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lunedì 23 marzo 2009

IBRA,CHE SCELTA?!


"Vedremo". Il futuro di Ibrahimovic è da guardare, scrivere, comprendere, indovinare. Mai come questa volta lo svedese di origini bosniache appare vicino all'addio. Il Barcellona è il più interessato, il Real Madrid lo tiene buono se fallisse l'operazione Cristiano Ronaldo, il Manchester United lo acchiapperebbe nel caso in cui il portoghese prendesse l'aereo per la Spagna. E i dubbi riguardano pure Mourinho...

Zlatan sembra assaporare gli ultimi mesi da 'italiano'. Lui e Raiola lanciano messaggi enigmatici a radio, tivù, siti internet e carta stampata. Le piste che potrebbero interessare all'ex juventino sono essenzialmente tre. Due portano in Spagna. Il Barcellona di Laporta è intenzionato come sempre a srotolare il gomitoo di euro per un grande colpo. Adebayor, Benzema o Ibra. Con tanti saluti a Eto'o. Il Real Madrid ha in canna il colpo Ronaldo. Lo svedese è una seconda scelta, inutile girarci intorno. Il Manchester United nemmeno lo penserebbe se non rischiasse di perdere il portoghese.

Insomma, vuoi per convenienza, vuoi per scelta, non è che ci sia tutta questa fila in via Durini per accontentare il suo spirito. Diverso il discorso per Mourinho. Il portoghese, se dovesse interrompere i rapporti professionali con Moratti, sarebbe più ricercato. Dalle solite tre, ma con maggior interesse. Guardiola a Barcellona è stabile come un appendino al vento. Juande Ramos a Madrid rischia di essere un turista di passaggio. Ferguson smetterà prima o poi.

SERIE A GALLERY 29a GIORNATA

INTER-REGGINA 3-0


NAPOLI-MILAN 0-0


FIORENTINA-SIENA 1-0


GENOA-UDINESE 2-0


CHIEVO-PALERMO 1-0


LECCE-ATALANTA 2-2


BOLOGNA-CAGLIARI 0-1

domenica 22 marzo 2009

LA JUVE MARCIA SU ROMA

La Juve non molla. Non sono solo parole. Non bastano gli infortuni a catena, l'Inter che non perde un colpo, i limiti di una squadra comunque molto competitiva. Il 4-1 con cui i bianconeri passano all'Olimpico (guarda la sintesi) con una Roma che definire incerottata è poco, è un chiaro messaggio, insieme ai 19 punti conquistati nelle ultime 7 giornate e ai 5 successi consecutivi. Una vittoria limpida, frutto di una prestazione brillante solo a tratti, ma solida e incisiva. Così chi si aspetta una serie A decisa in anticipo probabilmente resterà deluso.
LAZZARETTO - L'analisi della partita è forzatamente condizionata dall'elenco degli indisponibili della Roma, lungo come una coda di Ferragosto. Spalletti è senza Juan, De Rossi, Pizarro, Perrotta e Totti, l'asse portante. Se poi aggiungete i vari Cicinho, Cassetti, Motta, Aquilani, Taddei e Diamoutene, il termine emergenza non è azzardato. Spalletti dà le chiavi del centrocampo al generoso Brighi, affiancato dal brasiliano Filipe (21 anni) che ha doti e si farà, ma è ancora acerbo. Alle spalle di Vucinic, Menez va a sprazzi e Baptista non va proprio. La strategia della Roma è chiara, ma la partenza aggressiva a centrocampo non serve a creare nulla dalle parti di Buffon, salvo una dormita di Grygera a destra che dà via libera a Riise. Ma Chiellini è un baluardo anche in versione uomo mascherato.
FORMICA O ZANZARA - Neppure la Juve sta benissimo a livello di infermeria. Amauri, Sissoko, Camoranesi e Legrottaglie, solo per citare i più importanti, sono a casa. Ma le seconde linee della Juve si dimostrano superiori a quelle giallorosse. Le polemiche di Trezeguet e la scintillante condizione atletica di Iaquinta offrono a Ranieri l'occasione per escludere il francese. In panchina inizialmente c'è anche Nedved, che fa spazio a Giovinco. La formica atomica dimostra di essere uno dei pochi con Del Piero ad accendere la Juve. Vede cose precluse al 90% dei giocatori di serie A. Quando eliminerà alcuni fronzoli e troverà più continuità farà ancora più male.
SOLITO COPIONE - La partita stenta a decollare, perchè se la Roma crea poco la Juve fa altrettanto. Tiago non convince, Poulsen ha forza in interdizione e intelligenza calcistica, ma non illumina mai. I due terzini non sono in grado di produrre giocate decisive. Così l'unica ispirazione oltre a Giovinco è Del Piero, che trova spazio tra le linee e sale di tono quando il pressing giallorosso cala d'intensità.
IAQUINTA SHOW- I minuti passano e succede poco. Fin quando Giovinco, dopo aver chiuso l'uno-due con Poulsen, trova il mobilissimo Iaquinta, che controlla e libera un destro incrociato che non dà possibilità a Doni. La Roma accusa e la Juve chiude il tempo con un possesso palla che non sempre è nelle sue corde.
DALLE STALLE ALLE STELLE - Spalletti sa bene che l'unico modo per tornare in sella è alzare il ritmo: la Roma propone un inizio di secondo tempo aggressivo e la Juve si fa chiudere in area. E succede l'imponderabile: i bianconeri, la squadra più temibile della serie A sulle palle inattive e che in difesa non soffre molto queste situazioni, lasciano solo Loria che di sinistro batte Buffon. Il calcio offre un'altra storia delle sue: è proprio il più contestato a togliere per un po' le castagne dal fuoco a Spalletti col suo primo gol in giallorosso. Evidente l'errore di Brazzo Salihamidzic che perde l'uomo come un giocatore della sua esperienza non dovrebbe mai fare. Una macchia nella partita del bosniaco, comunque positiva.
INARRESTABILE - Ma la Roma non fa in tempo a gioire che una deviazione di Riise su cross dalla destra di Grygera consente a Iaquinta di bruciare Mexes e di superare di testa Doni. Con la prima doppietta stagionale fanno sei in campionato. Giallorossi anche un po' sfortunati. L'ex centravanti dell'Udinese è in serata di grazia: al 17' gestisce bene un tre contro tre in contropiede e serve a Del Piero la palla del 3-1. Sembra fatta con Doni a terra, ma Riise evita un gol fatto. La Roma resta a galla.
DILAGANTE - Spalletti ci prova con Montella per Loria, ma i giallorossi non hanno armi. Così la Juve può chiudere i conti. Prima con un colpo di testa di Mellberg (complimenti a chi l'ha strappato all'Aston Villa a parametro zero) su corner di Del Piero, poi con una perla di Nedved che trafigge Doni con un sinistro al volo da fuori area da sigla televisiva. Lo svedese aveva segnato l'altro suo gol in campionato proprio all'Olimpico, nell'1-1 contro la Lazio. Mancherebbero più di dieci minuti, che però servono solo per bagnare l'esordio in A con gol sfiorato di D'Alessandro (classe 1991). La Juve non inferisce e continua ad alitare sul collo dell'Inter. Perchè lo scudetto lo possono perdere solo i nerazzurri. Ma in quel caso non esserci sarebbe imperdonabile.

Roma-Juventus 1-4

LA LAZIO CADE ANCORA

E' arrivata la primavera, a Catania. Non che prima fosse inverno, sportivamente parlando, ma la vittoria 1-0 dei siciliani sulla Lazio sa tanto di missione quasi compiuta . Missione salvezza, ovvio. Bel gioco, prestazione convincente, tre punti in cassaforte: +13 punti sulla terz'ultima, in attesa che si completi il 29° turno. Zenga può ritenersi soddisfatto; Paolucci, autore del gol decisivo, deve ritenersi soddisfatto. Di contro, Lazio deludente e svagata. L'eventuale pareggio raggiunto su rigore sarebbe stata una maschera troppo sottile per coprire le magagne. Ma Pandev, il tiro dagli 11 metri l'ha sbagliato. Giusto così.
TRIDENTE - Era nell'aria, ma sulla carta si vede solo al fischio iniziale: Zenga non vuole coprirsi e sceglie il tridente. Paolucci dentro, quindi, e non Izco. Accanto a lui, Martinez e Mascara. Lazio senza Matuzalem (dentro Manfredini) e che, nella rotazione delle punte, lascia fuori Zarate. Kolarov squalificato, in difesa si rivede Radu.
OVUNQUE MASCARA - Superare la metà campo: nel primo quarto d'ora la missione degli ospiti, non sempre coronata dal successo, è questa. Perché il Catania spinge di brutto: corsa e pressing, ripartenze e copertura efficace degli spazi. Il miglior interprete della sarabanda siciliana si chiama, e come altrimenti, Peppe Mascara. Largo a sinistra, scopre le lacune difensive di Foggia e mette nei guai Lichtsteiner. In più copre. Uno così è pane vero per ciascun allenatore. Il fantasista siciliano sfiora anche due volte il gol su punizione.
BREAK - Il brutto per la Lazio è che quando mette fuori il naso prende gol in contropiede. Da calcio d'angolo, peraltro. Il break catanese è di rara efficacia. Da Tedesco a Mascara, che vede l'inserimento di Pablo Ledesma: sinistro dell'argentino che diventa un assist per Paolucci. A porta vuota il prodotto del vivaio Juve non può esimersi. E' l'1-0, il suo settimo gol in campionato. Rossi capisce che la mareggiata è in arrivo, e per coprirsi inverte gli esterni. Mossa che paga i suoi dividendi, perché Foggia a sinistra fa più paura, non dovendo marcare Mascara. E a fine primo tempo sfiora il gol, addirittura di testa.
MOLLE PANDEV - Illusorio, il finale di primo tempo degli ospiti. Con Bizzarri che vola all'angolino per smanacciare fuori un destro al volo di Lichtsteiner. Segnali di vita abbastanza estemporanei. Come estemporanea, per non dire sorprendente, è l'azione che porta Pandev a tu per tu con Bizzarri. Silvestre, per evitare guai, abbatte il macedone. Rigore e ammonizione. Dal dischetto l'ex di Ancona e Inter, però, si fa ipnotizzare dal portiere argentino. Brutto, il sinistro di Pandev. Di lì a poco sostituito da Zarate.
GRINTA - Di pericoli, in area catanese, non ne arrivano più. Dall'altra parte, in compenso, Paolucci butta via un paio di contropiede, ma la grinta che mettono i vari Tedesco e Biagianti sommerge il centrocampo laziale. Il finale è abbastanza sereno dalle parti di Bizzarri; Zenga urla ai suoi di crederci, e di continuare a lottare. Incitamento retorico, la squadra fa da sé. Rossi butta dentro anche Meghni, per cercare un guizzo. Niente. Il fischio finale profuma tanto di "quasi salvezza" per i siciliani. Zenga vuole 42 punti, per ora il Catania è a 37. Ma potrebbe arrivare presto alla quota prestabilita. La Lazio? Rimandata. Alla Coppa Italia, di fatto l'ultima possibilità per i biancocelesti di arrivare in Europa.




Catania-Lazio 1-0

sabato 21 marzo 2009

PALINSESTO 29a GIORNATA SERIE A SU TVCALCIO

Sabato 21 Marzo h 18
Catania-Lazio (live)
Sabato 21 Marzo h 20.30
Roma-Juventus (live)
Domenica 22 Marzo h 15
Inter-Reggina
Genoa-Udinese
Torino-Sampdoria
Chievo-Palermo
Bologna-Cagliari
Fiorentina-Siena
Lecce-Atalanta
 Tv Calcio Goal! (live) in collegamento tutti i campi per i gol in diretta
Domenica 22 Marzo h 20.30
Napoli-Milan (live)

N.B. Tutte le partite saranno visibili nel portale calcio live.

venerdì 20 marzo 2009

DOTTOR MOU


E' ufficiale: Josè Mourinho non corre il rischio di finire la carriera con "zero titoli" accademici. Per lo Special One è giusto in arrivo una laurea honoris causa, in Motricità umana. Lunedì la cerimonia all'università di Lisbona. Ma a testimonianza del periodo non proprio eccezionale per il tecnico di Setubal, ecco che in Portogallo scoppia la polemica: "Troppo presto per una laurea a Mou" sostiene un gruppo di accademici contestatori.

La protesta è seria. La commissione che si è espressa per il riconoscimento della laurea honoris causa non lo ha fatto all'unanimità. Chi ha votato contro ora punta i piedi. "Altri uomini di sport avrebbero meritato prima di Mourinho tale onore. Alla cerimonia di lunedì non ci saremo".

"Statevene pure a casa, tanto in Aula Magna non c'è posto per tutti" è stata la piccata risposta del Rettore della Facoltà, Fernando Ramoa, che ha voluto la laurea per Mou. Come dire che il portoghese, a prescindere dal contesto, sembra fatto apposta per dividere. Troppo 'vivace' per passare inosservato, troppo schietto per non suscitare ammirazione o fastidio. In una parola, semplicemente, speciale.

CHELSEA-LIVERPOOL & BAYERN-BARCA


Non ci saranno semifinali tutte inglesi in questa edizione della Champions League. Lo ha deciso l'urna di Nyon, da dove sono usciti gli accoppiamenti per i quarti di finale, in programma il 7/8 e 14/15 aprile. Sorteggio benevolo per i campioni in carica del Manchester Utd, che dovranno affrontare il Porto, e per l'Arsenal, che se la vedrà col Villarreal. Sarà derby, invece, tra Liverpool e Chelsea. Sfida stellare tra Barcellona e Bayern Monaco. Nei sorteggi di Uefa sfortuna per l'Udinese, che pesca l'avversario forse può ostico, i tedeschi del Werder Brema.

A far festa sono soprattutto i "Red Devils", che hanno avuto in sorte quella che forse è la squadra più debole delle otto ancora in corsa. Non sta peggio l'Arsenal, anche se contro il Villarreal qualche rischio in più lo corre, in particolare per il clima bollente che troverà in Spagna.

Il vero spettacolo, insomma, lo regaleranno le altre due partite. Da una parte la sfida fratricida tra Liverpool e Chelsea, dall'altra quella ad alto tasso tecnico tra Barcellona e Bayern.

Il tutto mentre l'Italia si deve accontentare di fare il tifo per Toni, Rossi e Dossena.

CHAMPIONS LEAGUE

Quarti di finale (7/8 aprile - 14/15 aprile)
1 Villarreal - Arsenal
2 Manchester United - Porto
3 Liverpool - Chelsea
4 Barcellona - Bayern Monaco
(La prima squadra in casa all'andata)

Semifinali (28/29 aprile - 5/6 maggio)
Vincente di incontro 2 - Vincente di incontro 1
Vincente di incontro 4 - Vincente di incontro 3
(La prima squadra in casa all'andata)

Finale a Roma il 27 maggio

COPPA UEFA
Quarti di finale (9 aprile - 16 aprile)
1 Amburgo - Manchester City
2 Paris Saint Germain - Dinamo Kiev
3 Shakhtar Donetsk - Marsiglia
4 Werder Brema - Udinese

Semifinali (30 aprile - 7 maggio)
1 vincente 4 - vincente 1
2 vincente 2 - vincente 3

giovedì 19 marzo 2009

170 MLN PER C.RONALDO E KAKA'


Il Real Madrid si appresta a voltare pagina. Alla guida del club più titolato di Spagna si prepara a tornare Florentino Perez, che in questo momento è l'unico candidato alla presidenza nelle elezioni che si svolgeranno a breve (la data è ancora da stabilire). Secondo il giornale spagnolo 'Sport', Perez, in caso di rielezione al vertice del sodalizio castigliano, punterebbe subito a ricostruire una squadra 'galactica', cercando di assicurarsi elementi come Cristiano Ronaldo e Kakà, già ambito dal Ramon Calderon.

La stella portoghese del Manchester United verrebbe a costare intorno ai 100 milioni, mentre il cartellino di Kakà - secondo il giornale - verrebbe valutato fra i 60 ed i 70 milioni di euro: i due guadagnerebbero circa 12 milioni di euro a stagione. Kakà, scrive il giornale, sarebbe pronto a porre fine alla propria carriera a Milano. Il brasiliano non sarebbe in sintonia con il progetto elaborato da Berlusconi, che ha cercato di allestire una squadra piena di stelle, a immagine e somiglianza del Real di Florentino Perez.

Dopo l'arrivo di Ronaldinho, Kakà non si sentirebbe a proprio agio nell'attacco del Milan e cercherebbe una via d'uscita. L'offerta attira Perez che non ha mai nascosto di voler vedere Kakà con la 'camiseta blanca' addosso. Il neopresidente annuncerebbe le due operazioni di mercato in coincidenza con la presentazione della propria candidatura.

Raul o Higuain, attualmente titolari, sarebbero destinati a fare spazio alla nuova coppia di attaccanti. Sempre secondo il giornale 'Sport', Perez, per allestire uno staff dirigenziale all'altezza, punterebbe anche sull'ex attaccante dell'Argentina campione del mondo 1986, Jorge Valdano, e sul francese Zinedine Zidane.

DIEGO:"ADDIO WERDER"


Il futuro di Diego è sempre più lontano dal Werder Brema. Per la prima volta il fantasista brasiliano ammette che quella in corso potrebbe essere la sua ultima stagione con la maglia del club tedesco. "Il fatto è che c'è la possibilità che possa andare via - le sue parole - Sono qui da tre anni e ne ho ancora altri due di contratto ma ci sono delle offerte per me, perciò dovrò decidere cosa fare". Diego ribadisce che "al momento penso solo al Werder, quando saremo a maggio decideremo cosa è meglio per me e per la società".
NON SOLO JUVE - Il brasiliano è nel mirino della Juventus ma non solo. Negli ultimi tempi si è parlato anche di un interesse dell'Inter e pure in Spagna e in Inghilterra non mancano estimatori dell'asso brasiliano. "Ci sono club dei tre campionati migliori del mondo che mi vogliono, credo che a qualsiasi giocatore del mondo piacerebbe giocare in queste squadre e questo vale anche per me. Parlo di club che giocano sempre ai più alti livelli, anche in Europa".

GATTUSO:"NOI AVREMMO ELIMINATO IL MANCHESTER"


"Se il Milan avesse affrontato il Manchester, l'avrebbe superato...". Stoccata all'Inter di Rino Gattuso che ha presentato questa mattina l'iniziativa per la costruzione di un campo di gioco a Schiavonea, in provincia di Cosenza, suo paese natale, promossa dalla sua Fondazione "Forza Ragazzi"; valore 550mila euro.
PARTITA SECCA - Il centrocampista del Milan, lungodegente, stuzzica l'Inter eliminata dai Red Devils negli ottavi di finale della Champions League e motiva così le sue certezze. "Nella partita secca noi possiamo ottenere risultati imprevedibili". Per poi essere critico con se stesso e il Milan: "Per noi comunque adesso è importantissimo tornare in Champions, un anno di Coppa Uefa è stato pesante" ha ammesso Gattuso.
INGAGGIO PIU' BASSO - Champions significa introiti e con la recessione che dilaga centrare l'obiettivo della qualificazione è fondamentale. E in piena crisi finanziaria il rossonero è anche disposto a compiere sacrifici: "In periodi così io sono favorevole all'eventuale riduzione dell'ingaggio. Ne ho già parlato con Galliani. Se la società mi chiederà una riduzione io sono pronto".
DIFESA DA RIVEDERE - Intanto c'è da consolidare il terzo posto vincendo domenica a Napoli. "Sarà molto difficile per noi. A complicare i nostri piani ci si è messo anche l'arrivo di Donadoni, ma se vinciamo ipotechiamo il terzo posto. Per noi è un obiettivo importante". Ma, nonostante la crisi, sarà opportuno adeguare la rosa. "Se smette Maldini e se a Favalli non viene rinnovato il contratto, oltre a Thiago Silva serve un altro difensore", sottolinea Gattuso. Fondamentale anche il suo recupero: "Martens non mi autorizza a tornare in campo prima di cinque mesi dall'infortunio quindi se ne parla a maggio" ha concluso il campione del mondo.

mercoledì 18 marzo 2009

DIARRA-INTER SI FARA'


"E' una grandissima possibilità. Mahamadou Diarra è un giocatore che potrebbe finire all'Inter". Frederic Guerra, procuratore del centrocampista maliano del Real Madrid, si sbilancia, predicendo per il suo assistito un futuro nerazzurro. "Ora lui si trova in un grande club - ha detto a calciomercato.it - ma ce ne sono altri in cui potrebbe trasferirsi. Al momento non abbiamo avuto contatti con l'Inter, ma è una possibilità molto attuale".

"In Europa non ci sono altri centrocampisti come Mahamadou - ha proseguito Guerra - e quei pochi al suo livello, come De Rossi, Gerrard o Lampard restano nelle loro squadre. Per questo è l'attualità a farmi dire che la destinazione nerazzurra è una grandissima possibilità, nonostante per ora non ci siano stati contatti ufficiali". Crescono dunque le chances dell'Inter di assicurarsi il primo rinforzo di livello in vista della prossima stagione, proprio come richiesto da Josè Mourinho per puntare all'obiettivo Champions League. Con Diarra i nerazzurri andrebbero ad aggiungere sostanza e forza fisica al loro centrocampo.

Frederic Guerra ha parlato delle possibili destinazioni future anche di altri suoi assistiti: "Clerc è un terzino destro che piace in Italia, ma ci sono tante altre squadre interessate a lui, come il Bayern Monaco, che ha perso Sagnol. La Juve? Anche Inter e Milan cercano un terzino. L'Italia comunque è una destinazione che piace al ragazzo, ma adesso non posso dire quali club mi abbiano contattato". L'agente si è poi espresso anche su Anthony Mounier, del Lione: "E' un centrocampista con un anno di contratto che interessa ad alcune società italiane con le quali ho già parlato. Se sono club di prima fascia? Sì".

MARINO:"BORRIELLO CI PIACE"


Napoli-Milan, come ai bei vecchi tempi. Anche se non ci sono scudetti in palio, anche se la stagione di entrambe ha già prosciugato i traguardi. Pierpaolo Marino presenta così la sfida tra partenopei e rossoneri: "Il Napoli staziona in una posizione che attualmente non prevede grossi danni né grossi miglioramenti - dice il dg azzurro - ma è una partita che alla fine degli Anni 80 valeva lo scudetto. Io credo che quel clima si viva ancora a Napoli".

"Nonostante il momento non esaltante della squadra il pubblico ci farà registrare il tutto esaurito già nelle prossime ore" puntualizza Marino all'ingresso in Lega Calcio.

"In programma c'è dunque una partita che è una classica e si aggiunge, come motivo in più, la presenza di Roberto Donadoni, che una volta scendeva in campo come avversario e che oggi invece starà sulla panchina a guidare gli azzurri. Sara' un'emozione per lo stesso Donadoni, ma anche per i dirigenti del Milan che se lo troveranno contro cosi' come era gia' accaduto loro quando lo incrociarono sulla panchina del Livorno" ha proseguito poi il dg.

MARINO SU BORRIELLO: "CI PIACE"
Marino ha speso due parole anche per l'attaccante napoletano del Milan Marco Borriello: "E' un giocatore che ci piace però è prematuro parlarne ora - spiega il dg -. Credo che su Borriello il Milan abbia puntato molto e non credo che gli infortuni abbiano condizionato il giudizio della società nei suoi confronti".

martedì 17 marzo 2009

IBRA,VOGLIA DI ANDARE VIA


Attenta Inter, Ibra è tentato d’andarsene. E stavolta non per una questione di soldi. I tormenti dello svedese sono in incubazione da settimane. Ma il là Zlatan l’ha dato domenica sera con quella frase sibillina detta in tv dopo la doppietta alla Fiorentina: "La prossima Champions? Vediamo, dobbiamo vedere...". E come contorno l’attaccante ha regalato anche un commento amaro: "Bisogna giocare molto meglio: perché così può bastare per il campionato, non per la Champions".

AUGURI TRAP!!!


Tutti bravi a vincere coppe e scudetti, troppo facile, così come autoproclamarsi speciali. Giovanni Trapattoni, nato il 17 marzo 1939 a Cusano Milanino (allora piena campagna del Nord Milano) è speciale davvero. Perché da sempre si porta dentro la passione per il calcio, il talento che lo ha reso l'allenatore italiano più vincente di tutti i tempi. Soprattutto porta con sè, a dispetto di una fama planetaria, una carica umana che lo ha fatto amare ben oltre i patrii confini. Ed è per questo che oggi, suo 70.mo compleanno, lo vogliamo celebrare con un sorriso che in più di un caso esplode in una risata vera e propria, proponendo una sorta di "best of" (visto che ora l'inglese lo deve parlare pure lui) delle sue frasi celebri raccolte in giro per il web. Sfondoni o acrobazie dell'eloquio (qualche volta create ad arte) che hanno divertito e lo hanno reso uno dei pochissimi grandi del calcio acriticamente amato da tutti. Questa la nostra "top ten" (e dai, con sto inglese...)

1. Uno allenatore non è un idiota. Questi giochi, come due o tre giocatori erano deboli come una vuoto bottiglia. Strunz! Strunz! E' due anni qua, ha dieci partite giocato, è sempre infortunato. Cosa permettiamo? Strunz. Hanno molto simpatico compagni, mettete in dubbio i compagni! Devono mostrare adesso io voglio, sabato questi giocatori devono mostrarmi e i suoi fans devono da soli lo partita vincere. Io sono stanco adesso il padre di questi giocatori. Uno è Mario, uno, un altro è Mehmet. Strunz al contrario è uguale. Io sono terminato

2. Mai dire gatto se non ce l'hai nel sacco.

3. Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo.

4. C'è maggior carne al fuoco al nostro arco, anche se l'arco lancia le frecce

5. Giocatori con caratteristiche diverse poi si eludono a vicenda e diventa poi anche difficile proporsi in emozione come usate dire voi.

6. Sia chiaro pero' che questo discorso resta circonciso tra noi.

7. Il nostro caso e' prosa, non poesia.

8. Direi, forse, senza dubbio, forse che per vincere oggi ci è mancato un uomo, più che un uomo direi un uomo... (riferito all'assenza di Lothar Matthaeus)

9. Il propagandarsi o l'essere il protagonista comunque sulla base quotidiana dei mezzi di comunicazione, e' una esigenza che molti hanno ma che e' altamente inflazionistica.

10. Questo mio atteggiamento e' un attestato. E io ci credo molto perche' e' credibile.


Queste le nostre personali scelte. Ma vi invitiamo a leggere anche tutto il resto. E soprattutto, a fare gli auguri a questo straordinario ragazzo classe 1939.


- Chiesero a Giovanni Trapattoni: "Allenerà mai la Nazionale?". Rispose: "No. Diciamo che puntualmente ogni tanto affiorano queste situazioni però lasciamo stare come stanno le cose perché mi sembra che da un'analisi fatta di una gara si sia voluto così creare una situazione fumogena molto, molto intensa".

- Abbiamo ritrovato il nostro filo elettrico conduttore.

- Ho voluto vedere cosa c'era dentro le viscere di questa truppa.

- La nostra è una situazione di classifica non dico tranquilla. Ma sicuramente tranquilla.

- Sono lucido e non rincoglionito come crede qualcuno.

- In questa squadra c'è ancora molto petrolio da estrarre.

- Nella mia lunga carriera sono stato morso da otto scorpioni. Ormai ho dentro l'antidoto.

- In quel momento della partita eravamo un po' come il serpente con la coda in bocca.

- Non vorrei che a enfatizzare troppo certe situazioni da una parte e non dall'altra finisce che si crea una uniformita' di idee e non una forma equivalente generale: noi abbiamo giocato bene.

- Credo che già precedentemente ebbi modo di dire, tante volte il tocco delle campane è bene sentirli tutti. In genere c'è il din don dan nelle campane, no? Sentire magari il solito rintocco din din din va a finire che non si sente il don dan, quindi c'è un'altra musica. Io ho voluto chiarire alcuni concetti.

- Io direi che non è la prima partita io direi che non è anzi è forse se andiamo a vedere e forse una delle più numerose partite giocate così forse non tutte si vorrebbe che fossero tutte così.

- Noi non abbiamo vie di mezzo: o stiamo sulla luna o andiamo nel pozzo. Quando ti abitui allo zucchero non accetti più il sale.

- Non sono ne' la Lollobrigida, ne' Marylin, non merito tante attenzioni, sebbene spesso abbia anch'io un bel culo!

- Bisognerebbe che le gare fossero gestite con un minimo di pazientosità.

- Non mettiamo il carro davanti ai buoi, ma lasciamo i buoi dietro al carro.

- E' estremamente delicato, un tema che si è già dibattuto, e sul quale si andrebbero ad avere delle alienazioni, squadre di città minori e quindi il calcio io credo che in Italia sia veramente un grosso treno culturale e quindi, tutto sommato, ritengo che in questa forma possa mantenere e gestirsi sull'arco nazionale ancora abbastanza equamente ben distribuito

- Questi giocatori, nonostante il nostro paternalismo e il dialogo psicologico che a volte abbiamo, leggendo sui giornali certe frasi sono un po' umoralmente piuttosto abbacchiati, abbiamo il dovere non demagogico, magari di riservatezza.

- Caratterialmente abbiamo dimostrato che alla base c'e' anche il carattere.

- E' un derby che, dolenti o nolenti, conta il risultato.

- La ricordate la storia di Golia e del gigante? È come nel film "Il sesto potere" (che non esiste, ndr. E' "Quarto potere") Le tensioni sono aumentate al mille... di più, all'un per mille!.

- Penso alla tutela della struttura societaria che vada tutelata.

- La vita ci dà martellate sui calli.

- Bisogna costruire mattoni per essere solidi come il cemento armato

- Non sono il mago Zurlì.

- Non sono ne' la Lollobrigida, ne' Merilyn, non merito tante attenzioni, sebbene spesso abbia anch'io un bel culo.

- Un palo che non para è una sola.

- Forse se andiamo a vedere, è una delle più numerose partite giocate così.

- Questo qui e' domenicalmente abbastanza appurabile.

- C'e' una propensione minore ad accettare un po' piu' serenamente, goliardamente un po' i risultati. .

- Non inseguo piu' chimere, le lascio a Sacchi.

- Icaro volava, ma Icaro era un pirla.

- Si gioca fino alla fine! Anche la Lituania ha giocatori che giocano in giro per l'Europa. Non è più come prima: i giocatori della Lituania giocavano le renne ai piedi?

- Quando sento parlare di immagine, penso immediatamente a certi bei limoni che poi, al momento dell'apertura, sono completamente senza sugo.

- Posso spezzare ancora una lancia a favore ? Mi sembra che qualche mese fa si sia parlato di una nuova filosofia, no ? Il famoso passaggio indietro che non dovrebbe interrompere la cosa, qui siamo sulla barriera veloce, gli daremo di punta la punizione per accelerare i tempi e l'ostruzionismo di fermare il gioco in questo senso dico che sia, c'è un orientamento anche in tale senso di portare un miglioramento a quello che è l'interruzione o me. Diventano momenti di flipper.

- Bisogna far esasperare un po' di di di di ruota da titolare. Vuol dire che sono giocatori che hanno ... le quali passati avevano delle qualità per le quali per i risultati raggiunti .. quindi è stato un riconoscimento più che meritato attribuire questo premio.

- Direi .. non è la prima partita, io direi che non è, anzi, forse, se andiamo a vedere, sicuramente una delle più numerose partite giocate così; forse non tutte si vorrebbe che fossero tutte così. Ma non ho ... ci sono delle caratteristiche soggettive che è inutile andare a ... ogni tanto si forma un po' di di di di ..sull'ottone si forma un po' di opacatezza, poi lo tiri via e torna lucido, lo so, perfettamente. Ci sono degli elementi che questo tipo di plasmaggio caratteriale, così, .. viene col tempo no? Io queste cose le conosco, oggi magari è una partita che ci voleva la sciabola.

- La squadra sta compiendo quel gradino per mettersi sullo stesso pianerottolo delle altre.

- C'e' un organo ben preposto che devono stabilire se si puo' fare o non fare. Non so se tu partecipi solo in questa circostanza ad un evento del genere o se non hai mai visto

- Quelli della Domenica che mettono su la maglia con su... hanno fatto anche quella della Pace, no?, oppure per altre malattie.

- L'essere eruditi e preparati ha avuto una sua necessità.

CRUZ E TREZEGUET NEL MIRINO DEL MILAN


Uno, addirittura, sarebbe stato timidamente già avvicinato. Si chiama Julio Cruz e alla sua porta ha bussato il Milan, che, sottotraccia, sta vagliando il mercato alla ricerca di punte. Perchè dietro Pato e l'highlander Inzaghi, c'è il rischio di un vuoto determinato dall'incognita-Borriello e dal flop di Shevchenko. Si pensa, dunque, all'eventualità di prendere un attaccante esperto, di grande curriculum: sulla lista c'è anche David Trezeguet

Da tempi non sospetti il bomber di casa Juve è stimatissimo dai dirigenti del Milan (massime Silvio Berlusconi), attenti a tendere l'orecchio verso Torino per capire come si sta evolvendo la crisi fragorosamente esplosa sette giorni fa tra giocatore, Ranieri e società. Certo, l'eventuale corteggiamento nei confronti di Trezegol sarebbe una questione di portafoglio, oltre che di cuore: l'attaccante è sotto contratto con Corso Galileo Ferraris fino al 2011 e, se mai decidesse di disfarsi del suo ribelle più amato, Madama non sarebbe incline ai saldi, nemmeno per uno che il 15 ottobre prossimo giungerà alla boa dei 32 anni, assai importante per un giocatore.

Una storia che invece non toccherebbe i soldi (se non quelli, va da sé, dell'ingaggio) è quella che coinvolge Julio Cruz, che sembra avere definitivamente perso la battaglia del rinnovo con l'Inter. Moratti si è arreso, ha vinto Mourinho e al Giardiniere più prolifico del mondo del pallone non resta che fare le valigie. I primi indizi sul suo futuro stanno portando all'estero: il Monaco si è già fatto sotto con proposte concrete. Ma un'altra chiamata, qualche tempo fa, è già arrivata e proveniva dal distretto telefonico di Milano. Il Diavolo, oltre ad avere verificato più volte sulla sua pelle il valore dell'argentino, porta sempre con sé il ricordo di tante felici operazioni compiute con i "divorziati" dell'altra parte del Naviglio, da Pirlo a Seedorf, da Brocchi a Favalli. Arrivato, quest'ultimo, a parametro zero e utile alla causa a tal punto da essere ancora in corsa, a 37 anni, per un prolungamento di un ulteriore anno. Al Milan va così.

domenica 15 marzo 2009

SERIE A GALLERY 28a giornata

Siena-Milan 1-5


Reggina-Napoli 1-1


Udinese-Catania 1-1


Palermo-Lecce 5-2


Gli altri hlts saranno disponibili tra poco...

SCAMBIO BENTLEY-QUARESMA A GIUGNO


La lezione subita dal calcio di Sua Maestà avrebbe spinto José Mourinho a pescare dalla Premier League. Dall'Inghilterra, infatti, fanno sapere che l'allenatore interista vorrebbe portare a Milano il centrocampista di fascia del Tottenham, David Bentley. La società nerazzurra avrebbe proposto per la prossima stagione uno scambio con il portoghese Ricardo Quaresma, arrivato al Chelsea in prestito dall'Inter durante il mercato di gennaio.

Bentley, 24 anni, conta diverse presenze nell'Under 21 inglese: in particolare si è messo in evidenza segnando una splendida punizione duranta la sfida con l'Italia giocata in occasione della riapertura dello stadio di Wembley nel marzo 2007.

Il giocatore, però, sta trovando poco spazio nel Tottenham, lasciato ai margini da Redknapp, e avrebbe voluto trasferirsi già a gennaio. L'Inter, invece, alla fine decise di liberarsi di Quaresma senza sostituirlo immediatamente.

L'obiettivo di Mourinho, infatti, era Jermaine Jenas, ritenuto tuttavia incedibile dagli Spurs, che avevano sì offerto Bentley per avere il portoghese, ma con la richiesta di un conguaglio ritenuto esagerato per solo metà stagione.

Questa richiesta stoppò ogni possibile trattativa. Adesso le parti si sarebbero riavvicinate e l'operazione potrebbe finalmente andare in porto.

sabato 14 marzo 2009

GIOVINCO TRASCINA LA JUVE

Trascinata da un grande Giovinco, la Juventus risponde col cuore all'eliminazione dalla Champions e all'Olimpico ribalta il risultato contro il Bologna nell'anticipo della 28esima giornata. Ospiti in vantaggio al 24' con Mutarelli, poi nella ripresa la riscossa bianconera. Pareggia Salihamidzic al 4', raddoppia la 'Formica Atomica' al 26', chiude i conti Alessandro Del Piero al 30' e al 43'. Finisce 4-1. Juve momentanemante a -4 dall'Inter.

LA PARTITA

Il vecchio capitano e il nuovo idolo del popolo bianconero. Del Piero e Giovinco (insieme ad un eccellente Salihamidzic) firmano un successo fondamentale, fatto di cuore e carattere. Un macigno il 2-2 di martedì con Chelsea, un terremoto il botta e risposta mediatico Trezeguet-Ranieri. Aggiungeteci il ko di Nedved in Champions e l'infortunio di Amauri di allenamento. Il cocktail, velenosissimo, era pronto per essere servito.

Juventus-Bologna 4-1


E il Bologna, per 45 minuti, è stato abilissimo nel vestire i panni del killer. Poi qualcosa è cambiato. La squadra tornata in campo nel secondo tempo ha aggredito l'avversario al collo, strozzando l'entusiasmo di Di Vaio e compagni. Pareggio di marca bosniaca, poi la tripletta di scuola Juve. I numeri dicono più Alex di Sebastian, la sostanza invece è che il giovanotto, che già aveva fatto disperare il Chelsea martedì, ha sfoderato la miglior prestazione di sempre in bianconero.

Un gol solo è un premio personale fin troppo limitato per la 'Formica Atomica', che ha guidato la squadra per 89 minuti, fin quando Ranieri gli ha concesso (un minuto prima di Del Piero) la giusta ovazione, al cambio con Daud. La Juve lo aveva promesso, dopo il Chelsea: "Non molleremo niente". Questa era la prova del fuoco. Adesso tocca agli altri.

GENOA NON SI FERMA

Per trovare la forza di credere a un sogno più grande di se stessi bisogna raschiare non solo il barile. Ma anche qualcos'altro. Il Genoa vince 1-0 a Cagliari grazie a un colpo d'ala del pollo Olivera (il soprannome non l'abbiamo certo scoperto noi). Tre punti tanto importanti per la rincorsa al quarto posto, quanto non profondamente meritati.

Perché la partita vira al 39' del primo tempo. Quando Gervasoni estrae il secondo giallo in faccia a Cossu per un fallo 'tattico'. Esagerato. Da qui in poi il Cagliari cambia aspetto e anche marcia. Inaspettatamente. Il Genoa vede il baratro su un colpo di nuca di Lopez (palo).

Allegri non concede sconti. Lascia la squadra intatta. E nella ripresa i suoi si ritrovano davanti a Rubinho due volte. Fini e Lazzari, però, sono accomunati dal solito e triste destino. Quello di vedersi respinta la conclusione da Rubinho. Ottima sagoma da prendere in pieno.

Il Genoa balbetta in difesa e non trova spazi laddove potrebbero allungarsi distese di campi da coltivare. Jankovic e Sculli liberano i loro tiri da lontano, sganciando sassate che trovano Marchetti sveglio e la porta un poco più bassa. Quando Milito coglie in pieno la traversa da una distanza minimalista, si avverte nell'aria un'aria strana.

Il gol che arriva a cinque minuti dalla fine è confezionata dalla ditta Palladino-Olivera (entrambi subentrati). Cross dalla destra, Olivera tutto solo insacca. Una disattenzione nell'arco di novanta minuti pagata a caro prezzo. Di contro, il Genoa capisce. Quando i sogni son così grandi...

Cagliari-Genoa 0-1

POKER LIVERPOOL

E' un vero e proprio show quello messo in scena all'Old Trafford dal Liverpool, che dà ai Reds la vittoria sul Manchester United nella 29.esima giornata di Premier League. La squadra di Ferguson si porta in vantaggio con un rigore di Ronaldo al 23', ma viene rimontata già nel primo tempo da Torres e da un penalty di Gerrard. Nella ripresa espulso Vidic e punizione vincente di Fabio Aurelio. Nel finale splendido pallonetto di Dossena per il 4-1.

LA PARTITA

Ricordate il Liverpool degli scorsi anni, che faceva tanto bene in Champions League senza mai riuscire a confermarsi dentro i confini inglesi? Bene, ora potete definitivamente archiviare quel ricordo, perchè i Reds, messi in campo come sempre alla grande da Rafa Benitez, si sono prodotti in una straordinaria prova di forza all'Old Trafford. Se il punteggio finale di 4-1 è forse troppo severo per il Manchester United, il successo del Liverpool non fa una piega, perchè gli ospiti hanno manovrato meglio e si sono mostrati molto più concreti in zona gol.

Eppure era stata la squadra di Ferguson a portarsi avanti, grazie a un rigore trasformato da Ronaldo per l'atterramento di Reina ai danni di Park. L'eccezionale pallone in profondità per il coreano era stato recapitato da un Carlitos Tevez migliore dei suoi. La reazione del Liverpool non si è però fatta attendere e ha avuto due protagonisti, uno volontario e uno involontario: il primo è stato un Fernando Torres eccezionale, nonostante le precarie condizioni fisiche. Il secondo un Nemanja Vidic davvero imbarazzante, quando solo pochi giorni fa una sua rete aveva punito l'Inter. Dopo il pareggio del centravanti iberico è stato un sempre decisivo Gerrard a procurarsi e a trasformare il penalty del 2-1.

Al rientro dagli spogliatoi i Red Devils hanno provato a ribaltare il risultato, spinti da Rooney e Ronaldo, che in questa fase hanno vissuto il loro miglior momento nella gara, ma gli ospiti hanno retto bene, prima di affondare ancora grazie a Vidic, autore di un fallo da espulsione su Gerrard lanciato a rete. Un eccellente Fabio Aurelio ha così trasformato la punizione del 3-1, prima che nel recupero il nostro Dossena mettesse il suo sigillo con un pallonetto da fuori area. Il Liverpool si porta così a meno quattro dallo United, sia pur con una gara in meno. La Premier League pare ancora saldamente in mano agli uomini di Ferguson, ma se la squadra di Benitez resterà su questi livelli sino a fine stagione ci sarà da divertirsi...

Manchester Utd-Liverpool 1-4

venerdì 13 marzo 2009

MOU VUOLE RIFONDARE L'INTER


"Ora so cosa serve per vincere la Champions", dice José Mourinho. Gli tocca però convincere Moratti. Se ci riuscirà, via libera a una piccola rivoluzione.
DIFESA - In porta, confermatissima la coppia Julio Cesar-Toldo. Poi, dietro, si ripartirà dagli intoccabili Maicon, Samuel, Chivu e Santon. Cordoba e Materazzi hanno un posto sicuro in rosa, ma toccherà a loro valutare i pro e i contro di un ruolo decisamente più marginale. Sul mercato, invece, caccia a un giovane già di buon valore: piace il danese Simon Kjaer, classe 1989, gigantesco centrale del Palermo sul quale hanno messo gli occhi i più grandi club europei. Rivas, Burdisso e Maxwell potrebbero portare euro importanti nelle casse nerazzurre.
CENTROCAMPO - E’ però a centrocampo che l’Inter deve intervenire pesantemente. Serve qualità e freschezza, ciò che Figo (un ingaggio molto oneroso in meno) e Patrick Vieira non sembrano più in grado di garantire. Branca e Oriali stanno pensando di sostituire il francese con uno fra Thiago Motta e Marek Hamsik. Piace soprattutto l’italo brasiliano del Genoa: sembra tra l’altro imminente un incontro con Preziosi. Capitolo trequartista: è Diego l’obiettivo numero uno. Il brasiliano del Werder ha convinto pure Moratti nel recente doppio confronto con il Milan. Restano a Milano Cambiasso, Zanetti, Muntari e Stankovic, vanno sul mercato Jimenez, Mancini, Obinna e Quaresma. In entrata buone chance per Palombo della Samp e D’Agostino dell’Udinese.
ATTACCO - Con Mourinho al timone è scontata la partenza di Cruz, il cui contratto scade a giugno. Via a parametro zero pure Crespo, mentre tornerà alla base Suazo, altra pedina importante per le casse di Palazzo Durini. Si ripartirà da Ibrahimovic e Balotelli, con Adriano non più sicuro partente a giugno. Mou vuole però un bomber di razza: sogna Drogba; Milito è la prima alternativa. Intanto, il d.t. Branca ha già annunciato il rientro alla base di Acquafresca.

SILVA ALLA JUVE:"PRENDIMI"


Ammira Del Piero, il suo idolo è stato Miki Laudrup, vorrebbe vedere Nedved continuare a giocare e sogna di vincere la Champions League. David Silva e la Juventus sono sempre più vicini. Il 23enne esterno sinistro spagnolo è da tempo il primo obiettivo della Juve per sostituire Nedved a fine stagione e adesso arrivano anche le prime conferme dallo stesso giocatore: "In Spagna non si parla d'altro e io aspetto. La Juve? Mi piace...".

Il Valencia, d'altronde, verte in condizioni economiche disastrose. La cessione di uno tra Silva e Villa è considerata indispensabile per la sopravvivenza del club e, in questo senso, la cessione di Silva e più probabile.

E, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, il centrocampista campione d'Europa con la Spagna ha 'chiamato' la Juve: "I bianconeri mi piacciono - ha detto Silva - ho soltanto 23 anni e devo ancora crescere. Però le sfide, anche quelle più impegnative, non mi spaventano". In casa Juve, si sa, il sogno è sempre la Champions League: "E' anche il mio...".

ANCELOTTI:"TUTTI FELICI PER L'ELIMINAZIONE DELL'INTER"


E' stato l'ultimo a piegare il Manchester e la cosa un po' lo inorgoglisce. Non per questo Ancelotti, intervistato dal Corriere, impartisce lezioni alle deluse di Champions. Anche se, dice, "il problema è la mentalità. Siamo troppo timorosi, gli inglesi giocano più spensierati". Poi, chiaro, una stoccatina a Mourinho, il tecnico rossonero non se la risparmia: "Sono tutti sono felici dell'eliminazione dell'Inter? Si chieda come mai...".

Come dire, che qualche attacco, Mourinho, se lo cerca. E qualche colpa, in fondo, ce l'ha pure lui. Speciale, forse, ma non perfetto: "E' normale che qualcuno sia contento dell'eliminazione dell'Inter, è accaduto anche lo scorso anno con il Milan. Normale, anche se non sportivo". E ancora: "L'Inter aveva tutte le credenziali per andate più avanti degli ottavi di finale - spiega il tecnico rossonero -. Il suo problema è che ha trascurato i vantaggi del primo posto nel girone iniziale. Avrebbe avuto meno possibilità di affrontare squadre come il Manchester. Di sicuro questo aspetto l'ha penalizzata...".

Tant'é che la missione europea delle squadre italiane è bella che finita. Resta l'Udinese, certo, ma presente e futuro, di fronte allo strapotere delle inglesi, è tutt'altro che roseo: "La mia impressione - prova a chiarire Ancelotti - è che gli italiani arrivino a questi appuntamenti con un eccesso di timore. Gli altri invece sono più spensierati. E' una questione di mentalità, soprattutto in trasferta ho visto partite timorose. L'Inter a Manchester ha giocato bene? Vero, ma è stata timorosa a San Siro. All'Old Trafford ha preso coraggio perché doveva rimontare. Dopo quattro minuti era già sotto di un gol... Arrivare in fondo alla Champions è difficile. Il mio Milan ha fatto certamente di più di quello che era nelle sue possibilità e lo ha fatto grazie alla mentalità di cui parlavo prima. Ferguson dice che il Milan è stata la migliore squadra degli ultimi anni? Credo sia vero. In fondo qualche segno in Europa lo abbiamo lasciato".

Già, lasciando fors'anche troppo spazio agli altri, leggi Inter, in campionato. Zanetti ha detto che lo scudetto vale come la Champions: non le sembra un po' la storia della volpe e dell'uva? "Proprio così, il fascino della Champions è unico...". Ma cosa dovrà fare il Milan per tornare a essere la squadra che ha estasiato Ferguson? "Prima di tutto dovrà rientrare in Champions. Poi - conclude Ancelotti - vedremo, perché la predisposizione per questo tipo di partite è rimasta, anche se contro le inglesi è dura. E credo sarà dura anche l'anno prossimo".

GRAZIE UDINESE


Con un gol di Quagliarella all'85' e un rigore di Di Natale al 93' l'Udinese supera per 2-0 i russi dello Zenit al Friuli nell'andata degli ottavi di Uefa. Nel primo tempo è la squadra di Marino a fare la gara ma la mira degli attaccanti è sbagliata. A inizio ripresa brivido per l'Udinese con la traversa colpita da Tymoshchuck. Handanovic salva due volte su Zyryanov ma nel finale prima Quagliarella (85'), poi Di Natale (93') chiudono il conto.

LA PARTITA
L'Udinese, dunque, non tradisce le attese e fa suo il primo atto della sfida con i detentori del trofeo. Gli uomini di Marino devono però attendere l'80' per trovare il gol, meritato per quanto prodotto nel corso di tutta la partita. Nel primo tempo in campo c'è soltanto l'Udinese. Lo Zenit gioca sotto ritmo e soltanto nel finale di frazione si fa vedere dalle parti di Handanovic. Là davanti Quagliarella e Di Natale sono in vena di invenzioni, ma la mira non è precisa.

Nella ripresa la formazione di Advocaat scende in campo con altro piglio e sfiora il vantaggio con Tymoshchuck, il cui tiro si stampa sulla traversa. Entrano poi in scena i due portieri, con Malafeev che si oppone a Di Natale e Inler e con Handanovic che salva su Zyryanov. Poi, a 5' dalla fine, ci pensa Quagliarella a metterla dentro. Di Natale rende la serata ancora più bella segnando il gol del 2-0. Tra una settimana il ritorno in Russia.

giovedì 12 marzo 2009

RIGORI FATALI ALLA ROMA


L'Arsenal vola ai quarti di Champions League eliminando la Roma ai calci di rigore. Al 9' del primo tempo la rete di Juan (poi uscito per infortunio) che pareggia quella realizzata all'andata da Van Persie su rigore. I 90 minuti e i supplementari terminano sull'1-0 per i giallorossi. Dal dischetto, decisivo l'errore di Tonetto, all'ottavo tiro, dopo quelli di Eduardo e Vucinic nella serie dei cinque. Italiane fuori dall'Europa che conta.

LA PARTITA

Chissà se Spalletti, al momento del rigore decisivo, ha pensato alla 'gufata' (come lo stesso tecnico giallorosso l'aveva definita) di Mourinho. Fatto sta che la Roma esce dalla Champions (dopo essere già da tempo uscita dalla lotta scudetto e dalla Coppa Italia) nel modo più amaro. Dopo un'andata difficile, nella quale l'Arsenal aveva rischiato di ipotecare seriamente la qualificazione, fallendo una buona serie di occasione, i giallorossi sono arrivati ad un passo dall'impresa, malgrado infortuni, acciacchi e forfait dell'ultima ora.

Fuori Mexes, bloccato dalla febbre, dentro Totti e Pizarro, in condizioni precarie. Ma l'emergenza romanista non ha raggiunto il suo capolinea nemmeno col fischio d'inizio. Juan ha lanciato il suo sos dopo 5 minuti ed ha alzato bandiera bianca al 28'. In mezzo, il gol che ha fatto sognare l'Olimpico e che ha trascinato i Gunners, ben diversi dalla squadra aggressiva e affamata vista all'Emirates, prima ai supplementari poi ai rigori, passando attraverso le proteste giallorosse per il contatto in area Clichy-Motta allo scadere del primo tempo.

E i rigori sembravano iniziati bene, con l'errore immediato di Eduardo, poi vanificato da Vucinic, capace in pochi secondi di distruggere una prestazione fino a quel momento positiva. E' finita all'ottavo tiro. Diaby l'ha messa dentro (e Doni poteva anche fare qualcosa di più per evitarlo), Tonetto l'ha sparata alle stelle. Arsenal ai quarti e poker inglese.

TABLOID VS MOU:"NON SEI PIU' SPECIAL ONE"


Nessuna corsa trionfante sulla riga di porta, nessuna esultanza scomposta. Quella è stata roba di cinque anni fa. Oggi la realtà è che Josè Mourinho non è più "special any more", come gli ha cantato per tutta la partita l’Old Trafford, mentre lo United batteva 2 a 0 l’Inter, portando a termine "la partita perfetta" che sanciva il passaggio ai quarti di Champions League. E proprio quel coro si è fatto titolo sul “Daily Mirror”, diventando “You’re not special any Mour” nell’inserto sportivo, con tanto di editoriale nel quale si sottolinea come il portoghese sia “all style but no substance” (in pratica, tutto fumo e niente arrosto), mentre la prima pagina si apre con la doppia fotina di Cristiano Ronaldo e Mourinho e la scritta “Who’s special now?”.
ONORE A GIGGS - Domanda che trova risposta sul “Sun” che celebra “Special Ron” che manda “ko Jose”, con gigantografia del portoghese in ginocchio sotto la curva per festeggiare il suo gol, anche se il migliore in campo è stato Ryan Giggs, 9 in pagella e la conferma di essere un pezzo sì vintage ma garantito. E “all’usato sicuro” gallese rende omaggio anche il “Times”, considerandolo una spanna sopra a tutti e parlando, al tempo stesso, di “end of an aura”, quella, manco a dirlo, di Josè Mourinho, mentre per il “Guardian” Giggs e Scholes vincono “la battaglia della nostalgia” contro “il fantasma di Vieira”, lasciando il tecnico dell’Inter “full of regret” per quello che poteva essere e non è stato.
FERGUSON ONESTO - Insomma, “No way, Jose”, come titola a tutta pagina il “Daily Mail”, che ironizza sulla polemica del pallone (Mourinho non voleva che si giocasse con quello rosso, ma con quello solito della Champions) che segue quella sull’arbitraggio dell’andata, salvo poi riportare le parole di Ferguson che ha parlato di “United leggermente fortunato” visti i due legni colpiti dall’Inter. Un Ferguson che sul “Daily Express” si prende la sua rivincita (“Fergie’s revenge”) grazie a un “perfect start” che manda a casa l’Inter. Non a caso, il solo momento in cui Mourinho è davvero riuscito a “toccare” il Manchester è stato quando il tecnico ha abbracciato il collega Ferguson a fine partita, come velenosamente sottolinea il “Daily Telegraph” nell’attacco del pezzo.
BYE-BYE MOU - Un concetto ripreso anche da “The Independent”, che rende omaggio ai campioni dello United, capaci di avere la meglio sul tecnico dell’Inter, e dal “Daily Star”, che esalta la prova dei Reds, superiori anche alla jettatura Mourinho (Reds slay Jose Jinx!) per merito di uno “Special Ron” che, dispensando “tocchi di classe”, stende il suo connazionale, mentre dagli spalti si leva quell’ironico ma al tempo liberatorio “bye bye Mourinho” che saluta la sconfitta di quello che, fino a ieri sera, era l’allenatore più temuto all’Old Trafford.

INTER,IL CUORE NON BASTA


L'Inter viene sconfitta dal Manchester United per 2-0, abbandonando così per il terzo anno consecutivo la Champions League agli ottavi di finale. Nonostante la sconfitta, la prova dei nerazzurri è migliore di quella della gara andata, che si era chiusa sullo 0-0. Le reti decisive sono di Vidic in avvio di partita e di Ronaldo al 4' della ripresa. La squadra di Mourinho recrimina per una traversa di Ibrahimovic e per un palo di Adriano.

LA PARTITA

Uscire dalla Champions League disputando un'ottima gara all'Old Trafford è sicuramente un uscire a testa alta. Se però nelle menti dei nerazzurri tornano i "suicidi" contro Anorthosis e Panathinaikos, che hanno causato l'accoppiamento con lo United, allora le teste si abbassano. Perchè l'Inter vista a Manchester avrebbe avuto ragione di moltissime squadre europee, ma non ce l'ha fatta contro quella cinica e spietata di Sir Alex Ferguson.

Quattro minuti e i Red Devils sono già avanti: Ronaldo imperversa sulla destra, guadagnando un calcio d'angolo. Sulla battuta Vieira omette la marcatura di Vidic, che di testa trafigge Julio Cesar. Se mai una rete subita può avere delle conseguenze positive, allora questo è il caso, perchè dopo l'1-0 lo United non mostra la consueta furia, al cospetto di un'Inter inizialmente timida: la manovra è lenta e il 4-3-2-1 è in realtà un 4-5-1, con Ibrahimovic troppo isolato davanti. I nerazzurri si fanno vedere dalle parti di Van Der Sar al 28' ed è una grandissima occasione, perchè proprio Ibra di testa trova la traversa. Da lì la banda di Mourinho prende coraggio e gli ultimi 15' del primo tempo sono di marca nerazzurra, con Stankovic e ancora Ibrahimovic che sfiorano il gol. Dall'altra parte Julio Cesar salva su O'Shea, mandando l'Inter al riposo in svantaggio, ma apparentemente con le carte in regola per far saltare il banco.

E' ancora il quarto minuto, ancora con un gol di testa, a condannare però i nerazzurri. Stavolta è Ronaldo a concretizzare l'azione di Rooney e di un fantastico Giggs. Nonostante un passivo troppo pesante, l'Inter non demorde e al quarto d'ora trova il secondo legno, con una bellissimo sinistro al volo del neo-entrato Adriano che si stampa sul palo. Purtroppo per i nerazzurri però, se spesso in Italia sono proprio loro a essere campioni di cinismo, qui vengono penalizzati dalla sfortuna, cedendo comunque a quella che è la squadra migliore del pianeta. Se dal punto di vista tecnico il Barcellona ha forse qualcosa in più di questo Manchester United, solo all'Old Trafford si possono vedere giocatori del calibro di Rooney e Ronaldo comportarsi come dei gregari, inseguendo i terzini rivali. Si chiama mentalità vincente, una mentalità che l'Inter ha sicuramente acquisito in questi anni, ma non abbastanza per superare campioni di questo calibro in una serata in cui la fortuna non l'assiste.

Così come Mancini, dunque, anche Mourinho si inchina agli ottavi di finale. Sia pur uscendo a testa alta, sia pur disputando una buona partita, l'eliminazione fa molto male. E la speranza dei tifosi nerazzurri è che, come nella scorsa stagione, l'abbandono della Champions League non abbia ripercussioni negative sul campionato.

mercoledì 11 marzo 2009

MOU,IS REAL MYSTERY?


Balotelli-Mancini-Muntari: una maglia per tre. E' questo l'unico dubbio che Mourinho si trascina alla vigilia della sfida dell'Old Trafford contro il Manchester United. L'Inter anti Red Devils per il resto è pronta. Manca solo il tassello che completa il puzzle. Colui che determinerà la scelta del modulo visto che il sistema di gioco appare abbastanza chiaro. Una punta, Ibrahimovic, e tanta sostanza.

La mediana è fatta con Zanetti, Vieira e Cambiasso. Nel caso in cui dovesse giocare Balotelli, farebbe coppia con Stankovic alle spalle dello svedese. Stesso motivetto se il dito dovesse puntare Mancini. Cambierebbe qualcosa a livello numerico se toccasse a Muntari. A quel punto il centrocampo sarebbe più folto con il ghanese inizialmente largo a sinistra, buono anche per aiutare Santon in fase di copertura su Cristiano Ronaldo.

Ruota tutto intorno all'equilibrio e alla disponibilità al sacrificio. Mourinho sa che a Manchester non si possono concedere buchi. Ogni tassello al suo posto. Obbligatoriamente.

MEXES SALTA L'ARSENAL,C'E' DIAMOUTENE


Il fischio d'inizio del "dentro o fuori" di Champions League contro l'Arsenal è ormai alle porte, ma la formazione della Roma chiamata a rimontare lo 0-1 di Londra è ancora tutto meno che scritta. Méxes, reduce da due giorni di febbre, getta la spugna: a fianco di Juan ci sarà Diamoutene. Permane incertezza su Totti, che proverà nel riscaldamento in campo, e sulla coppia di centrocampo Pizarro-Aquilani. Crescono le chances di Tonetto.

L'esterno andrebbe a collocarsi sulla linea di Taddei e Brighi, per la riproposta di un modulo che da qualche tempo Spalletti aveva messo nel cassetto: un 4-3-2-1 che a questo punto dovrebbe prevedere Baptista e Vucinic alle spalle di Totti. Già, Totti. Ancora una volta il dubbio, la "x" sulla pagina del taccuino dove il tecnico ha schizzato la formazione. La continua alternanza tra allenamenti e stop si è per ora fermata sul lato giusto: il capitano ha lavorato, seppur blandamente, è il cocktail tra logica e ragion di Stato vuole che sia regolarmente in campo alle ore 20.45. In realtà, come successe già a San Siro nella sfida con l'Inter, sarà il riscaldamento pre-partita a dire l'ultima parola sul numero 10.

Se questa fosse "no", il piano di Spalletti salterebbe già in partenza. Il mister di Certaldo, infatti, vorrebbe cominciare tenendo in panchina gli acciacatissimi Pizarro e Aquilani, che possono offrire la loro qualità solo per un limitato spicchio di una partita che, giova ricordarlo, potrebbe prolungarsi oltre il normale confine dei 90 minuti e spiccioli. I due centrocampisti, insomma, come cambi e non come componenti dello "starting 11": ma se Totti sventolasse bandiera bianca, uno dei due dovrebbe presentarsi all'appuntamento col fischio d'inizio.

E gli scricchiolii coinvolgono anche la difesa. Méxes non ce la fa, la febbre alta degli ultimi giorni lo ha debilitato oltre il consentito. Con Juan dentro Diamoutene, ma non è casuale il fatto che anche Loria, nell'ultima seduta, sia stato trattenuto a ripetizione di schemi, di situazioni tattiche. E' il segnale preciso che i due titolari sono molto a rischio, specie il francese, salito a quota 40 (di febbre) solo due giorni fa. E in tutto questo panorama abbastanza sconfortante Spalletti (e forse solo lui) non dimentica che sabato sera sarà campionato, sarà partita fondamentale per continuare la caccia a un quarto posto fondamentale per la sopravvivenza della Roma ai grandi livelli. De Rossi e Méxes, squalificati, e i lungodegenti Cassetti e Perrotta sono già fuori dai giochi, una sfida come quella con l'Arsenal può dare il colpo di grazia a quelli che la giocheranno stringendo i denti: l'ennesimo puzzle giallorosso potrebbe rimanere con delle tesserine mancanti.

NEDVED CONTUSO E AMAURI SUONA LA CARICA

La sconfitta col Chelsea ha ferito nel morale, ma anche nel fisico Pavel Nedved. Il ceco della Juve ha riportato una contusione all'ultima costola sinistra e difficilmente sarà in campo sabato sera contro il Bologna. Le sue condizioni verranno valutate di giorno in giorno. Intanto, Amauri non lascia, ma raddoppia gli obiettivi. "Ci restano due competizioni, non abbiamo intenzione di mollare niente", ha detto l'attaccante bianconero.

L'attaccante bianconero, comunque, rende merito al Chelsea e alla sua stella di prima grandezza, Drogba. "Non dimentichiamoci che di fronte avevamo un Chelsea che lo scorso anno ha perso la coppa per un calcio di rigore e noi siamo stati all'altezza. In queste due partite Didier ha dimostrato di essere un attaccante eccezionale. Io voglio migliorare ancora e spero di poter arrivare presto al suo livello", ha ammesso.

Intanto, a Vinovo è ripresa la rincorsa all'Inter, ma anche l'avvicinamento alla semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Lazio. La buona notizia è che fino al 22 aprile, giorno della partita con la Lazio, non ci saranno più impegni infrasettimanali per la Juve.

Ranieri potrà così dare fiato ai suoi uomini e tentare di recuperare il maggior numero di infortunati. Nel giorno dedicato al lavoro defaticante, l'allenatore bianconero si è intrattenuto con Iaquinta, Tiago, Buffon, Mellberg e Marchisio per ragionare ancora sul match di martedì. Perché, come ha detto lui stesso, la squadra da qui alla fine della stagione dovrà dimostrare di sapersi migliorare ancora.

DONADONI:"EUROPA?CAPITOLO A PARTE"


"Non dobbiamo parlare d'Europa non ha senso, dobbiamo affrontare una gara dopo l'altra per cercare di ottenere il massimo. Può essere facile e comodo parlare di obiettivi, ma tra il dire e il fare c'è di mezzo tantissimo". Roberto Donadoni sceglie il profilo basso alla sua presentazione da tecnico del Napoli: "E' chiaro che l'ambizione mia, della squadra e della società è fare il meglio possibile, ma questo non vuol dire Uefa o Champions League".

Piazza sicuramente stimolante quella napoletana, ma anche esigente. Donadoni è reduce dall'esperienza in Nazionale e sa come gestire certe tensioni. "Le pressioni sono ovunque, ho fatto per due anni il ct e ho vissuto in un contesto dove c'erano grandi pressioni, bisogna tradurle in positività, se si subiscono e si diventa succubi, allora è tutto più complicato. La società non mi ha chiesto particolari obiettivi, io sono qui per lavorare e far sì che il Napoli arrivi il più in alto possibile".

"Essere in una piazza come questa è molto stimolante per chiunque - continua Donadoni -, è il quarto bacino d'utenza in Italia a livello di tifoseria, questo è significativo ed importante, il Napoli ha passato momenti fantastici, ma anche difficili, tutti insieme dobbiamo cercare di costruire qualcosa di importante".

DONADONI E REJA
Una chiacchierata con Reja per rendersi conto delle difficoltà del Napoli. Questo il primo obiettivo del tecnico bergamasco: "Ho avuto modo di sentire Edy, siamo d'accordo che ci risentiremo dopo la conferenza stampa, parlerò con lui che si è dimostrato, per le poche parole che ci siamo scambiate, un'ottima persona - ha spiegato l'ex ct della Nazionale -. I risultati che ha ottenuto il Napoli in questi anni dimostrano che ha avuto una grandissima valenza e importanza per questa squadra. Dopo che avro' parlato con lui e avendo un contatto umano e diretto con i giocatori mi rendero' conto delle difficolta' della squadra".

DONADONI E IL MODULO
Donadoni ritiene che proprio per questo sia presto per parlare di nuovi moduli: "intanto non credo sia il caso di stravolgere tutto, quando le cose sono difficili e complicate bisogna avere l'intelligenza di non cambiare tutto rischiando di creare ancora più difficolta'". Il primo ostacolo sarà la Reggina ("una partita dura"), ma ci sarà tempo per conoscere la squadra e capire dove può arrivare.

martedì 10 marzo 2009

CHAMPIONS RETURNS!!!


Ecco il programma di Tv Calcio per il ritorno degli ottavi di finale:

MAR 10 MAR H 20.45 JUVENTUS-CHELSEA (live)

MER 11 MAR H 18 CHAMPIONS SHOW conduce L.Lupo con il direttore di Tv Calcio M.Lestingi

MER 11 MAR H 20.45 ROMA-ARSENAL (live)

Tutte le sintesi delle gare saranno disponibili a partire da domani su Mogulus ON DEMAND nella cartella clip.

REAL,MISSIONE QUARTI


on solo Juve-Chelsea. La serata di Champions offre anche la grande sfida fra Liverpool e Real Madrid. Ad Anfield Road i merengues dovranno cercare di ribaltare, nel ritorno degli ottavi, lo 0-1 subito all'andata in casa. Juande Ramos si affida a Raul-Higuain, con Cannavaro che promette di farsi ricrescere i capelli in caso di passaggio del turno. In campo anche Panathinaikos-Villarreal (1-1 all'andata) e Bayern-Sporting Lisbona (5-0).

DEL PIERO-TREZEGUET VS CHELSEA


Senza gli ultimi infortunati Marchionni, Sissoko e Legrottaglie la Juve affronta all'Olimpico di Torino il Chelsea nel ritorno degli ottavi di Champions. Per ribaltare l'1-0 dell'andata, Ranieri si affida a Del Piero-Trezeguet, con Mellberg-Chiellini coppia centrale difensiva e Salihamidzic sulla corsia destra del centrocampo. C'è anche l'ipotesi delle tre punte, con Iaquinta in campo. Tridente per i Blues: Kalou-Drogba-Malouda.

Ranieri, che all'emergenza s'è ampiamente abituato nel corso della stagione, ancora una volta dovrà fare scelte obbligate, soprattutto a centrocampo, dove l'unica possibile novità potrebbe essere l'inserimento di Poulsen dal primo minuto. Il ko di Legrottaglie impone l'impiego di Mellberg al centro, con Grygera e Molinaro sulle fasce.

Per passare il turno, la Juve deve vincere con due gol di scarto. Impresa complicata, ecco perché qualcuno pensa all'ipotesi delle tre punte. Hiddink invece si affiderà al 4-3-3, con Ballack-Mikel-Lampard in mediana e la linea a quattro dei difensori formata da Bosingwa-Alex-Terry-Cole.

Fischio d'inizio alle 20:45, diretta su Tv Calcio 24 e hlts disponibili domani su Champions Show e poi su Mogulus ONDEMAND.

Ecco le probabili formazioni:
Juventus (4-4-2): Buffon; Grygera, Mellberg, Chiellini, Molinaro; Salihamidzic, Marchisio, Tiago, Nedved; Del Piero, Trezeguet
Chelsea (4-3-3): Cech; Bosingwa, Terry, Carvalho, A. Cole; Ballack, Mikel, Lampard; Kalou, Drogba, Malouda

lunedì 9 marzo 2009

SASSUOLO ANNIENTATO,BARI SUPER

Tre gol per il primo posto in classifica con due punti di vantaggio sul Livorno. Con l'aritmetica, ma soprattutto con il gioco, il Bari vince anche in trasferta sul campo del Sassuolo e compie un importante passo in avanti verso la promozione in serie A. Primo tempo equilibrato per mezz'ora, poi ci pensano Barreto e Kutuzov a indirizzare la partita. Nella ripresa, Salvetti riapre l'incontro su rigore, poi chiusa da un gran gol di De Vezze.

Sassuolo-Bari 1-3

LE INGLESI NON PERDONO UN COLPO

L'Arsenal si è qualificato per i quarti di finale della FA Cup. All'Emirates Stadium i gunners hanno liquidato con un secco 3-0 il Burnley, formazione di seconda divisione. Gli uomini di Wenger sono andati in rete al 25' del primo tempo con un delizioso pallonetto di Vela, al 6' della ripresa con un sinistro al volo di Eduardo e a cinque minuti dal termine con un preciso diagonale di Eboue. Nei quarti i londinesi se la vedranno con l'Hull City.

Nell'altro match della domenica, l'Everton supera in rimonta il Middlesbrough 2-1 e si qualifica per le semifinali. Di Fellaini e Saha le reti che permettono ai Toffees di ribaltare l'iniziale vantaggio di Wheater.

Nelle due quarti di finale giocati sabato, il Chelsea di Guus Hiddink ha superato 2-0 il Coventry grazie alle reti di Drogba al 15' e Alex al 73', mentre il Manchester United si è imposto invece 4-0 sul campo del Fulham con la doppietta di Carlos Tevez e con i gol di Wayne Rooney e Park Ji Sung.

Aspettando il quarto di finale tra Arsenal e Hull City, le tre semifinaliste saranno quindi Everton, Chelsea e Manchester United.

Arsenal-Burnley 3-0


Fulham-Man Utd 0-4


Coventry-Chelsea 0-1

IL FENOMENO E' TORNATO

Ecco le immagini della prima rete di Ronaldo con la maglia del Corinthians. Da notare come l'esultanza del Fenomeno e la conseguente esultanza della torcida abbiano provocato il cedimento della rete di protezione con gravi rischi per l'incolumità dei tifosi...

SERIE A GALLERY 27a GIORNATA

Milan-Atalanta 3-0


Napoli-Lazio 0-2


Fiorentina-Palermo 0-2


Catania-Siena 0-3


Bologna-Sampdoria 3-0


Lecce-Reggina 0-0


Chievo-Cagliari 1-1

domenica 8 marzo 2009

UFFICIALE:BECKHAM E' DEL MILAN


David Beckham resterà al Milan fino alla fine della stagione e tornerà ai Los Angeles Galaxy solo in luglio. L'annuncio della conclusione della trattativa è stato dato dal club statunitense. Il 33enne centrocampista ed i rossoneri verseranno però nelle casse dei Galaxy "una cifra multimilionaria" che garantirà l'estensione del prestito, la cui scadenza era inizialmente stata fissata all'8 marzo: per ora, le cifre non sono state rese note.

I Galaxy, si ricorderà chiedevano 10 milioni di dollari, il Milan ne offriva 3. Logica vuole che la strada buona sia stata trovata nel mezzo, intorno ai 5 milioni.

Beckham potrà festeggiare il raggiungimento di quello che era da tempo il suo obiettivo in campo, in Milan-Atalanta, partita che, originariamente, avrebbe dovuto rappresentare la sua ultima esibizione in rossonero. "Sono grato ad entrambe le società per avere fatto diventare realtà questo sogno -ha scritto l'inglese in un comunicato- mi sarà permesso di giocare nella stessa stagione al Milan e ai Galaxy, con la possibilità di poter mantenere il mio impegno per la Major League Soccer e per lo sviluppo del calcio negli Stati Uniti, un aspetto che mi appassiona molto".

Reazioni pacate e "politically correct" anche da parte della dirigenza dei Galaxy: "E' stato scritto molto su questa vicenda, ma la nostra intenzione è sempre stata quella di trattenete Beckham -ha dichiarato il presidente Tim Leiweke-siamo felici che tornerà da noi, ma ci siamo resi conto che sarebbe stato molto importante permettergli di continuare la sua corsa con il Milan, una corsa molto importante".

sabato 7 marzo 2009

CHIELLINI MATA...TORO

E' stato deciso da un gol di Giorgio Chiellini a nove minuti dalla fine il 224° derby della Mole. La Juve imbottita di seconde linee si è imposta al termine di una partita in cui era stata bloccata da uno strepitoso Sereni, ma anche ben affrontata dal Torino. Nel primo tempo l'estremo difensore del Toro aveva salvato almeno tre volte il risultato. Poi la punizione di Nedved (da poco entrato) e il gol vittoria. E l'Inter resta a +7.

La vittoria dell'Inter a Genova deve aver convinto Ranieri a non spremere i propri cavalli di razza e, con il Chelsea alle porte, Del Piero, Trezeguet, Sissoko, Tiago e Nedved si accomodano in panchina. A vedere tutti questi campioni con il piumono addosso il Torino prende coraggio e parte alla carica. Buffon nel primo tempo corre un solo serio pericolo, quando Stellone, liberissimo, mette fuori di testa. Poi ci prova Barone, ma il Gigi nazionale c'è.

La Juve crea meno gioco, ma senza un Sereni strepitoso per due volte su Iaquinta, avrebbe potuto chiudere in vantaggio. I bianconeri, però, soffrono sulla fascia destra dove Zebina e Salihamidzic non hanno ancora ritmo e occhio partita.

Nella ripresa la Juve cala il ritmo e il Toro, pur senza mai farsi pericoloso, non fa fatica a controllare gli attaccanti avversari. L'unica emozione arriva quasi alla mezzora, quando Sereni blocca ancora Chiellini (che visto quanto accadrà dopo prend ele misure alla porta) e sulla respinta è il palo a negare il gol a Salihamidzic.

L'ingresso in capo di Nedved, in quello che potrebbe essere il suo ultimo derby da giocatore, ha rinvigorito la Juve e proprio da una sua punizione nasce la rete della vittoria firmata Chiellini.

Il Torino accusa il colpo e vede concretizzarsi l'ennesima maledizione del derby: l'ulitma vittoria risale all'aprile del 1995. Alla fine il successo della Juve è meritato e, più che per lo scudetto, serve per il morale a tre giorni dalla decisiva sfida di Champions League. Con i suo big e questa voglia di vincere nulla sarà impossibile.

Torino-Juventus 0-1

INTER OK MA E' ALLARME MANCHESTER

L'Inter batte 2-0 il Genoa a Marassi e lancia un chiaro messaggio alle inseguitrici. E' però allarme difesa in vista di Manchester: Materazzi e Burdisso finiscono ko. Passano 2' e i nerazzurri segnano con Ibrahimovic, che supera Rubinho con un pallonetto. Julio Cesar fa i miracoli poi al 61' il raddoppio di Balotelli: sul suo tiro si avventa Rossi che spinge la palla dentro (completamente?). I rossoblù potrebbero accorciare ma sbagliano la mira.

LA PARTITA
Mourinho preferisce Burdisso a Cordoba per far coppia con Materazzi al centro della difesa. Centrocampo a cinque con Cambiasso e Zanetti a proteggere la retroguardia e Stankovic, Figo e Balotelli piuà avanzati. Ibrahimovic unica punta. Nel Genoa c'è Jankovic nel tridente con Sculli e Milito.

Partenza lampo del Genoa, che con un'azione in velocità manda Thiago Motta al tiro, palla di poco a lato. Pronta la risposta dell'Inter, che trova il vantaggio con Ibrahimovic: lancio di Stankovic per lo svedese che prende palla, entra in area e supera Rubinho con un pallonetto. Fatto il gol, la squadra di Mourinho soffre e subisce l'iniziativa dei padroni di casa, aggressivi su ogni pallone e che si trovano sempre in situazione di superiorità numerica. Ma l'Inter appare più solida rispetto a quella vista mercoledì sempre a Marassi con la Sampdoria. Al 16' prima tegola per Mourinho che perde Materazzi per un infortunio alla gamba sinistra, al suo posto entra Cordoba. Dopo la mezz'ora sarà la volta di Burdisso, vittima di uno stiramento al quadricipite. Dentro Muntari, con Cambiasso che indietreggia in difesa. Due brutte notizie per i nerazzurri in vista della trasferta di mercoledì a Manchester. L'Inter, dicevamo, subisce ma regge e deve ringraziare il suo portierone Julio Cesar, autore di due interventi miracolosi prima su colpo di testa di Thiago Motta (21') poi su Biava (45'). Nei minuti di recupero si rivede l'Inter: bella palla di Figo per Ibra, Rubinho esce e sventa il pericolo.

A inizio ripresa il Genoa preme per cercare di ribaltare il risultato. Al 52' Biava ha un buon pallone ma lo spreca. Gli uomini di Gasperini costringono nella propria metà campo l'Inter, che quando può riparte in contropiede. E al 61' i nerazzurri trovano il raddoppio con Balotelli: tiro di Supermario, arriva Marco Rossi che nel tentativo di respingere la palla la trascina oltre la linea (c'è il dubbio se sia al di là del tutto). Il Genoa spinge e crea delle buone occasioni ma la mira è sbagliata: Marco Rossi e Biava falliscono da ottima posizione. Finisce 0-2 e questa volta Marassi porta bene all'Inter, con il Genoa che rimedia il primo ko interno. E il messaggio alle inseguitrici è chiaro: la squadra di Mourinho c'è.

Genoa-Inter 0-2