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domenica 11 gennaio 2009

STOP INTER

Dopo otto vittorie consecutive l'Inter si ferma nella prima gara del 2009. Al Meazza il Cagliari strappa un pareggio, ma poteva essere un'impresa se almeno uno tra Biondini, Acquafresca e Cossu avesse avuto un pizzico di lucidità in più. Avvio lento. Secondo tempo scoppiettante: botta del centravanti sardo a 25' dalla fine, risposta di Ibrahimovic 9 minuti dopo. Poi tre clamorose occasioni buttate alle ortiche dal Cagliari. In ogni caso l'1-1 premia il coraggio di Allegri e la sua voglia di vincere la partita; dall'altra parte risuona un campanello d'allarme per la capolista, che nella peggiore delle ipotesi domani sera andrà a riposare con 4 punti di vantaggio sulla seconda.
IMBUTO - L'aspetto più allarmante dell'inizio anno interista è la prevedibilità della manovra. Se la pressione sui tre centrocampisti è fatta bene (come dimostra il Cagliari nel primo tempo) sono guai: in mezzo l'imbuto è sempre più stretto, e senza esterni che spingono bisogna affidarsi al solito Ibrahimovic. Che non sempre può fare miracoli.
PRESSIONE - Il primo tempo si chiude senza gol per tre buoni motivi. Il primo è rappresentato da Marchetti, il portiere che anche a San Siro (Zanetti ne sa qualcosa) dimostra di poter ambire a grandi traguardi. Gli altri due? I meriti dei rossoblù, corti e pronti a ripartire ma senza peso quando si tratta di concludere, e i demeriti dell'Inter, lenta e mai insidiosa sugli esterni.
CON QUARESMA - Nell'intervallo Cordoba viene sacrificato (ma forse c'è di messo anche un problema alla schiena) per far posto a Quaresma. Il gioco acquista una dimensione diversa perché Figo si allarga a sinistra e Ibra ha un po' di spazio in più rispetto ai suoi guardiani Canini e soprattutto Astori, scuola Milan, un solo errore in questa sorta di derby. Anche se la mira dello svedese lascia a desiderare, l'Inter sembra prendere lo slancio necessario per fiaccare la resistenza del Cagliari. E invece...
PARI IBRA - L'1-0 lo piazza Acquafresca. Sul gol c'è comunque la collaborazione involontaria di Samuel: l'argentino scivola, aprendo il campo al futuro interista. La reazione di Mourinho è istintiva, come quella di un generale che scaraventa sul campo le ultime armi a disposizione. Con Crespo e Mancini l'Inter si dispone con un clamoroso 3-4-3 in cui Quaresma e l'ex romanista rappresentano le ali. A pungere però, è sempre il Cagliari, davvero troppo generoso davanti a Julio Cesar, con Acquafresca e soprattutto Biondini.
QUANTI ERRORI - Il pareggio di Ibrahimovic arriva grazie all'ottimo lavoro di Crespo sulla fascia sinistra. Allegri non fa una piega e ordina ai suoi di continuare a pressare, nonostante l'1-1, in trasferta, contro l'Inter. Se il coraggio del tecnico andasse di pari passo con la mira dei suoi giocatori, Cellino avrebbe un club in zona Uefa. E invece Cossu e ancora Acquafresca, litigano con il pallone, mandando in fumo due occasioni che gridano vendetta: senza avversari il fantasista (parata di Julio Cesar), a porta vuota l'attaccante (alto).
ULTIMI FUOCHI - Troppa grazia sprecata dal Cagliari. Tutti si aspettano il gol nerazzurro, che non arriva nonostante il lavoro di Cruz e Muntari, con il destro del ghanese a sporcare il palo di Marchetti. A un certo punto Mancini la butta dentro sugli sviluppi di una punizione ma è chiaramente in fuorigioco. Mourinho crede che sia fatta, scatta sulla panchina ma a differenza di quanto avvenuto a Siena, lo sprint finale non è dolce per il portoghese. Domani la Juve può accorciare le distanze.

INTER-CAGLIARI 1-1

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