Per trovare la forza di credere a un sogno più grande di se stessi bisogna raschiare non solo il barile. Ma anche qualcos'altro. Il Genoa vince 1-0 a Cagliari grazie a un colpo d'ala del pollo Olivera (il soprannome non l'abbiamo certo scoperto noi). Tre punti tanto importanti per la rincorsa al quarto posto, quanto non profondamente meritati.
Perché la partita vira al 39' del primo tempo. Quando Gervasoni estrae il secondo giallo in faccia a Cossu per un fallo 'tattico'. Esagerato. Da qui in poi il Cagliari cambia aspetto e anche marcia. Inaspettatamente. Il Genoa vede il baratro su un colpo di nuca di Lopez (palo).
Allegri non concede sconti. Lascia la squadra intatta. E nella ripresa i suoi si ritrovano davanti a Rubinho due volte. Fini e Lazzari, però, sono accomunati dal solito e triste destino. Quello di vedersi respinta la conclusione da Rubinho. Ottima sagoma da prendere in pieno.
Il Genoa balbetta in difesa e non trova spazi laddove potrebbero allungarsi distese di campi da coltivare. Jankovic e Sculli liberano i loro tiri da lontano, sganciando sassate che trovano Marchetti sveglio e la porta un poco più bassa. Quando Milito coglie in pieno la traversa da una distanza minimalista, si avverte nell'aria un'aria strana.
Il gol che arriva a cinque minuti dalla fine è confezionata dalla ditta Palladino-Olivera (entrambi subentrati). Cross dalla destra, Olivera tutto solo insacca. Una disattenzione nell'arco di novanta minuti pagata a caro prezzo. Di contro, il Genoa capisce. Quando i sogni son così grandi...
Cagliari-Genoa 0-1
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