''Se facessimo adesso il bilancio della stagione, sarebbe negativo''. Dopo l'eliminazione dalla Coppa Uefa e l'obiettivo scudetto ormai lontano 11 punti, Carlo Ancelotti prende atto del fallimento del suo Milanaddossandosi tutte le responsabilità. E, affinchè la situazione non si aggravi, il tecnico rossonero avverte:''dobbiamo cercare di raggiungere l'ultimo obiettivo rimasto, il terzo posto in campionato, giocando ogni partita al massimo''.
Dissipare due gol di vantaggio in casa come è successo contro il Werder Brema è molto raro per ilMilan. Ma Ancelotti si espone con stile a tutte le critiche. ''Non sono deluso con i miei giocatori, ma dispiaciuto e rammaricato - assicura -. Capisco i fichi del pubblico. Mi sento il più responsabile, perché sono alla guida di un gruppo che non sta facendo bene e ha avuto un calo inspiegabile nella qualità del gioco''.
Subito dopo la gara il tecnico ha avuto un faccia a faccia con Adriano Galliani, ma assicura di non sentirsi in discussione. Nelle prossime settimane si capirà di più del suo destino. Intanto restano i dubbi sulla scelta (che Ancelotti non rinnega) di mandare in campo dall'inizio Dida e Favalli. E, in generale, restano soprattutto i dubbi su una squadra vittima dei suoi troppi difetti, dall'età anagrafica alla scarsa prestanza fisica. ''Non è mai successo in casa nostra che non avessimo il coraggio per imporre il nostro gioco - ammette Ancelotti -. E anche quando siamo andati in vantaggio nel primo tempo sapevamo che non era un risultato giusto e non eravamo tranquilli perché eravamo sicuri che il Werder avrebbe moltiplicato i suoi sforzi nella ripresa e alla fine ha meritato di passare il turno''.
''E' un colpo duro, che fa male, e dobbiamo essere bravi a riprenderci subito, anche se non sarà facile'', allarga le braccia Ancelotti che domenica a Genova contro la Sampdoria dovrà fare ancora a meno di Kakà e Ronaldinho e probabilmente anche di Seedorf e Ambrosini.
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