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martedì 2 settembre 2008

ECCO LE PRIME GRANE DI MOU


Ore 13 di lunedì 1 settembre, ultimo giorno di mercato: Hernan Crespo riceve sul suo telefonino un sms. Lo apre e legge una comunicazione dell'Inter: escluso dalla lista Champions. La notizia era nell'aria, ma riceverla via etere no. E' troppo. Infuriato, chiede immediatamente la cessione. A una 'big', ovvio. L'Inter si accorda con Sampdoria prima e Palermo poi. Ma Hernan rifiuta. S'impunta. E decide di restare. Da separato in casa.

Sì, da separato in casa, perché margini per ricucire il rapporto non ce ne sono. Quando José Mourinho sbarcò a Milano, il valdanito fu il primo ad accoglierlo a braccia aperte. "E' uno corretto - aveva detto -. Quel che pensa, dice. In faccia". La stessa correttezza, lui (Crespo) l'ha sempre avuta nei confronti di tutti: compagni, allenatori, tifosi. E l'avrebbe pretesa dalla società. Non l'ha ricevuta e c'è rimasto male, malissimo. Tanto da mettere in atto una vera e propria ripicca. "Voi mi volete vendere? Peccato che io non mi muova. Anche a costo di fare sempre panchina". O tribuna, aggiungiamo noi.
E così, dopo Mancini, Quaresma, Figo, Ibrahimovic, Cruz, Adriano e Balotelli, José Mourinho si ritrova in 'rosa' anche l'ottavo attaccante. Decisamente di troppo. E non è finita qui visto che il mancato trasferimento all'Everton di Obinna ha riportato ad Appiano Gentile anche il nigeriano, ovvero l'attaccante numero 9 in casa nerazzurra. Ne giocheranno 3 per volta. Per gli altri non ci sarà spazio. A 6 di loro, ogni tre giorni Mourinho dovrà dare una spiegazione. Per fortuna sua conosce più lingue che schemi d'attacco...

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