Otto giorni dopo Ovrebo, ecco Rosetti. E per la Fiorentina la sostanza è identica: uno scippo. Perché alla squadra viola sarebbe stato stretto il pareggio, a maggior ragione appare una ingiustizia la sconfitta. Una ingiustizia che va valutata alla luce di eventi maturati nel giro di sette minuti. Al 41' della ripresa, Thiago Silva abbraccia e sgambetta in pienissima area, a un paio di metri da Abbiati, Montolivo. Rosetti non vede, accompagnato dalla silente complicità di Calcagno.
PROTESTE - Insorge il Franchi, ricordando un episodio di alcuni anni fa: una «parata» sulla linea di porta di Zauri. Anche in quel caso, il torinese venne colto da improvvisa e irreversibile cecità. Passano appena sei minuti, praticamente gli ultimi sessanta secondi di partita: in maniera un po’ sporca la palla arriva a Pato, anche lui ben dentro l’area, tiro al volo e sfera che passa tra le gambe di Frey adagiandosi in fondo alla rete. Cieco e sfortunato, Rosetti: quel suo errore acquisisce una pesantezza stratosferica nell’economia della gara, nell’articolazione del risultato finale. E se Ovrebo, mercoledì della scorsa settimana, ha concesso al Bayern un gol non valido, ieri Rosetti si è guardato bene dal concedere un rigore grande quanto una casa, alto come l’Empire State Building. In un attimo tutte le paure dei tifosi viola, espresse pubblicamente alla vigilia, si sono trasformate in realtà: Rosetti smarrisce la lucidità quando vede le maglie viola.
FIORENTINA-MILAN 1-2
UDINESE-CAGLIARI 2-1
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