciderà lui cosa fare". Come dire che il club di via Turati lo terrebbe volentieri, ma quasi tutto dipende dagli accordi con i Galaxy.

IL CASO KAKA'
Infine il caso-Kakà (e Pato). L'intervista ad As - smentita, sia chiaro, dal gocatore e dal Milan - sul futuro di Ricardo in Merengue potrebbe non essere piaciuta alla società e al tecnico che, quindi, avrebbe punito Emerson con l'esclusione dai convocati. E' un'ipotesi limite, perché non è da Milan, ma non si può escludere completamente. Resta, alla fine, solo una certezza: che tra il Puma e i rossoneri il rapporto si sia un po' incrinato.

AGGANCIO JUVE MA CHE ARBITRAGGIO!

La Juventus è prima in classifica, a braccetto con l'Inter. Grazie a una partita in più: questa vinta 1-0 sulla Fiorentina nell’anticipo serale della 20a giornata di campionato. Decide Marchisio. Che sceglie un bel momento per siglare il suo primo gol in serie A. La Juve continua la sua galoppata entusiasmante: 14 vittorie, 3 pari e una sconfitta (con l’Inter) nelle ultime 18 partite ufficiali. Tanta roba. Stasera ha divertito, ma anche sofferto tanto contro un’ottima Fiorentina, che ha avuto il solo torto di essere poco "cattiva" sottoporta. E di essere penalizzata da un paio di decisioni arbitrali più che sospette. La sconfitta come classifica rischia di avere ripercussioni pesanti in chiave Champions: è la terza di fila. Una nota per i portieri, Buffon e Frey: favolosi.
SQUADRE CORTE - Il primo tempo è divertente. Le squadre giocano corte, facendo il fuorigioco molto alto. Non sempre bene, concedendo agli attacchi occasioni prelibate. La Juve è ispirata da Del Piero, macina chilometri con Marchisio e si assicura accelerazioni repentine con Marchionni. La Fiorentina replica colpo su colpo con Gilardino, sempre in agguato là davanti, e con Jovetic, che con la sua rapidità mette alla frusta Mellberg. In più sulla sinistra Pasqual, sostituto dell’ultimo momento di Vargas, pennella cross che è una meraviglia per i viola.
AVVIO JUVE - La prima occasione è per Del Piero, che assistito da Marchionni cerca un esterno destro complicato che termina di poco alto. Poi il capitano bianconero indossa i panni di rifinitore e manda in tilt la difesa dei toscani. Pinturicchio dalla destra taglia in due la difesa toscana, inventando un pallone d’oro per la percussione centrale di Marchisio, che supera Frey con un pallonetto sottomisura. 1-0 Juve.
OCCASIONI E RECRIMINAZIONI VIOLA - La Fiorentina reagisce da belva ferita. Dopo aver protestato inutilmente per un contatto in area Mellberg-Jovetic che sembra da rigore, comincia a mettere i brividi a Buffon, in una serata già gelata di suo. Prima Santana spreca concludendo alto da buona posizione. Poi, arriva l’occasionissima. Cross teso di Pasqual, Santana anticipa tutti stringendo sul primo palo, ma colpisce di testa la traversa, Montolivo ci prova sulla ribattuta, Buffon respinge e Gilardino mette dentro. L’urlo di gioia del Gila è di breve durata. Saccani annulla l’1-1 per un fuorigioco che non c’è.
SUPER FREY - La Juve, scampato il pericolo, prova a chiudere i conti. Non c’è riuscito Nedved, in un paio d’occasioni, ci va vicinissimo Marchionni. Del Piero inventa in contropiede per l’esterno destro, che si libera di Kroldrup, ingenuo, ma si trova di fronte un Frey insuperabile che para per due volte le sue conclusioni a tu per tu. Miracoloso. Kroldrup prova a farsi perdonare dall’altra parte, ma di testa sfiora soltanto il pari. All’intervallo è 1-0 Juve.
RIPRESA - Prandelli inserisce Kuzmanovic, non al meglio, per Gobbi, autore di uno dei tre gol della scorsa stagione qui all’Olimpico. La Fiorentina ora spinge, la Juve si copre con l’umiltà della provinciale. Pasqual impegna Buffon. Prandelli allarga Santana e torna al 4-3-3. La Juve riparte sempre con Del Piero, suggeritore sublime, e Grygera chiama Frey alla parata. Il francese non si fa pregare. Poi altra combinazione Marchionni-Del Piero, che conclude alto.
SUPER BUFFON - La Juve dà il bentornato a Buffon a 20’ dalla fine. Il portiere della Nazionale è strepitoso, di piede, a respingere una deviazione di Gilardino a botta sicura su cross di Pasqual. Il pubblico dell’Olimpico va in visibilio. La Juve sfiora il raddoppio in contropiede con Giovinco, subentrato a Del Piero, ma tiene comunque a bada con il proverbiale carattere l’orgoglio viola, che produce nel recupero un ultimo sussulto con Jovetic. Operazione aggancio riuscita.

JUVENTUS-FIORENTINA 1-0

REGGINA CHE BEFFA

Se il Chievo si salverà, bisognerà intitolare qualcosa a Vincenzo Italiano: una statua, una strada, uno stadio. Perché il centrocampista, da solo, ha portato in tasca ai veronesi quattro punti. Pur non giocando tantissimo. Nello spareggio tra le ultime in classifica contro la Reggina, al Granillo, gli uomini di Di Carlo colgono la seconda vittoria consecutiva dopo quella col Napoli: un 1-0 arrivato in pieno recupero con un gol, appunto, di Italiano. Come all'andata. Di slancio, così, il Chievo si trova a un punto dalla salvezza. Mentre, di contro, i calabresi si mangiano le mani. Dopo un avvio promettente di match, l'espulsione ingenua di Carmona ha scompaginato i piani della vigilia.
BEPI ATTACCA - Con Sestu, Cozza, Brienza e Corradi, Pillon mette in chiaro le cose fin dal fischio d'inizio. La sua Reggina dovrà attaccare, attaccare, attaccare. Nel Chievo il nuovo acquisto Makinwa va in panchina, lasciando il peso dell'attacco sulle spalle della solita coppia Esposito-Pellissier, con Pinzi (200 presenze da professionista con stasera) a giostrare dietro di loro.
PELLI-PALO - E in effetti all'inizio i padroni di casa spingono. Basta un contropiede, però, per ribaltare l'inerzia. Frey dalle retrovie pesca Pellissier, che di prima intenzione incrocia magnificamente di destro. Palo interno, prima che la palla rimbalzi sul tacco di Campagnolo. Rischio autorete, ma pericolo scampato. Certo, i difensori calabresi, avvertendo la pressione, iniziano ad esagerare con i retropassaggi. Basta una magia di tacco di Cozza per Brienza per risvegliare gli animi reggini. Ma Sorrentino è attento in uscita.
CARMONA INGENUO - E' monca per venti minuti, la fase d'attacco dei ragazzi di Pillon. Sestu, infatti, la vede poco. Non appena si accende, però, la difesa veronese inizia ad andare in difficoltà. Tenere Corradi per Yepes e Mandelli è dura, e bisogna arrangiarsi con i falli. Non è un fallo, tecnicamente, quello che compie Carmona a pochi minuti dall'intervallo. Il cileno, in compenso, a gioco fermo scaglia la palla nelle parti basse di Rigoni. Sotto gli occhi dell'arbitro, peraltro. Rosso inevitabile e tattiche scardinate.
BARILLA' CI PROVA - Beffa ulteriore per la Reggina, Brienza che si rompe a pochi secondi dall'intervallo. Pare per guai muscolari. Dentro Barillà e squadra con più senso, almeno come ruoli in campo. Il giovane Antonino va a sinistra e prova a dar fastidio, senza troppo costrutto. Perlomeno è l'unico a tentare qualche tiro in porta: uno messo in corner da Sorrentino, l'altro a lato da buona posizione. il Chievo, in superiorità numerica, dovrebbe fare di più. Invece si impantana in un possesso-palla abbastanza sterile.
SVENTOLA - I padroni di casa in compenso scompaiono dal campo (Corradi, tanto gagliardo quanto isolato, mette quasi tenerezza circondato da 4-5 avversari), e facilitano il compito ai rivali. Che prendono le misure con un destro di Bentivoglio a fil di palo e, al 93', sfondano. Corner di Marcolini che appoggia all'accorrente Italiano, entrato da poco. Deja-vu pazzesco: il tiro del centrocampista finisce all'incrocio. Beffa servita all'ultimo, come all'andata. Il risultato è una mazzata per la Reggina, ora ultima da sola.

REGGINA-CHIEVO 0-1

sabato 24 gennaio 2009

BUFFON:"CITY?IO AVREI DETTO SI"


Il grande thriller di mercato legato a Kakà non ha convinto Gigi Buffon. O meglio, lo ha divertito: "Un teatrino, più che una scelta -ha detto alla Gazzetta il portiere, che rientra tra i pali della Juve contro la Fiorentina- club come Juve, Inter o Milan se vogliono fare un affare non lo sbandierano". Ma lui, nel caso, cosa avrebbe deciso? "So che le squadre sono anche delle società. Con un'offerta da fantacalcio, sarei io ad andare".




"E' da quando ho 23 anni che sento voci del genere -ha continuato l'estremo difensore della Nazionale- io sono un uomo di calcio e so anche fare due calcoli. Farei così anche per togliere da un giustificabile imbarazzo una società come la Juventus, alla quale devo tanto".

Discorsi futuribili, ad ogni modo, mentre il presente è una Juventus che è tornata definitivamente al suo posto: "Sono orgoglioso del nostro secondo posto, orgoglioso della straordinaria rimonta che ha fatto la squadra. E devo precisare che di questra rimonta non ho nessun merito. Ora speriamo che con il recupero mio e di altri compagni si possa fare ancora di più. Non sarà facile". Nessun dubbio sulle sue ritrovate condizioni fisiche: "Sto bene, come 350mila italiani sono finito a letto con l'influenza. Però l'unico al quale non hanno creduto sono stato io. Certe voci mi hanno fatto ridere, ma io quando ho mal di schiena dico che ho mal di schiena e quando ho l'influenza dico che ho l'influenza".

MOU LANCIA UN MESSAGGIO AGLI SPURS:VOGLIO JENAS

Jose Mourinho fa il Branca: con il quotidiano "Daily Telegraph", lo Special One si è lasciato andare a qualche considerazione sulle mosse di mercato che dovrebbe compiere, a suo dire, l'Inter. Se l'interesse per Didier Drogba non è certo una novità, colpisce il messaggio al Tottenham su Jenas: "Mi piace molto e lo seguo da tanto: so che al Tottenham interessano dei nostri giocatori, magari c'è spazio per uno scambio"



Didier Drogba e Jermaine Jenas. Ecco due degli obiettivi di mercato di Jose' Mourinho, che ha ribadito la sua grande stima per l'attaccante del Chelsea ed ha aperto a uno scambio con il Tottenham per avere il centrocampista degli Spurs. "Jenas e Drogba mi piacciono- si legge sul Daily Telegraph- Drogba e' un giocatore veramente speciale per me, non c'e' dubbio. Abbiamo avuto un grande rapporto al Chelsea, dove e' stato un importante giocatore per me. Se succedera' qualcosa? Non lo so. Mi piacciono i giocatori che si adattano al mio stile di gioco e alla mia filosofia di gioco. E' meglio se li conosco ed ho avuto un buon rapporto con loro in passato ma penso che posso creare lo stesso feeling con giocatori con i quali non ho mai lavorato prima". Come Jermaine Jenas: "Non ho mai lavorato con lui ma l'ho sempre seguito. Quando era al Tottenhem e prima ancora al Newcastle mi piaceva molto". E su un possibile trasferimento in nerazzurro del centrocampista Mourinho non e' pessimista: "Se e' vero che il Tottenham ha molti obiettivi di mercato nella nostra squadra, allora perche' no? Forse c'e' la possibilita' di fare uno scambio. Ma e' piu' difficile a gennaio e non credo che l'Inter andra' sul mercato". Se non per vendere: "L'Inter ha molti giocatori, troppi. Preferirei avere una squadra piu' piccola. Con 29 giocatori e' impossibile avere il controllo della situazione". Quindi il tecnico dell'Inter ha assicurato di non essere stato avvicinato dal Manchester City: "Non c'e' niente di vero in queste storie, non sono mai stato avvicinato dal Manchester City. Fin dall'inizio ho detto al mio agente che non avrei mai parlato con altri club se fossi stato impegnato. Ho un contratto fino al 2011 e fino ad allora saro' completamente concentrato sull'Inter".

BAR-RETO

Il Bari espugna il Nereo Rocco superando la Triestina per 2-1, nell'anticipo della prima giornata di ritorno di serie B. Decisiva la doppietta del brasiliano Barreto, in gol al 45' del primo tempo ed al 26' della ripresa, dopo il momentaneo pareggio dei padroni di casa, grazie al rigore trasformato da Granoche e decretato per un contatto in area tra Parisi e Minelli. Nel recupero Barreto, scatenato e salito a quota 11 reti in classifica cannonieri, ha colpito anche un palo, complice una deviazione di Piangerelli. Con questa vittoria, la quinta consecutiva per l'undici di Antonio Conte, i pugliesi balzano al comando della classifica con 40 punti, contro i 38 del Livorno.

TRIESTINA-BARI 1-2

venerdì 23 gennaio 2009

NO DI DROGBA AL CITY ASPETTANDO MOU


Didier Drogba dice no al Manchester City e pensa all'Inter. E' quanto sostiene il Sun, che annuncia il rifiuto dell'attaccante ivoriano alla maxiofferta dei Citizens, in attesa di una chiamata di Josè Mourinho, col quale tornerebbe volentieri a lavorare, dopo l'esperienza al Chelsea. I rapporti fra Drogba e il club londinese ormai sono logori e il centravanti spera che l'Inter torni a farsi sotto, confermando l'interesse dei mesi scorsi.


Fuori squadra nelle ultime due partite, Drogba potrebbe rientrare in azione con i Blues sabato per il quinto turno di Coppa d'Inghilterra, allo Stamford Bridge contro l'Ipswich. "Ho fretta di ritornare ai miei massimi ed essere nuovamente titolare" ha dichiarato l'attaccante dei vice-campioni d'Europa.



Ma certo cambiare aria sarebbe per lui la soluzione migliore. Il Manchester City era pronto ad offrirgli 200mila euro alla settimana. Proposta davvero allettante, snobbata però dall'ivoriano, sulla scia dei tanti no eccellenti incassati dagli sceicchi. Ora Drogba si guarda intorno e aspetta notizie da Milano.

All'Inter, intanto, chiudono le porte in uscita. "Non venderemo Patrick Vieira" ribadisce Marco Branca all'Equipe. "Abbiamo ricevuto delle offerte per lui, ma non le abbiamo prese nemmeno in considerazione. Vieira resta, questo è sicuro".

JUVE SCATENATA:DOPO DIEGO C'E' ANCHE HAMSIK

La Juve continua a pensare ad Hamsik. Il talento slovacco del Napoli è sempre piaciuto al club torinese, che potrebbe offrire al giovane Marek uno stipendio intorno ai tre milioni di euro l'anno, decisamente superiore a quello attualmente percepito. Intanto su Diego, altro obiettivo bianconero, si fa avanti il Manchester City. Ma la Juve, che a febbraio incontrerà per la quarta volta il padre procuratore del brasiliano, è in vantaggio.



Certo, i soldi dello sceicco sono un punto a favore degli inglesi, ma il caso Kakà ha dimostrato quanto il denaro da solo non basti. Nel calcio conta e parecchio anche il prestigio di un club e il fascino di una maglia, e in questo la Juve è nettamente superiore ai Citizens.

Dunque per Diego si attendono nuovi sviluppi nelle prossime settimane, ma intanto Hamsik, il cui rendimento e atteggiamento in campo sono attualmente oggetto di discussione a Napoli, è più di un'idea. La Juve del resto in questa partita ha alcune carte importanti da giocare. La seconda metà del cartellino di Zalayeta innanzitutto, ma anche Iaquinta, già accostato in passato agli azzurri. Con un ulteriore conguaglio a favore del club di De Laurentiis, l'affare potrebbe andare in porto.

MADRID VUOLE KAKA' MA SILVIO DICE NO


Non è ancora finita la vicenda Kakà. Dopo l'incredibile epilogo di settimana scorsa, con il suo secondo giuramento al Milan, dalla Spagna non si accontentano. Per loro il giocatore è già del Real Madrid. Braccato sotto casa a Milano da un giornalista di AS, il brasiliano non ha gradito: "Questo non esiste. State invadendo la mia intimità. Non potete venire fin qui". Poi Berlusconi torna sull'argomento: "Al Real ho già detto di no".



"Kakà e il Milan hanno già risposto al Real Madrid in passato. Non vedo alcuna ragione per cambiare questo atteggiamento. E poi la prova di attaccamento ai colori rossoneri data in questi giorni mi sembra eloquente", ha specificato il Premier.

"Quello che rende straordinaria la scelta di Kakà è proprio il fatto che sapeva benissimo che il Milan non avrebbe potuto ritoccare il suo ingaggio - sottolinea Silvio berlusconi - I bilanci non lo permettono e in più un incremento per il brasiliano avrebbe imposto di incrementare tutti gli altri stipendi nella stessa misura. Kakà lo sa e ha deciso di restare con noi impegnandosi a non richiedere nessun aumento contrattuale nei prossimi anni".

PANDEV-MAURI-ROCCHI E LA LAZIO VA

E' bastato un tempo alla Lazio per superare il Torino e qualificarsi per la semifinale di Coppa Italia. All'Olimpico di Roma i biancocelesti si sono imposti per 3-1 dopo aver chiuso la prima frazione in svantaggio per il gol di Natali al 29'. Nella ripresa l'ingresso di Pandev ha dato la svolta: il macedone ha firmato il pareggio al 4', mentre sei minuti dopo un gran sinistro di Mauri ha completato il sorpasso. Nel recupero la rete di Rocchi.



Alla fine la Lazio ha rispettato i pronostici della vigilia, riuscendo ad avere la meglio su un Torino sceso nella Capitale più con la testa a Lecce, dove domenica si giocherà una fetta di salvezza, che non ai quarti di finale del trofeo nazionale.

Eppure per 45 minuti i granata hanno sognato il colpaccio e il derby con la Juve (Napoli permettendo). Rocchi e compagni hanno costruito il gioco, ma al primo vero affondo la squadra di Novellino ha costruito due grandi occasioni, trasformando la seconda con Natali, bravo a insaccare da pochi passi su un calcio d'angolo mal interpretato da Muslera.

La Lazio, però, teneva troppo a passare il turno ed è bastato l'ingresso di Pandev nella ripresa per ricostituire il tridente devastante con Rocchi e Zarate. I risultati si sono visti subito. Nel giro di dieci minuti i ragazzi di Rossi hanno ribaltato il risultato. Prima proprio Pandev, ben pescato da Mauri, poi con un sinistro mozzafiato dello stesso numero 11.

Un uno-due che ha messo ko gli ospiti, tra cui il solo Rosina ha lottato sino all'ultimo. Nel finale è arrivato il gol di Rocchi, giusto premio ad una grande partita.

E adesso c'è la sfida con la vincente di Juventus-Napoli. All'andata, però, non ci sarà Zarate, già diffidato e ammonito a una manciata di minuti dal termine.

LAZIO-TORINO 3-1

domenica 18 gennaio 2009

MOURINHO:"CHE BRUTTA INTER"

re gol in una trasferta vera, senza cioè contare i derby con il Milan, non li prendeva da più di tre anni. L'Inter, era il settembre del 2005 e in panchina c'era Mancini, perdeva a Palermo 3-2 ma senza dare la sensazione del crollo. Josè Mourinho fa da parafulmine per proteggere i suoi giocatori, convinto che il 3-1 di Bergamo sia un episodio isolato. "Non mi spiego questa sconfitta: in genere mi piace parlare dei meriti degli avversari quando la mia squadra perde, ma oggi abbiamo giocato malissimo il primo tempo - ha detto il portoghese, che chiuderà in testa il girone d'andata a prescindere dal risultato di Lazio-Juve -. Abbiamo fatto 30-40 minuti che non si possono commentare. Devo stare zitto, mentre tutti voi (si riferisce ai giornalisti, ndr) potete utilizzare gli aggettivi che volete per una partita così negativa della mia squadra".
SENZA REAZIONE - Mourinho è severo, anche con se stesso: "Oggi non ho avuto la capacità di far capire a un difensore di 34 anni (Cordoba, ndr) di non fare girare un attaccante spalle alla porta in area. L'allenatore sono io, e mie sono le responsabilità", prosegue il tecnico portoghese ai microfoni di Sky Sport. A differenza di quanto avvenuto nelle ultime giornate, è mancata la forza di reagire: "Col Siena è stata una partita difficile e sofferta, ma lì noi, giocando un po' meglio e un po' peggio avevamo avuto l'intensità e come minimo era una partita da pareggiare, non da perdere. Con il Cagliari era la prima partita dell'anno e non è facile, noi abbiamo giocato così così. Ma oggi abbiamo fatto 30 minuti senza commentare. È vero che loro hanno fatto 4 tiri e 3 gol ma i gol subìti sono ridicoli. Pensiamo al primo gol, abbiamo dato il pallone a Floccari spalle alla porta, il nostro difensore gli dà spazio, lo fa girare. Nel secondo gol Ibra ha messo la mano e non la testa. Sfortuna? Sì, ma poteva essere rigore - ammette Mourinho -. Poi nel terzo gol, sapevamo che Doni è bravissimo a fare certi inserimenti ma l'abbiamo solo guardato...".
PASSERA' - Secondo l'allenatore dell'Inter però "possono starci momenti brutti come quelli di oggi. Può essere anche l'occasione per cambiare qualcosa, specie l'atteggiamento. Quando una squadra non gioca bene la conseguenza logica è la sconfitta. Abbiamo una partita fra 48 ore con la Roma, è giusto dare possibilità ad altri". Dopo aver sottolineato di non essere disponibile a fare paragoni con la gestione passata, Mourinho si difende dicendo che "del girone d'andata l'unica cosa che posso dire è che le altre 19 squadre sarebbero felici di essere al posto dell'Inter. Tutti volevano essere al nostro posto. Se la Juve vince stasera è un punto dietro noi, ma saremo comunque noi i leader campionato".

Atalanta-Inter 3-1

POVERO KAKA'


Ancora 24 ore di attesa, al massimo 48. Poi, Ricardo Kakà e suo padre Bosco dovranno per forza dire la loro, decisiva, parola: lo snodo di quest'intrigante storia che ha messo in subbuglio il Milan e tutto il calcio italiano. L'ingegner Bosco è atteso a Milano da un momento all'altro, ma è chiaro che la sua prima preoccupazione sarà quella d'incontrare Ricardo. Devono, chiaramente, fare insieme la scelta. Del resto è durissima dire no ad un'offerta da 15 milioni di euro netti a stagione: più i premi. Un'operazione che nelle tasche della famiglia Kakà potrà portare anche 100 milioni sino al 2014. Al Milan, invece, andranno circa 105 milioni di euro. Tuttavia al club rossonero ne resteranno 100 netti, i restanti verranno girati al San Paolo in virtù della norma Fifa che assegna circa il 5% di un trasferimento al club in cui il calciatore s'è formato.
TRAMA - Le parole di Silvio Berlusconi anche ieri hanno confermato il via libera del club rossonero. Ma l'operazione è tutt'altro che definita. Una ricostruzione accurata dei fatti dimostra come il Manchester City abbia avvicinato il padre di Kakà già in occasione della trasferta rossonera a Portsmouth. E quella principesca offerta ha indotto il papà-agente del brasiliano a far presente al Milan l'esigenza di un nuovo ritocco dell'ingaggio di Kakà: vale a dire ciò che era avvenuto negli ultimi tre anni sulla spinta delle ricche lusinghe del Real Madrid. Stavolta, però, il Milan non ha ritenuto di entrare di nuovo in questa perversa spirale, anche per non dover dare aumenti pure alle altre stelle rossonere. Si spiega così la scelta di aprire le porte allo sceicco Mansour. E di girare il pallino alla famiglia Kakà. Che ora deve fare una scelta di campo importante. Evidentemente la proposta economica è sbalorditiva: forse irripetibile. Ma le incognite sul futuro tecnico del Manchester City pongono più di un dubbio al Pallone d'oro 2007. Lui andrebbe volentieri al Real Madrid o al Chelsea: invece non gli basta Robinho per pensare subito ad un futuro in grande stile con il City. Perciò Kakà aspetta una chiamata da Madrid per uscire dalle secche di questa situazione.
DUBBI - Invece sino a ieri sera Florentino Perez, candidato a prendere il posto di Calderon in estate, non si è fatto vivo con l'entourage del brasiliano. Ma il tempo stringe. L'a.d. del Manchester City, Gary Cook, ha il mandato di chiudere la trattativa in tempi brevi. Difficile che conceda ulteriori pause di riflessione. E anche il Milan tifa per una soluzione del giallo in tempi brevi. La pressione è enorme. Kakà saprà reggere a questa responsabilità? Il Milan è pronto ad aiutarlo: a patto che non debba sopportare nuovi costi. Altrimenti ognuno per la sua strada.

sabato 17 gennaio 2009

PATERMINATOR


Una magia di Pato al 7' del primo tempo, in un Meazza molto simile a una valle di lacrime per il presunto addio di Kakà, regala tre punti preziosi al Milan. La Fiorentina colpita a freddo reagisce, ma non con la forza necessaria, dovendo fare i conti - e questa è una notizia - con un'attenta difesa rossonera. Con le voci che corrono sul futuro molto prossimo di Kakà, la perla di Pato sembra quasi il testimone raccolto dall'ex Pallone d'oro che sembra navigare contro i viola senza una meta precisa. Attorno, 65mila spettatori tutti per lui, con l'atroce sospetto in cuore: sarà l'ultima volta? Al fischio finale Ricardo va ad abbracciare tutti i compagni. Forse il segnale. Forse la favola è finita.
ASSENZE PESANTI - Chi sta peggio? Il Milan che deve rinunciare a Ronaldinho, oltre si suoi infortunato storici, o la Fiorentina senza Frey e Mutu? Elementare, i viola. Senza i suoi leader la squadra di Cesare Prandelli perde in personalità, sicurezza ed esperienza, a tutto vantaggio del Milan che si propone ancora una volta a trazione anteriore: sulla mediana Beckham, Pirlo e Ambrosini, poi la coppia per eccellenza Kakà-Seedorf dietro al piccolo grande Pato. I toscani rispondono con Storari tra i pali e Jovetic e Gilardino in attacco, con Santana a supporto.
ANCORA PATO - E' sfida dal grande impatto emotivo. L'esordio di David Beckham a San Siro conta poco; il ritorno del Gila da avversario passa in secondo piano. Tutti gli occhi sono per lui. Kakà sente il peso del mondo addosso. Soprattutto cento, mille domande sul suo futuro. Ricardo si concentra sui viola. Prova a sfuggire a Montolivo, ma è Jovetic a impressionare di più dopo 5 minuti con la sua progressione in area che costringe Abbiati all'uscita molto avventurosa. Rosetti non ha dubbi: è rigore. L'assistente Rossomando non è d'accordo e il miglior arbitro del mondo cambia idea e gli batte le mani. Si scuote il Milan e al 7' è gia in vantaggio. Il gol è di Pato; ci siamo abituati. Un tiro millimetrico dal limite, un colpo di classe: carambola sul palo alla sinistra di Storari. Kakà si illumina, ma è un attimo. Prova a misurare il suo passo; la sua falcata inconfondibile. Ma manca la testa.
VIOLA PIMPANTI - Il Milan ne risente e la Fiorentina, alzando il suo baricentro, sale in cattedra. I viola giocano a memoria ed esibiscono bel calcio. Bella l'asse Kuzamonovic-Felipe Melo- Montolivo; senza dubbio più potente della linea mediana rossonera impegnata a fare muro e impedire le verticalizzazioni per Gilardino. Bella la sventola di Montolivo al 35' respinta da Abbiati, a cui risponde il pallido Beckham con un diagonale leggero, deviato goffamente in angolo da Storari.
TUTTI CON RICKY - Ma ciò che conta stasera è solo Kakà. All'inizio della ripresa il tam tam è impressionante; slogan e canti si sprecano e il brasiliano ricambia da leader rossonero, spaventando due volte la difesa viola. Frastornato? Chi non lo sarebbe, ma Ricardo sfodera tutta la sua qualità cucendo e ricucendo, spingendo il Milan al raddoppio. D'altronde se non fosse per lui e Pato, con un Seedorf smarrito e inguardabile, la squadra di Ancelotti sarebbe squadra di media statura. Della Fiorentina del primo tempo, poco o niente. E' Montolivo a dettare i tempi, anche se il peso di Mutu è incolmabile. Jovetic utilizza il suo repertorio, ma Zambrotta fa buona guardia. Al 21', però, Santana sfodera un bolide centrale che Abbiati respinge a fatica. Un segnale forte, perché al 23' il portiere rossonero deve deviare in angolo con i piedi un tentativo ravvicinato di Montolivo.
UN FIGLIO - Prandelli sente la partita fra le mani. E se Ancelotti sostituisce Seedorf con Flamini, il tecnico viola dà più potere all'attacco inserendo Bonazzoli fresco di Samp al posto di Kuzmanovic. Santana al 29' fra venire un coccolone ad Abbiati con un tiro che sibila alla sua sinistra, mentre nel Milan abulico e stanco impressiona la saggezza di Beckham che sbaglia poco e cerca di riordinare il gioco. Ronaldinho rileva Pato, Senderos l'inglese dei Galaxy; come dire difendiamo l'1-0, perché la Fiorentina schiaccia la macchia rossonera nella sua trequarti. Il Milan resiste con i denti e le unghie e al fischio finale di Rosetti tutti cercano lo sguardo di Kakà: un gesto o un movimento, un sorriso o una lacrima: una risposta, insomma. "Galliani, vendi tuo figlio" urla la Curva. Sarà una notte di cupi pensieri.

Milan-Fiorentina 1-0

FRICK REGALA 3 PUNTI AL SIENA

Il Siena ottiene tre punti fondamentali in chiave salvezza contro una bella Reggina, grazie a una rete di Frick alla centesima presenza in serie A, entrato nella ripresa al posto di Maccarone. I calabresi nel finale cercano disperatamente il pareggio senza successo, fermati da un ottimo Manitta tra i pali. Il Siena sale così a 22 punti e per adesso affianca il Cagliari. La Reggina adesso ha un disperato bisogno di vincere, la classifica piange.

Siena-Reggina 1-0

IL BARI NON SI FERMA PIU'

Nella 21.ma e ultima giornata del girone d'andata di serie B, colpaccio esterno del Bari, che a Treviso batte2-0 i padroni di casa e mantiene il secondo posto alle spalle della capolista Livorno. Bene anche ilBrescia, che in casa travolge il Pisa 4-0 grazie alle doppiette di Zoboli eSavio e sale ora in terza posizione. Beffa per il Parma, raggiunto a tempo scaduto dal Sassuolo dopo essere stato in vantaggio per quasi tutta la ripresa.

Bloccato sul pari anche l'Empoli, che al 'Castellani' rimonta, grazie al solito Lodi, il gol iniziale dell'Avellino firmato Sforzini. Vittoria importante per il Rimini, a cui basta una rete al 10' del primo tempo di Ricchiuti per chiudere la pratica Cittadella e avvicinarsi sempre di più alla zona play-off. Protagonista dell'incontro, il bomber Vantaggiato, alla partita d'addio con i romagnoli e omaggiato a fine gara da una calorosa standing ovation. Sfrutta bene il turno casalingo anche l'Ancona, vittorioso per 1-0 al 'Conero' contro l'Albinoleffe grazie alla rete messa a segno al 26' del primo tempo da Nassi.

Nella parte bassa della classifica, si risollevano Piacenza Salernitana, che in casa piegano di misura rispettivamente Vicenza e Mantova. Gli emiliani trovano i tre punti nell'ultima parte di gara grazie all'acuto del paraguayano Guzman, mentre i campani riescono a mantenere il doppio vantaggio confezionato nella prima frazione (a segno Di Napoli Scarpa) e portare a casa il risultato, nonostante il gol nel finale dei virgiliani con Corona.

Pareggio a reti inviolate tra il Modena, ancora ultimo in classifica e la Triestina.



Treviso-Bari 0-2

venerdì 16 gennaio 2009

CANNAVARO PENSA AL NAPOLI

Fabio Cannavaro-Napoli è un matrimonio che potrebbe farsi a giugno, almeno stando alle voci che rimbalzano da Madrid. Il contratto del pallone d'oro 2006 col Real Madrid scade a giugno, e Gaetano Fedele, agente del giocatore è già al lavoro.
RITORNO - L'ipotesi più affascinante è un ritorno di Cannavaro al Napoli, squadra in cui ha sempre detto di voler chiudere la carriera. Secondo il quotidiano spagnolo Marca un accordo tra le parti già esiste: il capitano della Nazionale tornerebbe in Italia a luglio con un biennale, a patto che i partenopei riescano a centrare la qualificazione in Champions League, che aiuterebbe il presidente De Laurentiis a far fronte ai circa 4 milioni annui di ingaggio chiesti da Cannavaro. "Non chiudamo le porte al Napoli - ha dichiarato a Marca Gaetano Fedele -. La trattativa va avanti, ma dobbiamo valutare tutto con molta calma".
SPAGNA - Prima di decidere di tornare a casa Cannavaro vuole ascoltare la proposta del Real Madrid, dove Fabio gode di ampio credito, soprattutto nello spogliatoio, tanto che Casillas avrebbe chiesto direttamente al 35enne difensore azzurro di rimanere con le merengues. "Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio incontrerò il Real Madrid per parlare di un possibile rinnovo - ha detto Fedele -. Non c'è dubbio però che Fabio chiuderà la stagione col Real". Il problema potrebbe essere la durata del contratto: la Casa Blanca sembra intenzionata a proporre al capitano azzurro un accordo per un'altra stagione, mentre Cannavaro vorrebbe un biennale. I prossimi mesi saranno decisivi.
CALDERON SI DIMETTE - Ramon Calderon rassegnerà nelle prossime ore le dimissioni dalla carica di presidente del Real Madrid. Lo afferma, sul proprio sito internet, il quotidiano spagnolo Marca. Il massimo dirigente del club blanco, che è stato accusato di brogli alle ultime elezioni per conquistare la presidenza del Real, si presentera domani all'assemblea del club e rimetterà il proprio mandato. Al posto di Calderon l'attuale vicepresidente, Vicente Boluda.

IL MILAN PENSA ALL'OFFERTA DEL CITY

Il Milan sta ponderando l'offerta del Manchester City per Ricardo Kakà. E' quanto trapelato da Milan Channel, il canale tematico rossonero.La faraonica offerta messa sul piatto dagli sceicchi proprietari del City hanno fatto traballare le certezze dei rossoneri, che finora si erano sempre rifiutati di considerare le offerte per il Pallone d'oro 2007. A svelare il retroscena è stato il direttore Mauro Suma: "C'è un'offerta del Manchester City per Kakà e viene ponderata dal Milan. Ponderata non significa decisa o accettata. Non siamo di fronte a una decisione presa o a un fatto compiuto. Ci sono ancora ore e giorni davanti".
PORTAVOCE - Diogo Kotscho, portavoce del brasiliano, ha detto all'Associated Press che il club rossonero ha autorizzato Kakà a parlare con il Manchester City dopo che l'offerta del club inglese è salita a 120 milioni di euro. Secondo Kotscho il padre di Kakà, Bruno, volerà presto in Inghilterra per parlare col City, ma è "esagerato" parlare di accordo fatto o di proposta già rifiutata dal giocatore.
TIFOSI GIA' CALDI - "Giù le mani da Kakà". È la scritta trovata stamane sul marciapiede davanti alla sede del Milan, in via Turati a Milano. I tifosi preparano già la contestazione per la trattativa per l'eventuale passaggio della stella brasiliana al Manchester City.

giovedì 15 gennaio 2009

IL MILAN BRUCIA TUTTI:MATTIONI E' ROSSONERO


Si aspettavano novità per Daniel Agger e invece il Milan ha messo le mani su Felipe Mattioni. Il giovane difensore del Gremio vestirà la maglia rossonera. La notizia ha trovato conferme anche in Brasile dove si parla di un "affare fatto". Mattioni è quindi un giocatore del Milan. E' costato circa 6 milioni di euro. Per lui un contratto di quattro anni e mezzo ed è utilizzabile da subito. A confermare l'operazione anche il suo agente Mino Raiola.


E' stato lo stesso Raiola che all'agenzia Dire ha spiegato: "E' già in Italia e domani farà le visite mediche. Ha firmato un contratto di quattro anni e mezzo, è comunitario e può giocare subito".

Il Milan è riuscito quindi a battere la concorrenza della Juventus che aveva più volte sondato il campo per Mattioni.
Nei giorni scorsi si era aperta una polemica tra il Gremio e Mattioni che non si era presentato alle visite mediche programmate dalla sua squadra ed era invece volato in Italia per chiudere le pratiche relative al suo passaporto.
Un'operazione questa che evidentemente andava sbrigata nel più breve tempo possibile perché c'era qualcuno (il Milan) che bussava forte alla porta.

JUVE TRAVOLGE IL CATANIA:3-0

La Juventus accede ai quarti di finale di Coppa Italia. Il Catania di Zenga viene travolto a Torino 3-0. A segno Marchionni dopo quattro minuti, poi Giovinco e Del Piero, con una magia. I bianconeri dominano il match dall'inizio alla fine, sprecando anche numerose palle gol. Il Catania non riesce mai a rendersi pericoloso. Ottimi i rientri di Buffon e Zanetti, parsi già in buona condizione. Strepitosa la prestazione di Del Piero.



LA PARTITA
La Juve inizia forte: passano quattro minuti e i bianconeri si trovano già in vantaggio con Marchionni, bravo a sfruttare un pasticcio difensivo della difesa del Catania. E' l'emblema di ciò che accade per tutto il primo tempo: la Juventus domina infatti la squadra di Zenga sia sotto il profilo dell'intesità, sia dal punto di vista della qualità. Il Catania non riesce mai a reagire e rischia più volte di subire il raddoppio. Buffon non deve mai intervenire. L'occasione più ghiotta per il secondo centro capita a Del Piero che, dopo un gran numero, libera il sinistro sul palo.

La ripresa non cambia le carte in tavola. La Juventus continua a spingere con Del Piero e Giovinco scatenati. Proprio la "formica atomica", dopo un gran duetto con il capitano bianconero, mette al sicuro la partita con il gol del 2-0. Due minuti dopo è Del Piero a chiudere definitivamente i giochi, trafiggendo Bizzarri di sinistro dopo un sontuso stop a seguire a centro area. La partita finisce, La Juventus accede ai quarti di finale di Coppa Italia. Buone notizie per i bianconeri: Cristiano Zanetti, al rientro dopo quattro mesi, mostra già una condizione rassicurante.

JUVENTUS-CATANIA 3-0

ROMA BESTIALE


Con una doppietta di Julio Baptista la Roma batte 2-0 la Sampdoria all'Olimpico nel recupero della nona giornata, quando la gara fu sospesa dopo 5' e 51'' per un nubifragio. Il brasiliano dà il via al suo show al 21' quando infila Castellazzi su punizione. Il raddoppio al 53' con un diagonale dopo aver saltato due avversari. Fischiatissimo l'ex Cassano. Con questa vittoria la Roma sale a quota 27 punti scavalcando in classifica Palermo e Catania.



LA PARTITA
E' emergenza in casa Roma: Doni non ce la fa e in porta c'è Artur. Totti è ancora fermo; Mexes e Vucinic sono squalificati. Baptista unica punta. Non va molto meglio in casa Samp, dove i difensori sono contati. In attacco Bellucci e Cassano.

Pronti via e la Sampdoria prova a mettere paura alla Roma: iniziativa di Bellucci dalla destra, palla in mezzo e Panucci chiude in scivolata. I giallorossi però prendono subito in mano il pallino del gioco e al 21' passano in vantaggio con Julio Baptista, che mette dentro una punizione angolatissima su cui Castellazzi non può nulla. Galvanizzato dal gol, il brasiliano sfiora il raddoppio in altre due occasioni: al 22' il brasiliano va in dribbling a rientrare sulla destra e fa partire una staffilata che Castellazzi respinge coi pugni, al 32' approfitta di uno svarione difensivo dei blucerchiati e va al tiro, Castellazzi ancora prodigioso. Nell'ultimo quarto d'ora la Samp prende coraggio, trascinata da un fischiatissimo Cassano, e si fa vedere con maggior insistenza dalle parti di Artur. Sono almeno due le occasioni per gli uomini di Mazzarri: Delvecchio si trova sulla traiettoria di un tiraccio di Ziegler e manda a lato e Sammarco che servito da un passaggio filtrante di Cassano non trova clamorosamente la porta.

Non cambia la trama a inizio ripresa e la Roma trova il secondo gol ancora con Baptista, che sulla sinistra va via di forza prima a Lucchini e poi a Gastaldello e trafigge Castellazzi. Mazzarri mischia le carte e manda in campo Palombo per Sammarco, Padalino per Gastaldello e Pieri per Ziegler per cercare di recuperare ma non cambia nulla sul fronte blucerchiato. E' sempre la Roma a fare la partita. Baptista è una furia: vince un rimpallo al limite dell'area e di sinistro prova il bolide sul primo palo, la palla termina fuori. Ci provano De Rossi su punizione, Panucci e la Samp sta a guardare. Spalletti regala a Baptista una standing-ovation. Finisce qui con tre punti importanti per la Roma. Un'altra delusione per la squadra di Mazzarri.

ROMA-SAMPDORIA 2-0

mercoledì 14 gennaio 2009

CARESSA:"VIVRO' SUDAFRICA 2010 CON EMOZIONE E CURIOSITA'"


«Un po’ emozionato ma tanto curioso» . Fabio Caressa (insieme a Beppe Bergomi) è stato la «voce» dei primi Mondiali di Sky, il telecronista dell’Italia e del­la cavalcata verso Berlino.

Ora si prepara al Sud Africa.

Come se li aspetta?
«Alcuni anni fa ho seguito una Coppa d’Africa, quella in Burkina Faso. C’è tanto entusiasmo. E poi c’è quella storia che dice che una eu­ropea non vince mai fuori dall’Europa e che una suda­mericana non vince mai fuo­ri dal Sud America».

Qui siamo in campo neu­tro...
«Esatto».

Il ricordo personale di Germania 2006?
« L’emozione della prima volta. Ora , invece, sappia­mo quanto sia difficile un Mondiale».

Difficile da che punto di vista?
«In assoluto, un derby del campionato italiano è più complicato: non puoi sba­gliare un aggettivo, l’equili­brio deve essere totale. In un Mondiale si punta di più sull’aspetto emozionale».

Cambia la qualità del rac­conto...
«Certo, è più emotivo».

Insomma, « andiamo a Berlino». Quella frase la in­segue ancora? La gente la ricorda e gliela ricorda?
«Sì, la ricorda e me la ri­corda ancora. Però lì c’era tutta la felicità per una fina­le conquistata».

Primo Mondiale di Sky e vittoria italiana...
«Una bella botta di... for­tuna. Però la fortuna ce la siamo meritata: ci abbiamo messo impegno e cuore».

Come sarà il secondo Mondiale?
«Dobbiamo fare di più, molto di più. Ci agevola il fatto di avere un canale di informazione 24 ore su 24 e una esperienza straordina­ria di calcio internazionale».