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mercoledì 16 luglio 2008

RONALDINHO,UNA SCOMMESSA DA MILAN


Ronaldinho al Milan è una magnifica scommessa. Di Silvio Berlusconi, che più di tutti ne ha invocato l'approdo, la lista di fenomeni nei suoi 22 anni rossoneri è un formidabile albo di Palloni d'oro: Gullit, Van Basten, Papin, Baggio, Weah, Rivaldo, Shevchenko, Kakà, Ronaldo. Come non concedersi il numero dieci del Barcellona? Di Adriano Galliani, che a Ronaldinho dedica viaggi, pensieri, energie e strategie da due anni, e ora sta per concludere le fatiche. Di Carlo Ancelotti, che al suo ottavo mandato milanista va elaborando -da qualche tempo- le opportune mosse tattiche perché Dinho possa far balenare il suo talento. Ad altri esponenti del Milan spetterà il compito di rigenerare -fisicamente, e non solo- il Pallone d'oro 2005: anche questo, fa parte della scommessa di cui sopra.
Ora, di Ronaldinho si sanno mille cose, sbagliate e no, positive e no. Ai tifosi del Milan, il brasiliano piaceva da impazzire fino a sei mesi fa, poi qualcosa si è inceppato per colpe sue, dell'asso del Barcellona, e l'onda del pessimismo ha avuto la prevalenza, salvo poi fare posto a un rinnovato -seppure non clamoroso- consenso che matura in queste ore, e i segnali si colgono: un fenomeno che tramonta alla soglia dei 28 anni, ha tutte le possibilità per risalire e riprendersi la scena, tutta la scena. Ed è qui che la scommessa del Milan comincia.
Lo sforzo per prelevarlo dal Barcellona è un grande sforzo, quello per riportarlo in alto sarà un'impresa che il club rossonero è sicuro di concludere al meglio. Ma sarà un'impresa, appunto. Perché le ultime fiammate di Brasile in rossonero non sono state granché, se pensiamo a Rivaldo, Marcio Amoroso, Ricardo Oliveira, Ronaldo ed Emerson: i precedenti non è detto che traccino la strada maestra, ma restano come ammonimento. Perché gli ultimi 12-15 mesi di Ronaldinho sono un diario di giorni sbagliati da azzerare con toni e momenti davvero di una nuova vita, e la strenua voglia del Milan deve risultare la stessa del campione brasiliano. E perché il lavoro tattico e ambientale di Ancelotti non sarà semplice, dovendo fare i conti con un modulo tutto nuovo (senza più approcci natalizi?), e perché la gestione degli umori, pensiamo a Seedorf, a Inzaghi, a Borriello, ad Ambrosini, chiederà il meglio del meglio dal tecnico.
Perché Ronaldinho è una scommessa, una magnifica e lussuosa scommessa: l'impegno e l'ingegno di tutto il Milan -quando arriverà alla felice conclusione della trattativa col Barcellona- saranno soltanto ai primi approcci. Buon lavoro.

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