Termina con una brutta figura l'esperienza del Milan al torneo delle Ferrovie di Mosca: nella 'finalina' per il terzo posto, i rossoneri, scesi in campo senza punte e trequartisti di ruolo, perdono 5-0 col Chelsea. "Blues" già in vantaggio dopo 3' con Lampard e avanti 3-0 all'intervallo grazie a una doppietta di Anelka, favorito anche da una papera di Kalac. Nei primi 15' della ripresa, altri due gol del francese.
Agosto è stagione di temporali in genere rinfrescanti, ma a volte pure dannosi. E il nubifragio di gol che si è abbattuto sul secondo Milan versione moscovita potrebbe lasciare qualche segno sulla psiche di una squadra che, con tutte le attenuanti che si possono concedere (i brasiliani olimpici, Kakà e le punte rotti, la condizione fisica lontana), preoccupa per fragilità difensiva e agonistica. Sceso in campo con una formula assolutamente inedita (Ambrosini unica punta, Pirlo trequartista, Zambrotta e Jankulovski esterni d'attacco), il Diavolo è uscito dal campo dopo 8 minuti durante i quali il Chelsea ha solo raccolto i frutti dei puerili errori in copertura dei rossoneri chiudendo già il discorso-risultato con Lampard e Anelka. Peggio del reparto difensivo, in cui è riapparso Maldini, ha fatto Kalac, apparso già frastornato dal dualismo con Abbiati. L'australiano ha regalato il terzo gol e ha commesso una collana di errori davvero preoccupante. In fase offensiva, poco o nulla da segnalare nemmeno nella ripresa, quando, tra un gol e l'altro dello scatenato Anelka, Ancelotti ha provato a cambiare qualcosa inserendo Seedorf e Paloschi: gli attacchi del Milan spuntatissimo e senza fantasia davano l'impressione di uno che tenta di tagliare una bistecca con un cucchiaio. E a proposito di note negative, da segnalare la prima di Shevchenko contro il Milan: anche in una giornata così facile per il Chelsea, in cui hanno ben figurato -oltre ovviamente ad Anelka- Malouda e Lampard, lo spazio riservato all'ucraino è stato di circa 23 minuti. Quando il risultato era già sullo 0-5. Mal comune, mezzo gaudio.
Agosto è stagione di temporali in genere rinfrescanti, ma a volte pure dannosi. E il nubifragio di gol che si è abbattuto sul secondo Milan versione moscovita potrebbe lasciare qualche segno sulla psiche di una squadra che, con tutte le attenuanti che si possono concedere (i brasiliani olimpici, Kakà e le punte rotti, la condizione fisica lontana), preoccupa per fragilità difensiva e agonistica. Sceso in campo con una formula assolutamente inedita (Ambrosini unica punta, Pirlo trequartista, Zambrotta e Jankulovski esterni d'attacco), il Diavolo è uscito dal campo dopo 8 minuti durante i quali il Chelsea ha solo raccolto i frutti dei puerili errori in copertura dei rossoneri chiudendo già il discorso-risultato con Lampard e Anelka. Peggio del reparto difensivo, in cui è riapparso Maldini, ha fatto Kalac, apparso già frastornato dal dualismo con Abbiati. L'australiano ha regalato il terzo gol e ha commesso una collana di errori davvero preoccupante. In fase offensiva, poco o nulla da segnalare nemmeno nella ripresa, quando, tra un gol e l'altro dello scatenato Anelka, Ancelotti ha provato a cambiare qualcosa inserendo Seedorf e Paloschi: gli attacchi del Milan spuntatissimo e senza fantasia davano l'impressione di uno che tenta di tagliare una bistecca con un cucchiaio. E a proposito di note negative, da segnalare la prima di Shevchenko contro il Milan: anche in una giornata così facile per il Chelsea, in cui hanno ben figurato -oltre ovviamente ad Anelka- Malouda e Lampard, lo spazio riservato all'ucraino è stato di circa 23 minuti. Quando il risultato era già sullo 0-5. Mal comune, mezzo gaudio.
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