E' una Spagna da sballo e la Russia affonda sotto la pioggia perenne di Vienna e i gol di Xavi, Güiza e Silva. "Viva la España" cantano i tifosi in delirio all'Ernst Happel di Vienna. Come non capirli. La Spagna che ha fatto fuori la Nazionale ai quarti, prima addomestica la Russia, per poi finirla nella ripresa con una prestazione straordinaria. Giù il capello davanti alla "Roja", squadra perfetta. Meccanismi oleati e fuoriclasse. La chiave della partita porta il nome di Cesc Fabregas: il genietto dell'Arsenal entra al posto di Villa dopo 35' e mette a disposizione della squadra tutta la sua classe. Moneta pesante trasformata in gioco e due assist di assoluta bellezza.Il saggio Aragones contro l'intraprendente Hiddink. La scuola metodica spagnola e quella mutante russa. L'anziano Luis la formazione non la cambia. E' sempre 4-4-2 massiccio e veloce, formazione, come la definiscono in Spagna, "tergicristallo", che spazza tutto. Hiddink sarà pure mercenario, ma quando ci mette mano fa miracoli. Rispetto alle previsioni della vigilia si affida a Saenko, preferito a Bilyaletdinov. Schierato al fianco di Arshavin, figliol prodigo con la madre Russia ai suoi piedi.Ma la paura fa tremare le gambe ai ragazzi di Hiddink. Morde l'esperienza della Spagna che attacca e pressa. Al 6' Torres si gira bene in area e impegna Akinfeev che non trattiene. All'11 Villa con un bolide da fuori area brucia le mani del numero 1 russo, ben reattivo sul suo palo. Suonano le sirene e Hiddink alza la voce. La Russia si riorganizza ed entra in partita. Pavlyuchenko scuote i compagni al 16' con una punizione dal limite di poco alta, ma ben calciata.
Non è la Russia che ha raso al suolo l'Olanda, ma la formazione di Hiddink non apre varchi e serra i ranghi. Prevale l'intelligenza tattica di Zhirkov, terzino con libertà di spingere sulla fascia e rilanciare l'azione. La Spagna limita il suo raggio d'azione e a volte rischia. Al 31' Pavlychenko fa gridare al gol; il suo destro a giro sibila alla sinistra di Casillas, che sfiora. Al 34' la "Roja" perde Villa per infortunio (lesione al bicipite femorale della coscia destra, improbabile un recupero per la finale). E' il momento di Fabregas che va a posizionarsi alle spalle di Torres e regala qualità. Piove a dirotto e le gambe pesano di più, ma non per questo le occasioni non mancano. Al 35' Pavlyuchenko stoppa di petto a due passi da Casillas, ma al momento del tiro subisce il ritorno di Puyol. La risposta è di Torres. "El Niño" regala emozioni: una finta e un sinistro in area che Akinfeev neutralizza. Dopo i calcoli del primo tempo, la ripresa chiude la porta al tatticismo. Così al 5' la Spagna passa. Iniesta irrompe sulla sinistra e mette dentro la palla perfetta per Xavi: zampata imparabile. La Russia prova a scatenare il suo passo irresistibile, ma apre varchi alla Spagna che manca il 2-0 con Torres dopo un sublime lavoro in coppia di Silva e Fabregas. Il gol in realtà ha tagliato in due la Russia.
Questione di esperienza che i ragazzi di Hiddink pagano. Inutili le forze fresche Bilyaletdinov e Sichev (fuori Semshov e Saenko): è la Spagna a comandare il gioco e fallire gol, approfittando di una Russia molle e spaventata. Con Güiza e Xabi Alonso (escono Torres e Xavi) le furie rosse acquistano ossigeno e potenza. Frizzante ed esplosiva la Spagna fa tabula rasa. Senna coordina, sulle fasce godono come pazzi. E poi quando la palla capita a Güiza non ce n'è per nessuno: Fabregas ci fa venire il brivido con quel tocco per la punta che di pallonetto manda la Russia a casa. Ma Fabregas non si accontenta. "Mi metti in panchina? - sembra dire ad Aragones - Ora ti faccio vedere io". Cross dalla sinistra per Silva che fa tre. La Spagna, che Spagna, è in finale.
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