Juan Sebastian Veron passeggia incantato sul prato dello stadio Mohamed Bin Zayed, che in Sudamerica sarebbe di gran lunga l’impianto più bello, in Europa se la vedrebbe con i cinque o sei migliori, ma ad Abu Dhabi è appena il secondo della città dietro allo Zayed Sports City.
ALTRO CHE PENSIONE — Veron passeggia, annusa un erba di colore irlandese malgrado il clima così diverso, e certo ragiona su quante belle cose si possano fare quando il denaro non è un problema; lui, per esempio, dopo dieci anni di Europa nei quali ha guadagnato quanto servirà a lui e ai suoi eredi, nel 2006 si è tolto lo sfizio di tornare nel club di famiglia, l’Estudiantes di La Plata. "Non pensavo certo alla pensione - racconta col sorriso sulle labbra - ma nemmeno di raggiungere le vette che sono sotto gli occhi di tutti. Sono passati 41 anni da quando mio padre vinse la coppa Libertadores e l’Intercontinentale: il primo trofeo l’ho riportato a casa, ora ci provo anche col secondo, il Mondiale per club è una competizione diversa ma il valore è rimasto lo stesso di allora. Enorme". A 34 anni Veron ha definitivamente coniugato il look da pirata dei caraibi con una testa da filosofo. "Sono sei mesi che stiamo aspettando questa semifinale mondiale, abbiamo una voglia tremenda di vincere e andare alla finale, penso col Barcellona. Però non dimentico che nel ritiro avversario, in questo momento, stanno pensando le stesse cose e coltivando le stesse speranze. E’ il calcio da torneo, signori: due si affrontano, ne sopravvive uno. Lo stile di gioco dell’Estudiantes è molto definito, e parte dal rispetto dell’avversario: conosco poco i coreani, molti di loro me li ritroverò avversari anche al Mondiale, so che sono veloci, organizzati e fiduciosi. Lo siamo in due".
- i coreani dopo la vittoria sul Mazembe. Ap
PERICOLO COREANO — I Pohang Steelers, che nel quarto di finale hanno battuto in rimonta i campioni d’Africa congolesi del Mazembe, saranno guidati dall’attaccante brasiliano Denilson, autore venerdì della doppietta decisiva. E già questo ci informa che si tratta soltanto di un omonimo dell’altro Denilson, quello mitico, il giocoliere più inutile (ma divertente) della storia. Estudiantes-Pohang è la prima semifinale (martedì, ore 17), Barcellona-Atlante sarà la seconda (mercoledì, ore 17), sabato sono in programma le due finali.
- Juan Sebastian Veron. Reuters
"GIOCO PER MIO PADRE" — L’Estudiantes è arrivato al Mondiale vincendo in trasferta la finale di ritorno della coppa Libertadores: allo stadio Mineirao di Belo Horizonte tutti aspettavano il Cruzeiro, e invece una magistrale prova in regia di Veron fece saltare il banco. "Alcuni tifosi ci hanno seguito fin qui - dice Veron - spendendo cifre che per un argentino suonano pazzesche. La speranza che voglio proporre al loro entusiasmo è esattamente il ricordo del Mineirao, quando in un clima che definire ostile è poco l’Estudiantes giocò una partita fantastica, confermandosi squadra 'copetera' per eccellenza. Siamo pronti a rifarlo: per me questa gara significa molto, non è un giorno come un altro nella mia vita ma il giorno che aspettavo. Gioco per l’Estudiantes, per mio padre, per me". Alejandro Sabella, il tecnico, sopporta con divertita rassegnazione il fatto che il novanta per cento delle domande siano rivolte al suo capitano. Sopporta ed esplode una bella risposta quando finalmente gli chiedono il motivo della sua fiducia: "C’è un leone che corre dentro ciascuno di noi". I giornalisti coreani si guardano l’un l’altro, preoccupati.
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