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mercoledì 14 maggio 2008

FINALE INDEDITA E INASPETTATA: A MANCHESTER C'E' ZENIT-RANGERS


MANCHESTER (Ing), 14 maggio 2008 - Quando la Gazprom, padrona del gas russo che nutre mezza Europa, a fine 2005 incorporò lo Zenit, il club iniziò un ambizioso shopping planetario per trasformare San Pietroburgo nella capitale del calcio, oscurando Mosca. La disponibilità del colosso statale, secondo l’allora capo del Cremlino Vladimir Putin, superava i 300 miliardi di euro, quindi anche la sezione calcio puntò subito a merce preziosa. David Beckham non condivise il progetto, per non venir sepolto nella neve mentre pubblicizza mutande; allora venne sondato Ze’ Roberto, con tanto di invito nella città degli zar (e pure di Putin). "Sua moglie non salì nemmeno sull’aereo, oppose un inflessibile rifiuto", ha spiegato Kostantin Sarsania, d.s. dello Zenit. La versione di Dick Advocaat è stata diversa: "Se vengono proposti giocatori di colore, ha raccontato al Telegraph", la tifoseria ci minaccia, per questioni di razzismo. Qui possiamo prendere soltanto bianchi". Ieri l’allenatore olandese ha smentito tre volte di aver parlato in quel modo, e alla quarta domanda sul tema si è arrabbiato. In ogni caso, Ze’ Roberto è rimasto al Bayern: il primo maggio, dopo il 4-0 che ha tolto brutalmente ai tedeschi la finale Uefa, la gente di San Pietroburgo ha salutato il brasiliano con irritanti bye bye. Dedicati alla signora.

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