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domenica 18 maggio 2008

QUI ROMA


Non è superstizioso ("non celebro riti particolari"), non si esalta ("lavoro con un grande staff, tra i miei collaboratori c’è gente più brava di me"), forse perderà il sonno ("ve lo dirò domani, ma altre volte alla vigilia di partite importanti ho dormito"), ammette che sta vivendo il momento più alto della sua carriera ("ma devo ringraziare i ragazzi per i risultati che abbiamo ottenuto quest’anno"), è contemporaneamente minimalista e massimalista. Luciano Spalletti è uno, nessuno e centomila alla vigilia di Catania-Roma.
DUE FACCE - E’ minimalista quando dice "per noi si tratta di vincere una gara", diventa massimalista quando fa: "non è vero che saremo senza tifosi a Catania, saremo milioni". La Roma non ha alternative: deve battere il Catania e sperare che l’Inter non vinca a Parma. "Noi abbiamo il compito e il dovere di vincere una partita, l’Inter deve conquistare lo scudetto. Tra noi e loro c’è molta differenza. Poi c’è il Catania che deve salvarsi e per questo mi aspetto una gara difficile. Noi però siamo abituati a certi tipi di tensione, penso alle trasferte di Madrid e Manchester. Dovremo pensare a giocare e a sfruttare le nostre qualità. Non dobbiamo perdere la calma ed innervosirci".
PREPARTITA - Quale discorso farà ai giocatori prima della partita? "Ripeterò questi concetti: dobbiamo vincere, è questo il nostro obiettivo. I convocati? Totti, Taddei, Ferrari e Pit restano a casa. Siamo in venti. C’è anche Zotti". Paura dell’ambiente del Massimino e di qualche tentativo di disturbare la notte romanista? "Non credo che troveremo un ambiente cattivo, ci sono molti sportivi veri a Catania. Il Catania di Zenga? Gioca molto in profondità, ma domani mi aspetto una bella diga a centrocampo".
LA TATTICA - Segnare subito potrebbe spianare la strada alla Roma e mettere pressione sull’Inter? "Non m’interessa quando si segna, l’importante è vincere". All’improvviso la Roma ha scoperto di avere mezz’Italia che tifa a suo favore: merito di questa volata con l’Inter o anche dello stile spallettiano? "Credo che il nostro grande merito sia stato quello di fare attenzioni ai comportamenti. Siamo migliorati nelle classifiche della coppa Disciplina ed abbiamo imparato ad accettare anche le decisioni più sfavorevoli. Avere certi comportamenti, alla fine paga".

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