a cura di Ruggiero Daluiso
'O guerriero non ce l'ha fatta: caduto rovinosamente ieri pomeriggio dopo un lancio con il paracadute a Terni, Pietro Taricone è morto nella notte in ospedale. Per 9 ore i medici hanno cercato in tutti i modi di salvargli la vita con una difficile operazione. L'incidente è stato causato da un ritardo nella manovra di frenata prevista a 50 metri. 'O guerriero non ce l'ha fatta. Ha dovuto piegarsi dinnanzi alla battaglia più importante. Caduto rovinosamente ieri pomeriggio dopo un lancio con il paracadute a Terni, Pietro Taricone è morto nel cuore della notte nell'ospedale. Per nove, lunghe ore i medici hanno cercato in tutti i modi di salvargli la vita con una difficile operazione: erano troppo gravi le lesioni interne riportate alla testa, all'addome e agli arti inferiori. E ancora: emorragie definite "importanti" dai medici. Per ore l'equipe di chirurgia generale e vascolare della città umbra hanno lavorato in sala operatoria supportata da molti altri specialisti. Ha ritardato la manovra di frenata prevista a 50 metri da terra dopo un lancio eseguito nell’ambito di un corso per la sicurezza in volo riservato a paracadutisti esperti Pietro Taricone rimasto gravemente ferito per la caduta che è seguita. A ricostruirlo è Sergio Sbarzella, presidente dell’Azienda trasporti consorziali di Terni che gestisce anche l’aviosuperficie dove oggi è avvenuto l’incidente. Al corso, denominato Vela, hanno partecipato in otto paracadutisti. Come gli altri, Taricone oggi aveva seguito un corso di teoria. Quindi un primo lancio senza problemi. L’attore è poi nuovamente salito su un piccolo aereo che ha raggiunto una quota di 1.500-2.000 metri. Taricone ha lasciato per ultimo il velivolo e - secondo quanto riferito da Sbarzella - il suo paracadute si è aperto regolarmente. A circa 50 metri da terra doveva quindi eseguire una manovra di frenata ma - sempre in base alla ricostruzione del presidente dell’aviosuperficie - l’ha ritardata finendo a terra a una velocità superiore a quella prevista.
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