Dopo il ko di Lugano, l'arrabbiattura di Ancelotti e l'incontro con Galliani, l'allenatore del Milan ha voluto incontrare la squadra. Tutti i giocatori sono stati, infatti, convocati per un faccia a faccia con il tecnico. I rossoneri, che dovevano essere nel pomeriggio a Milanello per l'allenamento, hanno dovuto anticipare. E Kakà, atteso a Monza per le prove del Gp di Formula 1, ha dovuto rinunciare. E' davvero l'ora del chiarimento.
Insomma quel "Mi avete rotto" proferito alla squadra si è sentito un po' ovunque. E se ora Ancelotti, nell'incontro con i suoi ragazzi, oltre a sfogarsi, tenterà la sua ultima carta per motivare e ottenere risultati dallla squadra, l'eco è però giunta anche alle orecchie di chi potrebbe prendere il suo posto.
Ebbene sì. Perché la trasferta di Genova - sponda rossoblù - porta con sè venti di radicali cambiamenti. Se gli scricchiolii diventeranno squarci e se da Marassi non si dovesse tornare con il bottino pieno, allora la panchina comincerebbe a ballare.
Ma il Milan da dare ai milanisti rischia di restare orfanello. Van Basten non si schioda da Amsterdam, Rijkaard in corsa non prenderebbe nemmeno il treno dei desideri (e tra l'altro con la maglia rossonera c'è Ronaldinho), Donadoni paga un Europeo denso di critiche. Insomma, nel drastico caso di un cambio a settembre, resterebbero un paio di soluzioni. Una interna (Tassotti?) e una a più ampio respiro: Spalletti. Basta panchina a un rossonero del passato, girata di vite, nuova identità di gioco. Il problema è che per avere il tecnico della Roma bisognerà attendere giugno.
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