E' pronto a scusarsi, Josè Mourinho. Lo dice chiaramente nella conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani contro il Livorno in coppa Italia. L'argomento principale non può che essere la squalifica con l'Atalanta e lo scontro con il giornalista del Corriere dello Sport Andrea Ramazzotti nel dopo-partita di Bergamo. La sala stampa alla Pinetina è vuota o quasi, un gesto di solidarietà dei giornalisti nei confronti del collega aggredito dal tecnico portoghese. «Da domenica ad oggi ho letto tante cose», ha esordito Mourinho. «Sembra che la verità sia proprietà di qualcuno. E' vero, ho insultato un giornalista. E' vero, ho usato una parola che non posso ripetere in questo momento e che è un'offesa. Ma non è vero che l'ho aggredito e che c'è stato un contatto fisico. Questo è un processo in corso da qualche mese. Non mi piace avere un giornalista vicino al pullman dopo la partita perchè lì sono convogliate tutte le emozioni del dopo gara e la tensione può essere alta. Un giornalista deve stare in sala stampa, c'è la 'zona mista'. Da mesi dico che non voglio un giornalista vicino al pullman per una questione di 'protezione' della mia squadra. Non è la prima volta che vedo il vostro collega Ramazzotti vicino al pullman, insieme a Inter Channel, e da tante partite ripeto che non voglio. Nelle precedenti partite l'ho chiamato 'signore', a Bergamo ho usato toni più forti che non ripeterei. Ripeto, non c'è stata alcuna aggressione. Non chiedo scusa pubblicamente, perché non era un episodio pubblico, è Ramazzotti che lo ha reso pubblico. Chiederò scusa direttamente a lui ma in privato. Una squalifica? Sarebbe ridicola».
LA BATTUTA - Il tecnico portoghese ha poi voluto sdrammatizzare con una battuta: «Mi aspetto da Ramazzotti un regalo di Natale perché fino a oggi il Ramazzotti più famoso era Eros e adesso è Andrea. Alla Procura federale ripeterò le stesse cose che ho detto qua, niente di più». Mourinho continua a parlare dello scontro di domenica: «In inghilterra mi avrebbero cacciato dopo l'episodio di domenica? In Inghilterra sarebbe impossibile per un giornalista stare fuori da una zona di lavoro che non gli compete. Prometto che la prossima volta che vado in trasferta e vedo Ramazzotti in uno spazio nel quale non può stare io non lo faccio lavorare. Era autorizzato a stare lì? Ho saputo solo ora che Ramazzotti poteva stare lì, non quel giorno. La reazione di Moratti? Lui fa quello che ritiene più giusto. Sono pronto a chiedere scusa a Ramazzotti ma solo a lui. Io in Champions sono stato l'allenatore che più di tutti si è prestato a fare interviste. In cambio voglio solo che le regole siano rispettate e che ognuno stia dove può stare. La porta di un pullman non è un luogo dove un giornalista può stare. Di tutto quello che è successo c'è una cosa che non mi è piaciuta: la doppia parolaccia al vostro collega. Per il resto non sono stato maleducato con nessuno, non ho mancato di rispetto a nessuno e non ho infranto alcun regolamento del club. Cosa cambierà nel rapporto con la stampa? Continuerò il mio lavoro come sempre e spero che certi episodi non accadano più in futuro». Mourinho chiude il discorso con un attacco: «Se esiste questa solidarietà tra voi, io applaudo - ha detto lo Special One - e se i vostri colleghi che non sono qui non guardano neanche la trasmissione di questa conferenza io applaudo anche. Ma se così non è, allora vuol dire c'è mancanza di personalità. E' ridicolo far entrare nell'ambito sportivo un incidente che con l'ambito sportivo non c'entra nulla».
«CON MORATTI TUTTO OK» - Morunho ammette: «Sì, c'è qualcosa che scricchiola fra me e la società. Fortunatamente è così perchè con la non perfezione che tu puoi sempre migliorarti. Se tutto fosse perfetto non si potrebbe mai crescere. I rapporti con Moratti non sono assolutamente incrinati, neanche dopo questo episodio. Ci ho parlato l'altro ieri e non mi ha detto nulla di rilevante».
«CON LA JUVE GARA NON NORMALE» - «Nella gara con la Juve sono successe cose importanti, non normali, che secondo me i media hanno dimenticato, chi subito, chi dopo», ha detto Mourinho. «In Italia le cose importanti in una partita rimangono per un po' e poi sompaiono. Contro la Juve non è stata una partita normale ma non ne ho parlato perchè ero stato espulso. Domani prometto che finirò la partita nonostante l'arbitro Peruzzo, il quarto uomo della sfida di campionato contro la Juve, quella che non ho finito. domani farò solo il minimo indispensabile per non dare la possibilità all'arbitro di trovare pretesti per buttarmi fuori».
«COL LIVORNO SARA' DURA» - «Con il Livorno abbiamo giocato in campionato e non è stato facile», ha detto Mourinho a proposito della sfida di domani sera contro gli uomini di Cosmi in coppa Italia. «Loro hanno vinto lo scontro diretto per la salvezza a catania e in coppa Italia hanno eliminato la detentrice del titolo. Le squadre piccole guardano alla coppa Italia come ad un torneo importante per tentare una straordinaria scalata all'Europa, quindi sarà molto complicata la partita di domani. Turnover? Obbligatorio con Zanetti, Cordoba e Materazzi squalificati...». La notizia più importante è l'assenza di Arnautovic che Mourinho non ha nemmeno convocato.
MERCATO - Chiosa sul mercato e sulle voci di un interessamento dell'Inter per Cavani: «Mi piacerebbe avere un attaccante a gennaio perchè non avremo Eto'o e più in generale abbiamo problemi di organico in avanti. sarà comunque impossibile avere in un solo giocatore tutte le caratteristiche che cerco. Pandev non è come Toni nello spazio aereo ma Toni non è veloce come Pandev. Cavani? Mi piace ma è del Palermo e non è facile comprare. Vedremo. Io penso solo al campionato e al Livorno in coppa Italia. Vediamo se prima della sfida con il Chievo avremo qualche novità: se sì ottimo, altrimenti andremo avanti con questa rosa».
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