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venerdì 9 ottobre 2009

MARADONA:"IO CI CREDO"

Contrordine compañeros, Diego non ha alcuna intenzione di andarsene. "Mai parlato della possibilità di rinunciare - precisa Maradona a proposito delle minacciose parole di martedì sera - ho soltanto detto che alla fine del girone di qualificazione mi riunirò col presidente Grondona per informarlo di tutto ciò che è successo nel mio primo anno da commissario tecnico. Ma non ho fatto nomi né posto ultimatum, non ho parlato di Bilardo e tanto meno di dimissioni. Quella che potrei andarmene è stata una vostra interpretazione; il problema è che qualcuno di voi giornalisti ha chiamato subito Demichelis sollecitando un parere sul mio possibile abbandono. Lui è venuto da me a chiedere spiegazioni, e siccome ho capito quel che stava montando sono stato costretto a convocare una riunione notturna con i giocatori per rassicurarli. E questo non è un bel modo di preparare le partite decisive in arrivo".
Attento a non alzare i toni (perché ovviamente ricorda benissimo ciò che ha detto martedì), Maradona contesta dunque l’interpretazione disfattista data dai media argentini; mercoledì sera Grondona è venuto a cena nel ritiro di Ezeiza, ed è facile pensare che la visita non sia estranea alla raffazzonata precisazione. Comunque sia, questo Maradona sgonfiato di cinque chili dalle cure meranesi del dottor Chenot appare in discrete condizioni psicologiche: "Ho giocato due finali mondiali, quella che abbiamo vinto in Messico e quella che ci hanno rubato a Roma, e dunque non posso dire che queste gare contro Perù e Uruguay siano le più importanti della mia carriera. Però ho fiducia che possano essere il lasciapassare per partite nuovamente importantissime, quelle del Mondiale 2010. Non ufficializzo la formazione perché prima devo darla ai ragazzi, ma chi ha seguito gli allenamenti di questi giorni non può non averla capita".
La precisiamo noi: Romero in porta, Jonas arretrato a destra sulla linea difensiva assieme a Schiavi, Heinze ed Emiliano Insua, cintura di centrocampo composta da Perez, Mascherano e Di Maria, Aimar trequartista dietro le punte Higuain e Messi per un 4-3-1-2. "Jonas dietro ci darà una maggiore capacità di uscita palla al piede dalla fase difensiva; sulla destra comporrà una coppia con Perez, quando uno andrà l’altro dovrà fermarsi, Mascherano è autorizzato a urlare se il tandem dovesse sovrapporsi. Davanti ho deciso di schierare Higuain, che pure è alla prima convocazione, perché sento che il suo momento è arrivato: in questi giorni l’ho visto forte e umile, il mix migliore. E sono certo che Messi lo gradirà molto come collega di linea.
"Ecco, le critiche a Leo mi entrano da un orecchio e mi escono dall’altro perché lui è la grande scommessa della mia gestione: sono certo che esploderà da un momento all’altro. Non è stato lui a chiedermi di convocare Aimar, era da gennaio che seguivo i suoi progressi dopo un lungo stop; però anche in questo caso so che Messi condivide la scelta, e questo è importante. Ho parlato con parecchi dei giocatori che stavolta non sono stati convocati, e mi riprometto di farlo ancora nei prossimi mesi, quando avremo conquistato la qualificazione". Par di capire, quindi, che nessuno debba ancora sentirsi escluso. E i premi a vincere di cui si parla a proposito del Perù? "Non ci credo. Tutti questi discorsi muoiono regolarmente al fischio d’inizio, perché non esiste denaro in grado di comprare la gloria". E’ la frase più bella da quando Maradona fa il commissario tecnico.

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