Sono bastati 45 minuti a tavoletta, degni di certe notti juventine di qualche tempo fa, per riconsegnare la Signora al suo posto naturale anche in Europa. Determinazione, disciplina, qualità i tre elementi alla base del largo successo contro gli slovacchi, apparsi in verità ancora meno attrezzati di quanto si potesse già pensare alla vigilia. Ma a farli diventare piccoli piccoli ci ha pensato soprattutto la Juventus,compatta, ordinata nel classico 4-4-2 diventato ancora più offensivo fin dal 15', quando Ranieri ha sostituito l'infortunato Grygera con Iaquinta, capace di interpretare il ruolo di esterno in fase di non possesso e quello di terza punta durante gli attacchi. Una scelta che il tecnico si è potuto permettere anche per la solidità e la copertura assicurata da due mediani come Sissoko e Poulsen. Nota di merito, per il danese: mai fuori posizione, sempre vicino all'azione, lanci col goniometro. Una partita maiuscola oscurata solo dal "solito" Del Piero, riapparso nella partita che davvero contava in condizioni scintillanti. Autore del magnifico gol che ha definitivamente instradato la Juve verso la mattanza, Alex (ben supportato da Camoranesi) è stato ancora una volta capitano, prendendo per mano la squadra e portandola verso il successo che, salvo impensabili suicidi, consentirà tra 15 giorni in Slovacchia di festeggiare la fine di due anni di rabbia ed esilio. Bentornata, Juve.
JUVENTUS-ARTMEDIA
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